Capitolo 24

969 67 6
                                    

VASCO.

Strano di quanto voli il tempo. Sembra ieri che gli ho regalato i biglietti per il concerto di Vasco, sembra ieri che lui ha preferito portare me invece del suo migliore amico, sembra ieri e invece è passato più di un mese e mezzo. Ora siamo qui, tra la folla seduti sui nostri zaini con la schiena poggiata alle transenne proprio come tutti gli altri. Guardo l'ora sul cellulare, quattro ore che siamo in fila, pensai. Ad essere sincera Vasco Rossi non mi ha mai fatta impazzire, fatta eccezione per qualche canzone. Quando Niccolò mi ha chiesto di accompagnarlo non me la sono sentita di rifiutare, ho pensato che comunque avrei sprecato un'occasione per stare un'intera giornata con lui e perché no, prenderlo in giro per il resto della sua vita se mai avesse sclerato come una ragazzina in preda ad una crisi di ormoni. Niccolò accende l'ennesima sigaretta guadagnandosi l'ennesima occhiataccia da parte di due ragazzine sedute accanto a lui

-Potresti spegnerla per favore?- dice ad un tratto una delle due ragazze con tono tutt'altro che gentile ed educato. Niccolò dal canto suo fece finta di non ascoltarla e continuò a fumare la sua sigaretta e io..io mi trattenevo dal ridere per il fare ribelle di Niccolò - che maleducato!- continua la ragazza, avrebbe dato di matto da un momento all'altro

-Senti ragazzì dobbiamo sta qua ancora per molto, se nun te sta bene è un problema tuo- risponde poi a tono Niccolò

-Mi da fastidio il fumo passivo, è la decima che fumi da quando sei qui, piantala un po'- commenta l'altra ragazza, probabilmente sua amica

-E bastava dirlo no- risponde Niccolò roteando gli occhi, lo vedo toccarsi la tasca per estrarre il pacchetto di sigarette. Lo apre e lo porge alle due ragazze accanto a lui - tiè prendine una così il fumo passivo nun te da fastidio più- non appena finisce la frase scoppio in una fragorosa risata segguita da altri ragazzi accanto a noi. Seguirono varie imorecazioni da parte delle due ragazze poi però hanno capito da sole che con Niccolò non c'era verso di farlo smettere, una cosa che avevo imparato bene di Niccolò era che più gli dicevi di non fare una cosa lui più la faceva per dispetto. In questo caso non aveva poi così torto, non era l'unico a fumare: la maggior parte dei ragazzi nel nostro punto fumavano, e anche io avevo fumato qualche sigaretta ma avevo notato che solo quando fumava Niccolò prendevano a lamentarsi.

Finalmente eravamo entrati, ad un certo punto ho smesso di contare le ore. Fortunatamente con i pass non dovevamo aspettare ulteriormente, e Niccolò era già la quindicesima volta che mi ringraziava per aver assistito anche alle prove

-È un grande, non sto più nella pelle. E so soltanto le prove Azzù, pensa te il concerto- sembrava un bambino, non lo avevo mai visto così felice. Durante le prove non ho potuto fare a meno di scattargli qualche foto, le prime quattro erano davvero bellissime: erano quelle più spontanee, Niccolò in queste aveva un sorriso smagliante e io ero felice di aver contribuito a quel sorriso. Per il resto delle foto purtroppo se ne è accorto, in alcune ci sono delle facce buffissime, e questa era un'altra delle cose da aggiungere alla lista delle cose che mi piacciono di lui: la sua spontaneità e del resto era proprio questo che lo contraddistingue da tutto. Niccolò mi attira di più a lui, prende il cellulare inserendo la fotocamera puntandola verso di noi dopo essersi messo alle mie spalle

-Sorridi!- esclama, faccio come mi dice e scatta subito una foto,seguì un'altra dove inaspettatamente mi da un bacio sulle labbra dopo aver pizzicato il mio fianco. Gli chiesi di farmela vedere e devo dire che era uscita fuori proprio bene tant'è che me la inviai subito consapevole del fatto che se avessi aspettato domani Niccolò si sarebbe dimenticato.

Il concerto era iniziato da un po', eravamo già alla quarta canzone, mi stavo divertendo assieme a Niccolò che si godeva il concerto. Era felice, lo percepivo da come mi stringeva, dai suoi occhi lucidi che non avevo smesso di guardare neanche per un istante. Inziò la base di una delle canzoni di Vasco che più mi piaceva, Niccolò mi strinse di più a lui e io chiusi gli occhi per un istante per cercare di imprimere nella mia mente questo momento

Sei chiara come un'alba
Sei fresca come l'aria
Diventi rossa se qualcuno ti guarda e sei fantastica quando sei assorta
Nei tuoi problemi
Nei tuoi pensieri..

Niccolò cantava quelle parole al mio orecchio, non smettendo mai di stringermi. Cantavo insieme a lui quelle parole sentendomi veramente bene per la prima volta con qualcuno, sentivo quel senso di protezione che solo Niccolò riusciva a darmi. La canzone era andata avanti, e proprio come recitavano quelle strofe ero assorta nei miei pensieri

E quando guardi con quegli occhi grandi
Forse un po' troppo sinceri, sinceri
Si vede quello che pensi
Quello che sogni

Forse questo era quello che più rappresentava me e Niccolò, il fatto di non riuscire a mentirgli, fatto che lui riuscisse a capire e vedere tutto il mio mondo attraverso i miei occhi, il sapermi leggere dentro, tutto questo faceva si che questa canzone fosse più speciale se ascoltata assieme a lui, questa canzone era ancora di più se cantata al mio orecchio con la sua splendida voce. Con lui tutto aveva più senso, tutto era più colorato e io non potevo che essere felice di questo

-Grazie amore mio grazie- mi dice all'orecchio per darmi poi un bacio sulle labbra. Uno di quei baci in cui non c'è bisogno di dire nulla, lo strinsi a me lasciando che le parole pronunciate da lui poco fa risuonassero nella mia mente, e sentivo che di Niccolò non mi sarei mai stancata perché lui è il mio posto, lui era esattamente dove volevo essere.

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora