Niccolò era seduto sul divanetto mentre io continuavo a guardarmi intorno cercando qualcosa fare
-Ancora mi chiedo cosa ci facciamo qui- chiedo premendo un tasto a caso sul pianoforte catturando la sua attenzione
-Non so esattamente, ma è da un po' che non venivo- dal suo tono potevo capire che era sincero
-Se posso chiedere, come mai?- mi siedo sullo sgabello del pianoforte osservandolo
-Ho iniziato a suonare quando avevo otto anni, in realtà sono stato obbligati da mia madre- fa una risata - sono sempre stato ribelle, odiavo quando mi veniva imposto qualcosa. All'età di tredici anni ho smesso, per capriccio perché pensavo che la musica non faceva per me- lo guardavo attentamente, era la prima volta da quando lo conoscevo che mi parlava di lui ed ero contenta che lo stesse facendo
-Solo qualche anno dopo ho capito che non potevo fare a meno della musica, avevo capito che la mia strada era quella e che smettere era stata la più grande cazzata della mia vita- sospira profondamente e poggia la schiena contro il divano portando le mani sulla testa
-Ti va di farmi ascoltare qualcosa?- gli chiedo. Ci furono svariati minuti di silenzio e iniziai a pensare che forse avevo chiesto troppo da lui, era già troppo che mi avesse raccontato cose così intime. Dopo poco Niccolò si alza e si avvicina al pianoforte
-Fammi un po' di spazio- dice solamente, feci come mi chiese e mi alzai in modo che potesse stare più comodo - ehm..questa l'ho scritta quando avevo quattordici anni, non prendermi in giro- continuò con timidezza, mi faceva strano vederlo così si vedeva che non era abituato che qualcuno gli chiedesse di suonare qualcosa
-Non lo farò- rispondo con un sorriso. Niccolò mette le mani sui tasti iniziando poi a premerli facendo riecheggiare per la stanza un suono dolce, bello e anche rilassante
Hai da sempre compreso la mia nostalgia
Dei giorni ormai persi ed ormai andati viaNon mi aspettavo che sapesse cantare così bene, la sua voce era calda e a tratti roca, tanto da farmi venire un brivido lungo la schiena
Questo tempo trascorso non è mai abbastanza
Te che dei miei occhi ne sei la sostanza
Comunque poi adesso che ti ho davantiPrometto di restarti accanto per sempre
Per sempre, per sempreContinuava a cantare, guardandomi insistentemente e potevo giurare che per un istante mi persi nei suoi occhi. Più lo guardavo e più pensavo a come fosse possibile perdersi in un paio di occhi marroni. Più lo guardavo e più mi rendevo conto che in sua presenza qualcosa in me cambiava, e contimuavo a guardarlo imbambolata
Sei la piccola stella che porto, nei momenti in cui non ho luce
Sei l'immensa di un attimo andatoDel mio sogno la parte migliore
Sei quel vento che soffia da sempre, ma che non riesce a farmi cadere..Sei la piccola stella che porto, nei momenti in cui non ho luce
Suonò quella che era l'ultima nota e cantò quella che era l'ultima parola. Il mio corpo era invaso dai brividi a causa di quelle parole. Faticavo a pensare e credere che avesse scritto quelle parole a quattordici anni, sembravano parole di una persona più matura
-Che ne pensi?- chiede sempre con tono timido, e questo mi diede la certezza che non era abituato a suonare quando qualcuno glielo chiedesse
-È una canzone dolcissima, ho avuto i brividi tutto il tempo- dico schiarendomi la voce - non pensavo fossi così bravo-
-Una dei pochi a pensarlo, grazie- mi sorride. Continuiamo a fissarci per un po' nessuno dei due diceva nulla. Dopo poco Niccolò inizia a suonare di nuovo iniziando a ridere -com'è che fate? Pliè, chassè e roba del genere?-
-Se vuoi che ti mostri qualcosa basta dirlo Niccolò- rispondo ridendo con le mani sui fianchi
-Mi mostri pure cosa sa fare signorina- continua a prendermi in giro, in risposta rido togliendo la sciarpa lasciandola in un punto per terra facendo qualche passo base di danza classe muovendomi sulle note suonate da Niccolò. Lo vedo osservarmi attentamente, ad ogni mio movimento avevo i suoi occhi puntati addosso, ero in equilibrio su una gamba mentre l'altra era stesa dritta all'indietro quando Niccolò smette di suonare -non pensavo fossi così brava-
-Non ho fatto poi granché- dico dopo essere ritornata dritta, mi siedo accanto a lui che mi aveva fatto spazio
-Lo so, ma te lo si legge negli occhi che ami ballare-
-Non si legge solo quello- dico a bassa voce e distogliendo lo sguardo sperando che non mi sentisse
-So anche questo- risponde prendendo a giocare con le dita della mia mano
-Ci provo, ma proprio non riesco a capirti- dico dopo un po' di secondi passati in silenzio, Niccolò aggrotta le sopracciglia non capendo cosa volessi dire
-Benvenuta nel mio mondo allora, a volte non mi capisco nemmeno io- il suo tono era sarcastico, e in questo istante non ero in vena di sarcasmo
-Sai bene di cosa parlo Niccolò. Sto diventando matta per cercare di capire quello che hai in quella stupida testa di cazzo!- mi alzo dallo sgabello dandogli le spalle -sono mesi che ci conosciamo, sono settimane che mi eviti e non mi parli senza che io abbia fatto niente-
-Non voglio rovinare quello che c'è tra te e Adriano- interrompe il mio discorso menzionando il suo migliore amico - è questo quello che faccio sempre, rovino i rapporti. Rovino le amicizie e spesso rovino anche me stesso facendo cose di cui non vado per niente fiero-
-Non è questo il punto!- rispondo alzando un tantino la voce girandomi di scatto verso di lui
-E quale sarebbe il punto? Vuoi venirmi a dire che sono geloso di te? Che mi da fastidio che frequenti il mio migliore amico?- inizia a fare domande a raffica -non sai neanche tu qual è il punto- colpita. Forse era vero, o forse no. Pensavo che Niccolò era geloso di me? Non credo. Pensavo che a Niccolò desse fastidio che frequento il suo migliore amico? Probabilmente si. - il mio punto sai qual è Azzurra? È che io sono un eterno indeciso, un eterno immaturo che non sa quello che vuole dalle persone- aveva alzato leggermente la voce e per la prima volta ero incapace di controbattere- però una cosa la so- dice infine abbassando il tono della voce
-Cosa?- chiedo con voce flebile, Niccolò mi si avvicina. Era come quasj sempre ad un palmo dalle mie labbra, sentivo il suo respiro, sentivo l'odore di fumo mischiato a quello del suo profumo. Sentivo lo stomaco in subbuglio, sentivo lo stomaco solleticarmi, una strana sensazione mai provata prima. Mette entrambe le mani dietro il mio collo e con i pollici mi accarezza le guance senza mai staccare lo sguardo dalle mie labbra
-So che è da troppo tempo che desidero darti sto cazzo de bacio- sussurra per poi poggiare le sue labbra carnose e morbide sulle mie.
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Dodici-ULTIMO
أدب الهواة-Ballare è tutta la mia vita, riesco a sentirmi me stessa- gli dico osservandolo a lungo - tu perché scrivi?- -Ho sempre scritto, forse per sentirmi meno solo- mi risponde piegando le spalle - mi esprimo meglio così-