Capitolo 7

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12 Novembre

Mancava esattamente un mese al saggio invernale, inutile dire che mi sentivo tesa. Avevo la costante paura di non riuscire a ballare come avrei dovuto o che addirittura avrei dimenticato qualche passo della coreografia, stessa cosa le mie due amiche. In accademia si respirava aria di tensione, sia per l'area di musica che per l'area di danza. Ci trovavamo in spogliatoio fortunatamente quest'oggi le lezioni sono finite prima poiché l'insegnante di danza calssica e quindi ne approfittavamo di questo tempo libero che avevamo a disposizione. Ero appena uscita dalla doccia, mi siedo sulla panca in legno prendendo ad asciugarmi per bene. Indosso l' intimo e poi successivamente presi i vestiti ben piegati dal borsone. Il telefono poggiato sulla panchina vibra segnando l'arrivo di un messaggio

Sconosciuto:
Stavo pensando, che ne dici di vederci?

Era un numero sconosciuto che non avevo salvato in rubrica

Azzurra:
Scusami chi sei?

Inviai il messaggio, iniziando a vestirmi: misi dei jeans chiari leggermente strappati, una camicetta di colore bianco, un cardigan di colore grigio e per finire gli anfibi neri

Sconosciuto:

Voglio mantenere il mio anonimato, facciamo che ti aspetto qui fuori così lo scopri?

Rimango interdetta a quel messaggio, continuavo a pensare chi fosse mentre mi truccavo e parlavo distrattamente con le mie amiche

-Chi è che ti scrive con così tanta insistenza?- chiede Maria mettendo un velo di rossetto sulle labbra

-In realtà non ne ho idea- le rispondo sbuffando una risata

-Sarà quel bel pezzo di ragazzo dell'ala di musica?- fa un sorrisetto Lara guardandomi mentre chiudeva il suo maacara

-Non è lui, di questo ne sono certa- erano un bel po' di giorni che non sentivo Niccolò, dopo la domenica mattina passata insieme a lui e i suoi amici per l'esattezza. Non lo vedevo neanche durante la pausa pranzo, di solito mi infastidiva o mi spaventava per richiamare la mia attenzione perché no, lui in questo non per niente normale. La normalità la lasciava agli altri, lui preferiva sempre distinguersi. Dopo aver sistemato le cose nel borsone, indosso il cappottino e la sciarpa. Prendo tutte le mie cose e dopo aver salutato entrambe le ragazze con un bacio sulla guancia esco dallo spogliatotio.

Ero ferma sulle scale dell'accademia, mi guardavo intorno e notai solamente una macchina nera con un ragazzo poggiato contro con le braccia e i piedi incrociati, lo vedo prendere il telefono e digitare velocemente qualcosa, il mio telefono infatti suonò poco dopo

Sconosciuto:
Puoi avvicinarti non ti mangio mica

Più mi avvicinavo e più il volto del ragazzo diventava familiare, troppo familiare

-Tadaa!- dice allargando le braccia con un sorriso a trentadue denti

-Adriano?- chiedo. Non avevo ancora capito bene cosa fosse successo, lui era il ragazzo misterioso che mi aveva scritto poco fa

-Facciamo che ti spiego davanti a qualcosa di caldo? Fa abbastanza freddo- dice con tono premuroso, faccio cenno di si con la testa e lui mi si avvicina prendendo il borsone dalla mia spalla mettendolo nel bagagliaio, successivamente si avvicina al lato del passeggero aprendo per me la portiera, e trovai questa cosa un gesto davvero carino e che tra l'altro nessuno aveva mai fatto per me.

Mentre eravamo in macchina guardavo Adriano con lo sguardo attento sulla strada, lo avevo visto due volte ma solo adesso mi ero soffermata di più per osservarlo: era poco più alto di me, non era particolarmente magro, aveva un giusto fisico per la sua altezza. Era un ragazzo davvero carino, la barba leggermente accennata, ad entrambe le orecchie portava degli orecchini di colore nero. Gli occhi erano di un castano scuro, e anche i capelli erano scuri e mossi a giudicare dal ciuffo ribelle che fuoriusciva dal cappellino che indosssava.

Eravamo seduti ai tavolini di un bar, faceva abbastanza freddo infatti aveva scelto un tavolino dove aveva il più vicino possibile quelle stufe alte ma che riuscivano a scaldare benissimo tutta la stanza. Mi sentivo spensierata, ignoravo gli innumerevoli messaggi che mi mandavano le mie amiche e dopo una lunga lettura del menù scelsi un cappuccino caldo mentre Adriano scelse una cioccolata calda

-Perché tutto questo mistero?- gli chiesi diretta senza fare troppi giri di parole

-Perché se ti avessi detto che ero io pensavo che avresti rifiutato, sai dall'ultima volta- risponde con leggero imbarazzo riferendosi a quella domenica mattina, proprio quando l'ho conosciuto

-È perché ti ho chiamato Mariano?-

-Nono ma che scherzi, non è per quello- dice ridendo contagiando anche me - è che credevo che tra te e Niccolò ci fosse qualcosa- lo guardo per un attimo, non avevo mai avuto l'idea che qualcuno potesse pensare che tra me e Niccolò ci fosse più di un'amicizia. Certo a volte i nostri atteggiamenti lo lasciavano pensare, ma non era così. Non ero stupida a farmi piacere qualcuno già impegnato, non più almeno

-Tra me e lui c'è solo amicizia- gli dico sorridendo, nel frattempo il cameriere aveva portato le nostre ordinazioni -ancora mi chiedo dove hai trovato il mio numero-

-L'ho chiesto a Niccolò- disse semplicemente piegando le spalle, lo guardo stranita poi lui continuò a parlare -gli ho spiegato che mi andava di sentirti o vederti- soffia un po' la cioccolata fumante e poi ne prende un sorso

-Sono sicura che tu non gli abbia detto proprio così- lo prendo in giro, stavo iniziando a sciogliermi e acquisire quel poco di confidenza che bastava per far si che lo potessi prendere in giro. A lui non dispiaceva, al contrario ride di gusto

-Okay va bene, più o meno è andata così. Resta il fatto che mi ha dato lui il tuo numero-

-Quindi eccoci qui- sorriso prendendo poi un corso del mio cappuccino -chiedi quello che vuoi- continuo poggiandomi allo schienale della sedia accavallando le gambe. Adriano mi faceva domande su qualsiasi cosa e di qualsiasi genere, e io facevo lo stesso ed entrambi rispondevamo senza alcun problema. Adriano era davvero un ragazzo simpatico, non ha mai amato lo studio. Lavorava in un pub e fortunatamente il più delle volte il fine settimana era libero in modo da potersi dedicare agli amici. Aveva una sorella più piccola di lui e detta da lui gli era molto legata, e un fratello più grande che studiava fuori.

Il tempo era volato insieme ad Adriano, si erano fatte le nove di sera senza che potessimo rendercene conto, non ho mai riso e soprattutto parlato così tanto con qualcuno. Mi sentivo a mio agio con lui e forse questo era un bene, non avrei pensato agli atteggiamenti di Niccolò che mi mandavano in confusione. Adriano ferma la macchina una volta arrivati davanti al palazzo dove abitavo, insieme scendemmo dall'auto e lui gentilmente prende per me il borsone dal bagagliaio, dopo averlo ringraziato lo metto in spalla aspettando poi che lui dicesse qualcosa

-Azzurra so che ti sembrerà affrettato, ma ti andrebbe se ci vedessimo altre volte?- era visibilmente imbarazzato dal momento, io dal canto mio resto spiazzata dalla domanda che mi aveva fatto

-Ehm.. Si, mi andrebbe volentieri- gli sorrido e lui ricambia. Volevo dargli una possibilità, in realtà volevo darla più a me stessa che a lui..ma mi sono detta che infondo provare non costa nulla.

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora