12 Aprile: Barcellona
Ho sempre pensato che ognuno di noi avesse diritto al suo posto nel mondo. Tutti noi abbiamo diritto di sentirci legati a qualcosa, che sia un oggetto, un sentimento, un qualcosa che ci facesse sentire vivi. Per me il mio posto nel mondo era Barcellona.
Barcellona è forse una delle città più belle che avessi mai visto, forse anche l'unica a dire il vero poiché non ho potuto viaggiare chissà quanto per svariati motivi, eppure Barcellona mi aveva cambiata in meglio. Non lo dimentico quel viaggio fatto con le mie amiche in un momento della mia vita dove niente, ma proprio niente mi aiutasse a stare meglio. Non dimentico le notti passate sul ponte di quella nave tra pensieri, sigarette e l'attesa dell'alba, non dimentico la spensieratezza di quei giorni, l'ebrezza di tornare all'alba. Non lo dimentico, non posso dimenticarlo. A distanza di quattro anni ritorno in questa meravigliosa città con me stessa diversa, con la mia vita cambiata in meglio. A distanza di quattro anni mi trovo qui, seduta sul sediolino di questo aereo concentrata a guardare fuori dal finestrino la città farsi man mano più piccola sotto i miei occhi
-Credo che sto per morire- commenta Niccolò seduto al mio fianco. Ha fatto di tutto pur di scambiare il posto con Tina, una ragazza della mia classe che inizialmente non voleva proprio saperne di voler fare cambio ma alla fine ha ceduto dopo aver guardato Niccolò in preda al panico per non sk quale motivo
-Nic quante storie. Stai volando su un aereo, non stai andando in guerra- ribadisco per la millesima volta da quando siamo in volo -tra non molto atterriamo, smettila- cerco di trattenere una fragorosa risata. Avevo capito che Niccolò avesse paura di volare e lo si capiva dal fatto che non avesse neanche slacciato la cintura non appena il segnale si era spento e anche dal fatto che stesse torturando il povero sedile dove era seduto
-Gli aerei sono la rovina del mio animo- commenta ancora tenendo lo sguardo fisso avanti a se. Mi giro di poco per guardarlo meglio, gli prendo la mano intrecciando le nostre dita mentre con l'altra gliel'accarezzavo tentando di tranquillizzarlo e questo sembrava funzionare
-Da quando Peter Pan ha paura di volare?- dissi solamente, e questo bastò quel tanto da far rilassare i suoi muscoli tesi quanto una corda di violino.
Dopo esserci sistemati nelle rispettive camere, gli insegnanti ci lasciano un po' di tempo libero prima della cena. Mi stendo sul letto seguita da Lara e Maria
-Quali sono i programmi per questa sera?- chiede Lara mettendosi a sedere poco dopo
-Credo ci diano libera uscita, e non saprei minimamente cosa potremmo fare. È un mortorio qui- commenta Maria. Avevano omesso il fatto che non ci trovassimo nel centro di Barcellona, l'hotel dove alloggiavamo infatti distava più o meno un'ora da Barcellona e tutta la sua movida - per iniziare dovremmo interagire con gli altri ragazzi- continua poi Maria
-Approvo assolutamente l'ultima parte- interviene Lara facendoci ridere. Restammo un po' a chiacchierare fino a quando non arrivò l'ora di cena comunicata prima dell'assegnazione delle camere così uscimmo dalla stanza e ci recammo in quello che era il ristorante dell'hotel. Una volta entrate cercammo un tavolo, impresa alquanto difficile dal momento in cui era piccolo e affollato, in lontanzanza vidi Niccolò che sventola la mano per farsi notare, aveva riservato tre posti per noi al tavolo dove era seduto assieme ai suoi amici. Ci sediamo non appena arrivate al tavolo, impresa alquanto difficile dato che rischiavi di cadere ad ogni passo a causa delle sedie spostate un po' troppo dal tavolo. Guardo Niccolò per un attimo prima di lasciargli un bacio sulla guancia, era da un po' che non lo vedevo, precisamente dal momento in cui ci sono state le assegnazioni delle camere ma tutto sommato ero felice di notare che il suo viso aveva preso colore rispetto a quando era sull'aereo.

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Dodici-ULTIMO
Fanfiction-Ballare è tutta la mia vita, riesco a sentirmi me stessa- gli dico osservandolo a lungo - tu perché scrivi?- -Ho sempre scritto, forse per sentirmi meno solo- mi risponde piegando le spalle - mi esprimo meglio così-