Capitolo 9

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Dovevo ammetterlo, accettare di venire a questa festa come compagnia di Adriano non è stata una delle mie idee migliori. Ero contenta di passare una serata diversa con Adriano e mi piaceva stare con lui, mi faceva ridere, era premuroso e sapendo che non conoscevo nessuno non si era staccato un attimo da me se non solamente per andare in bagno. Riuscivo a sentirmi me stessa quando hanno messo la musica, inizio a muovermi sul posto a ritmo della canzone latino americano e non appena vedo qualcuno buttarsi in pista trascino con me Adriano che se la rideva divertito

-Non so tanto bravo t'avverto- mi dice divertito continuando a camminare, una volta in pista mi metto avanti a lui, gli stringo le mani e mi avvicino

-Segui me- gli dico all'orecchio tornando al punto di partenza. Iniziamo a ballare e Adriano seguiva i movimenti che gli dicevo di fare, era goffo nei suoi movimenti. Mi divertivo e a quanto pare anche lui.

La serata procedeva bene, ridevo e scherzavo con Adriano e ogni tanto guardavo Niccolò, quando sono arrivata assieme ad Adriano mi ha salutata a stento e da un bel po' che mi evita e non mi rivolge parola ma nonostante questo l'ho beccato più volte che mi guardava. Dovevo parlargli, dovevo capire perché si fosse allontanato così senza un reale motivo. Era diverso dalle altre volte, era teso, anche quando Federica gli stava vicino. Dovevo ammettere che era anche più bello delle volte, ero abituata a vederlo indossare una felpa oppure le sue magliette che gli stavano leggermente grandi rispetto la sua corporatura, questa sera indossava una camicia bianca sbottonata al petto e le maniche arrotolate, i pantaloni neri così come le scarpe

-Vado a prendere qualcosa da bere- dico ad Adriano, lui in risposta mi sorride dicendomi che avrebbe fatto due chiacchiere con Leo, gli do un bacio sulla guancia e mi allontano dirigendomi al lungo tavolo dove c'erano diverse cose da bere e anche da mangiare. Non appena mi avvicino prendo una birra, difficilmente la bevevo ma quando potevo ne prendevo sempre una. Vidi Niccolò che parlava con un suo amico, Alessandro credo, quando mi avvicino vedo il suo amico allontanarsi lasciandogli una pacca sulla spalla

-Ehi- gli dico solamente, non ricevo risposta e quindi cercai di avviare una conversazione con lui -è stato carino da parte tua organizzarle una festa- tento ancora una volta, se non mi avesse risposto neanche questa volta sentivo che avrei dato di matto sicuramente

-Grazie- rispose atono, cin espressione fredda e distaccata - ti diverti?- mi chiede continuando a guardarsi intorno

-Si, tu e Adriano siete le persone che conosco di più- abbozzo una risata, tra noi c'era silenzio nessuno dei due proferiva parola - qualcosa non va?- chiedo non riuscendo più a trattenermi, questa volta si gira a guardarmi e rimango quasi incantata dai suoi occhi marroni

-Va tutto a meraviglia- piega le spalle prendendo un altro sorso della sua birra e io faccio lo stesso

-Okay, Niccolò che ti prende? Sono settimane che mi eviti e a stento mi saluti- stavo perdendo la mia solita calma e pacatezza -se ho fatto qualcosa che non va puoi dirmelo-

-T'ho detto che va tutto na meraviglia- il suo tono era quasi arrabbiato e mi meravigliai di questo, di solito ero io che lo trattavo male e ora capivo come si sentisse lui quando lo facevo. Rimasi interdetta cercando di trovare delle parole per rispondergli, ma non ci riuscivo le parole mi morivano in gola - ci vediamo in giro-

-Questa settimana starò da mio padre, sai dove trovarmi- gli dico infastidita, poggio la bottiglia sul tavolo e gli giro le spalle uscendo all'esterno per cercare Adriano.

Mi giro continuamente nel letto incapace di dormire, a quanto pare questa notte il sonno non voleva proprio saperne di stare con me. Apro gli occhi e guardo l'ora sul cellulare, le 03:27, mi alzo dal letto prendendo il pacchetto di sigarette dalla borsa successivamente prendo un plaid bello pesante e dopo averlo messo sulle spalle esco sul piccolo terrazzino che c'era nella mia stanza. Controllo di nuovo i vari social non trovando nulla di interessante e quindi mi ritrovai a pensare seduta per terra, fissando lauce dei lampioni in strada avvolta in un plaid mentre fumo una sigaretta. Ripensavo a come si era comportato Adriano, il modo in cui mi stringeva a lui quando parlava con i suoi amici oppure del modo in cui mi ha stratta mentre abbiamo ballato. Ripensavo al fatto che non ha fatto altro che riempirmi di complimenti, a quanto fosse stato carino e gentile con me per tutto il tempo, ripensavo a come in poco tempo mi abbia preso così tanto eppure, anche se provavo a sforzarmi i miei pensieri andavano a finire sempre su di lui, sempre su Niccolò. Con Niccolò il più delle volte ero me stessa, sentivo che potevo parlare di qualsiasi cosa ed essere capita, perché Niccolò era così: Niccolò era capace di capire qualcuno anche senza conoscerlo, era capace di stare in silenzio per ore ed ascoltarti senza mai stancarsi, era capace di dire le parole giuste al momento giusto senza mai essere fuori luogo, lui era così, capace di comprendere tutti ma che in realtà molti non comprendevano lui, e per lui andava bene lo stesso. Ad interrompere i miei pensieri fu l'arrivo di un messaggio, rimasi quasi sbalordita non appena vidi che era proprio da parte di Niccolò ed erano poche le volte che era lui a cercarmi in questo breve tempo che ci conoscevamo

So che non dovrei ma eri davvero bella questa sera, e io non so assolutamente cosa mi stia succedendo.

Non so esattamente per quanto tempo rimasi a leggere e rileggere quel messaggio, ma forse una cosa la sapevo. Neanche io ero certa di quello che veramente mi stava succedendo.

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora