Capitolo 19

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Le lezioni in accademia ripresero regolarmente, in questo momento stranamente l'insegnante di danza classica ci aveva conceduto una pausa che a dire il vero stava durando più del dovuto e questo ci sorprese un po' tutti siccome non capitavano spesso queste pause, ne approfittai per recarmi al bar per prendere un caffè. Questa mattina come al solito avevo fatto più tardi del solito e le mie amiche mi hanno prontamente rimproverata e io ho semplicemente risposto che no, non cambierò mai resterò sempre un eterna ritardataria

-Ciao Cristian- dico salutando con un sorriso il ragazzo dietro il bancone

-Ciao a te Azzurra, il solito?- mi chiese riferendosi al mio solito caffè, annuisco in risposta e il ragazzo si mette subito al lavoro per preparami un caffè. Dopo averlo bevuto e pagato mi incammino di nuovo verso la sala di danza e durante il mio cammino incontro Niccolò

-Ehy Moriconi- lo saluto e subito il cuore prende a battermi più velocemente e le farfalle allo stomaco fanno la loro comparsa

-Ehilà D'Ambrosio, alla buon ora- dice prendendomi in giro con il suo solito sorriso

-Allora sei vivo, pensavo fossi scomparso dalla faccia della terra-

-Non ti liberi di me così facilmente, dovresti saperlo- dice lui in risposta mettendo le mani nelle tasche della tuta

-Ho forti dubbi a riguardo, come mai in giro? Non hai lezione?- gli chiedo poi

-Potrei dire lo stesso di te, e comunque no. L'insegnante di composizione è assente quindi faccio un giro al bar- risponde piegando le spalle

-Buon per te, io devo tornare a lezione di classica- dico in uno sbuffo e lui ride

-Buona lezione allora D'Ambrosio- dice dandomi un bacio sulla guancia, riprendo a camminare e poi mi volto di scatto richiamandolo

-Ci vediamo dopo per tornare a casa Moriconi- dico a voce abbastanza alta in modo che lui potesse sentirmi lo vedo ridere di gusto per poi girarsi e recarsi al bar dove era diretto poco prima.

Le lezioni erano finite e aspettavo Niccolò che uscisse. Dopo poco lo vidi varcare la porta e dirigersi verso di me che non appena mi nota scoppia in una fragorosa risata

-Non pensavo fossi seria quando lo hai detto- disse aggiustandosi gli occhiali da sole

-Ciao anche a te- rispondo prendendo il borsone poggiato a terra i miei piedi mettendolo poi in spalla - e comunque si, ero seria- Niccolò preme il pulsante sulla chiave aprendo la macchina, metto il borsone sui sediolini posteriori e successivamente salgo in macchina allacciando la cintura di sicurezza. Una volta salito anche Niccolò accende il motore e anche lo stereo

-Dove la porto signorina?- chiede con tono scherzoso

-Dove preferisce lei signor Moriconi- dico solamente. Si immette sulla strada e inizia a percorrerla canticchiando la canzone che passava alla radio. Si fermò dopo qualche minuto non molto distante dal Colosseo, riconobbi subito il posto dove ci fermammo al nostro appuntamento. Ci sedemmo entrambi sul muretto uno di fronte all'altra e io muovevo le gambe penzolanti, parlavamo del più e del meno e scherzavamo, Niccolò afferra le mie mani intrecciando poi le dita mi avvicino di lui a lui poggiando la fronte sulla sua spalla ispirando il suo profumo sentendomi inspiegabilmente bene, troppo bene

-Perché non mi hai detto di aver parlato con Adriano?- chiedo spezzando il silenzio restando nella stessa posizione

-È il mio migliore amico, mi conosce come le sue tasche. Non sarei riuscito a tenergli nascosto i miei sentimenti a lungo- mi risponde con tono tranquillo prendendo poi ad accarezzare dolcemente la mia schiena e chiusi gli occhi beandomi del suo tocco

-E quali sarebbero questi tuoi sentimenti?- chiedo incuriosita

-Non vuoi davvero parlare di questo- sbuffa una risata imbarazzata, alzo la testa mettendomi dritta per poterlo guardare meglio, con una mano gli tolgo gli occhiali per poter guardare i suoi occhi che tanto mi piacevano

-Si, voglio davvero parlare di questo- rispondo mettendo i suoi occhiali tra i capelli

-Azzù il fatto è che me mandi in tilt. Quanto te sto vicino, mi succede qualcosa dentro. Quando ti guardo, quando ti parlo, quando ci sei tu tutto è migliore. Tutto ha un senso e me scordo di tutto il resto-

-Anche tu mi smuovi qualcosa dentro, quando ti sono vicina ho le farfalle allo stomaco, sento di stare bene veramente di non dover nascondere nulla perché so che con te posso essere davvero me stessa- gli dico confessando tutto quello che avevo dentro. Era la prima volta che mi succedeva, era la prima volta che confessavo i miei sentimenti a qualcuno. Forse era proprio Niccolò, era proprio lui che faceva uscire il meglio di me, che mi rendeva felice con la sua semplicità e con i suoi piccoli gesti, forse era lui quello che cercavo - ci ho messo un po' per capirlo, però forse ho sempre saputo che ero destitata a dover stare con te- mi prende nuovamente per mano e mi attira a lui, si avvicina e posa le sue labbra sulle mie. Il bacio era dolce e lento, quasi bisognoso di quel contatto, mi staccai da lui per riprendere fiato e lo guardai morendo il labbro inferiore sorridendo

-Stavolta faccio sul serio, niente stronzate, niente di niente. Mi piaci Azzù.. Mi piaci troppo-

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora