Capitolo 13

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Erano passati giorni e non ero riuscita a trovare il coraggio di parlare con Adriano, mi sentivo combattuta: parlare con Adriano e dirgli la verità, dirgli del bacio con Niccolò, oppure restare in silenzio e tenerlo per me per non rovinare la loro amicizia. Alla fine decisi la cosa migliore da fare al momento, decisi di tenere tutto per me e continuare con il mio silenzio. Per quanto riguarda Niccolò invece, era complicato. Erano giorni che lo evitavo, sia quando ci incontravamo sotto casa e sia in accademia. In questi giorni devo ammettere che mi ha cercata, più e più volte: mi chiamava, mi mandava messaggi chiedendomi di parlare, mi aveva scritto che aveva parlato con Federica dicendomi che si sono visti e che l'ha lasciata. Mi chiedevo se lo avesse fatto per me o se lo avesse fatto perché si sentiva in colpa in qualche modo, lui mi scriveva e io lo ignoravo. Non me la sentivo, proprio non ci riuscivo a parlarne. Mi sentivo in colpa per aver messo fine alla sua storia con Federica, mi sentivo in colpa verso Adriano per aver ricambiato il bacio, mi sentivo in colpa perché si, in quell'istante anch'io desideravo che Niccolò mi baciasse. Mi sentivo in colpa e basta.

-Alla buon'ora- mi canzona Lara vedendomi arrivare come sempre in ritardo

-Maledetti mezzi pubblici, giuro che sono uscita in largo anticipo- mi giustifico ma a quanto pare le mie amiche stentavano a credermi, mi avvicino al bar per prendere il mio solito caffè, dopo averlo preso pagai e ringrazio Cristian.

Esco dallo spogliatotio assieme alle mie amiche pronte per iniziare le prove, mancava sempre meno al saggio invernale. Dopo tre ore intense finalmente l'insegnante di danza calssica di lascia libere dicendoci che la lezione sarebbe ripresa più tardi poiché aveva un impegno. Indosso il pantalone della tuta e una volta uscita dalla sala di ballo indosso le mie amatissime vans, ancora non avevo visto Niccolò e subito pensai che aveva saltato nuovamente le lezioni o che addirittura fosse scappato, questi pensieri erano tutti plausibili fino a che non lo vedo guardarsi intorno e non appena mi vede inizia a camminare a passo spedito verso di me che ero ferma al bar con Maria e Lara

-Ragazze- finge un buffo inchino prendendomi poi sotto braccio e trascinarmi con lui sotto le mie proteste

-Ma che diamine fai?- dico poggiandomi al muro non appena si ferma

-Scambio due parole con te- risponde con nonchalance

-Niccolò- lo richiamo e lui in risposta rotea gli occhi e fa uno sbuffo - cosa vuoi esattamente?-

-E va bene- sbuffa ancora - dal momento in cui mi eviti, avevo voglia di vederti- dice poggiando una mano al lato della mia testa e un'altra sul mio fianco. Lo guardo per un attimo e capisco che non potevo scappare da nessuna parte poiché ero bloccata dal suo corpo

-Bene ora mi hai vista, puoi lasciarmi andare?- chiedo incrociando le braccia la petto

-No, non andrai da nessuna parte fino a che non mi dici perché mi eviti-

-Ti evito perché mi va di farlo- piego le spalle, si avvicina pericolosamente al mio viso e sentivo il suo respiro sulle labbra

-Non ce credi neanche tu a sta stronzata- sorride beffardo

-Senti Nicc..- provo a dire ma lui alza l'indice facendomi zittire all'istante e lo guardo corrugando la fronte

-So che tu e Adriano non state insieme ufficialmente giusto?- mi chiede abbassando il dito, faccio cenno di si con la testa continuando a fissarlo -bene, voglio un appuntamento-

-Un appuntamento? Non sei serio- dico contrariata

-Sono serissimo invece, una sola serata con me- alza le sopracciglia fissandomi, ci pensai su facendo un veloce resoconto di tutti i pro e i contro: se avessi accettato avrebbe finito di tormentarmi e trascinarmi via dai discorsi con le mie amiche, se avessi accettato ad un certo punto mi sarei trovata a dover scegliere tra lui e Adriano perché ero consapevole che Niccolò avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di farmi passare una bella serata

-Okay va bene!- dico alla fine esasperata, sul suo volto compare un sorriso a trentadue denti

-Grandioso, stasera alle otto- dice allontandosi poi e io lo guardavo allontanarsi.

Ero piazzata avanti all'armadio non so da quanto tempo, nonostante non venissi spesso da mio padre avevo comunque abbastanza vestiti per ogni evenienza. Li avevo divisi tenendone una metà a casa da mia madre e metà a casa di mio padre, così come le scarpe, e tutto il resto. Ero al telefono con Lara, le chiedevo consiglio su cosa avrei dovuto indossare ed era circa mezz'ora che discutevamo sul fatto che secondo lei avrei dovuto indossare qualcosa di sexy perché "tesoro quel ragazzo stravede per te" queste furono le sue esatte parole, e io continuavo a ripeterle che non era così e che non avevo la minima intenzione di apparire sexy agli occhi di Niccolò, alla fine scelgo una gonna nera che avrei indossato con calze altrettanto nere e sopra avevo scelto un maglioncino bianco, ai piedi invece misi degli stivaletti bassi poiché non sapevo dove mi avrebbe portata Niccolò e in ogni caso volevo stare comoda. Dopo essermi vestita passai al trucco e dopo qualche minuto ero pronta, metto in una borsetta tutto il necessario: chiavi, cellulare, portafogli e sigarette. Indosso il cappottino, metto la tracolla della borsa sulla spalla e dopo essermi data un ultima occhiata allo specchio esco di casa. Mentre camminavo verso Niccolò, che stranamente era puntuale, continuavo a chiedermi se avessi fatto la scelta giusta non appena mi avvicinai mi sorrise

-Come siamo belle, hai un appuntamento?- dice con tono scherzoso, lo guardai ridendo e anche lui non era niente male vestito nei suoi jeans leggermente strappati, un maglione a collo alto bordeaux e le scarpe ovviamente nere

-Sei un cretino!- dissi ridendo di nuovo. Salii in macchina seguita da Niccolò, accende il motore e parte verso non so dove.

Camminavamo per le strade di Roma, questa città di sera era ancora più bella di quanto non lo fosse già alla luce del giorno. Erano all'incirca le undici di sera e dovevo ammettere che passare una serata con lui non era poi così male. Mi faceva ridere facendo cose buffe o semplicemente dicendo qualche battuta squallida, abbiamo parlato tanto con mia grande sorpresa, di solito non è un gran chiacchierone, ed ora eccoci qui: eravamo fermi poco distanti dal Colosseo che era esattamente alle nostre spalle, con il suo aiuto mi fece sedere su un muretto, con grande imbarazzo gli chiesi se mi potesse scattare una foto e lui senza alcun problema me ne fece una, girò poi la fotocamera e si mise vicino a me tra le mie gambe tenendomi le spalle

-Sorridi!- escalama faccio come mi dice e lui scatta la foto prontamente restituendomi poi il cellulare soddisfatto - torno subito, non ti muovere da qui- rispondo con un va bene seccato e subito nella mia mente arriva la risposta che ho cercato per tutto il giorno: era davvero valsa la pena accettare un appuntamento con lui? Si, assolutamente si. Lo vedo tornare dopo poco con una mano dietro la schiena e sorridente più del dovuto - okay, chiudi gli occhi- mi dice non appena era più vicino

-Non se ne parla Niccolò!- dico alzando un sopracciglio

-Quante storie che fai D'Ambrosio, chiudi gli occhi e basta- rotea poi gli occhi aspettando che facessi come mi aveva chiesto. Chiudo un istante gli occhi incrociando le braccia aspettando che mi dicesse quando potevo aprirli -bene, adesso aprili- apro gli occhi e lo vedo mantenere due fiori, due rose rosse per l'esattezza

-Sono..sono bellissime, grazie!- dissi con un sorriso da ebete stampato in faccia, lui sorride di rimando soddisfatto porgendomi le rose

-Le ho viste mentre salivamo qui su, e ho pensato di prenderle per te- ora sul suo volto c'era un leggero imbarazzo infatti si grattava dietro la nuca

-Perché proprio due? Una andava benissimo- dico alzando lo sguardo dalle rose, si era avvicinato mettendosi nella stessa posizione per fare la foto solo che adesso era ad un palmo dalle mie labbra

-Perché una sono io e l'altra sei tu. -

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora