Capitolo 5

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Ora capivo da chi avesse preso la simpatia Niccolò, suo padre era un tipo davvero molto simpatico e rendeva la cena più piacevole di quello che era. Sua madre invece era una cuoca eccezionale, aveva preparato una cena coi fiocchi: carne squisita e vari contorni altrettanto buoni

-Complimenti signora, la cena era squisita- le dico posando il tovagliolo di stoffa sul tavolo

-Chiamami Anna, mi fai sentire vecchia chiamandomi signora- mi dice lei ridendo, successivamente si alza per togliere i piatti e io mi alzo per aiutarla -oh no stai pure cara- mi rimprovera, ma io ero così non riuscivo a stare per niente ferma

-Preferisco aiutare- le dico io semplicemente poggiando i piatti e le posate sporche nel lavello mentre lei metteva dei piatti puliti per il dolce. Mi accomodo di nuovo accanto a mio padre che mi sorride scompigliandomi i capelli.

Il dolce così come la cena era buonissimo, aveva preparato dei profiterole con glassa di cioccolato e panna. Niccolò seduto accanto a me iniziò a ridere

-Cosa ridi stupido?- gli dissi contagiata dalla sua risata

-Te sei sporcata con la cioccolata- continuò a ridere, metto una mano avanti alla bocca prendendo subito il tovagliolo per pulirmi - na bambina se sporca meno-

-Niccolò, smettila di darle fastidio- lo rimprovera suo padre, lui in risposta si giustifica che mi tormentava sempre e scherzavamo sempre così. Finito il dolce restammo ancora molto a parlare, i genitori di Niccolò non facevano altro che lamentarsi di quanto fosse ribelle Niccolò, fin da bambino. Speravano che con la musica si calmasse un po' ma a quanto pare stavano avendo scarsi risultati

-La mia Azzurra è una ballerina strabiliante- dice mio padre con tono orgoglioso. Non lo avevo mai sentito vantarsi di me, mio padre non era il tipo di vantarsi in mia presenza però mi rendeva felice sapere la sua opinione perché sapevo che tutti i sacrifici che stavo facendo ripagavano i suoi sacrifici fatti negli anni

-M'impegno solo duramente in ciò che faccio papà- rispondo in imbarazzo e con un velo di tristezza. Per quanto mi rendesse felice che mio padre si vantasse di me, allo stesso tempo mi rattrista. Mio padre non mi vedeva ballare da quando avevo quindici anni, esattamente l'anno dopo che ha divorziato con mia madre, da quella volta ad ogni saggio prima di ballare guardavo tra il pubblico e mi rattristavo quando non lo notavo in mezzo alla folla, quel posto vuoto accanto a mia madre faceva si che la stretta allo stomaco aumentasse. Poi crescendo negli anni ho raggiunto la consapevolezza che infondo non potevo costringere i due a stare nello stesso posto contemporaneamente e che forse mio padre era troppo impegnato con il lavoro per vedere sua figlia ballare -scusatemi, vado a prendere una boccata d'aria- mi alzo dirigendomi lungo il corridoio, entro in quella che era la stanza di Niccolò ed esco fuori in terrazza. Poggio le mani sulla ringhiera facendo un lungo sospiro, perdendomi nei miei pensieri

-Stai bene?- la voce di Niccolò risveglia il mio piccolo stato di trans

-Si, sto bene- rispondo freddamente

-Si e io sono un cantante di fama mondiale- dice sarcastico e anche se ero di spalle sapevo che aveva roteato gli occhi - sei na pessima bugiarda Azzù-

-Ho detto che sto bene!- gli rispondo duramente. Conoscevo poco Niccolò, però sapevo che era un buon amico, ma mi conoscevo e tutto questo non avrebbe portato a nulla di buono. Sono sempre stata una persona che si affeziona facilmente, mi butto a capofitto in tutto e alla fine quella che ci rimette sono sempre io, e con Niccolò non potevo permettere che accadesse. Lui era fidanzato e non potevo permettere che per starmi intorno rovinasse la sua relazione, anche se sapevo ben poco di lui e della sua fidanzata, ma ero consapevole di una cosa: ogni volta che ero vicina a Niccolò qualcosa in me si smuoveva qualcosa. Il suo carattere mi attirava, proprio come una calamita, quel suo carattere ribelle che andava in contrasto con il mio, tranquillo e a volte razionale, e la mia razionalità mi diceva che non dovevo affezionarmi troppo a lui

-Sono qui se hai voglia di parlare- mi dice solamente accendendo una sigaretta -e se necessario aspetto anche tutta la notte- ero stata più volta sola con lui da quando ci siamo conosciuti, ma questa sera era diversa. Forse era il fatto che ci trovavamo al di fuori dell'accademia, avevamo più tempo per conoscerci quel poco che servisse a rendere quell'amicizia meno strana e bizzarra

-Perché lo fai?- gli chiedo dopo troppo tempo passato in silenzio

-Fare cosa?- chiede interdetto non capendo il motivo di quella domanda

-Preoccuparti per me- rispondo, Niccolò mi si avvicina, era ad un palmo dalle mie labbra, proprio come quella volta che eravamo sul tetto. Inspiegabilmente il cuore prende a battere più velocemente e i polmoni andavano a fuoco poiché sentivo mancarmi l'aria

-Perché mi stai a cuore- vedevo il suo sguardo fisse sulle mie labbra, dovevo trovare un modo per allontanarmi da lui, ma il fatto è che non ci riuscivo. Troppo attratta da lui, come già detto lui era una calamita e io ero il metallo che pian piano si stava attaccando a lui, eravamo i poli opposti e si sa, i poli opposti si attraggono. Lo vedo avvicinarsi sempre di più, sentivo il suo respiro sulle mie labbra e sentivo che mi avrebbe baciata da un momento all'altro

-Niccolò..- dissi in un sussurro chiudendo gli occhi -non possiamo- apro gli occhi e Niccolò si stacca subito da me. Mi guardava, era ancora avanti a me e aveva poggiato le mani sulla ringhiera

-So che lo vuoi anche tu, non respingermi- biascicò quelle parole continuando a fissarmi

-Niccolò, no. Hai una fidanzata, non voglio essere io la fine della tua relazione- dissi sinceramente e lo pensavo davvero, non mi andava di sentirmi in colpa per aver messo fine alla sua relazione e non mi andava di ritrovarmi in situazioni che sapevo non sarei riuscita a gestire. Niccolò fa un verso di disapprovazione allontanadosi poi dandomi le spalle

-Se solo provassi ad immaginare cosa mi scateni nella testa, capiresti alcune cose Azzurra-

Spazio autrice:

Ciao a tutte, eccomi qui con un altro capitolo. Spero che sia venuto bene anche perché non ho avuto tempo per rileggerlo

Mi farebbe davvero tanto piacere sapere cosa ne pensate, se c'è qualcosa che devo cambiare. Accetto qualsiasi consiglio, so che sono solo all'inizio ma come ho già spiegato vorrei renderla diversa dall'altra storia e devo dire la verità mi sta risultando anche un po' difficile. Ad ogni modo vi ripeto mi farre davvero poacere sapere cosa ne pensate

Un bacio, Anna.

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora