Capitolo 26

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Tre settimane. Tre settimane che mi è crollato il mondo sotto i piedi. Tre settimane che piango e proprio quando penso di aver terminato le lacrime eccole che fanno la loro comparsa. Tre settimane che evito Niccolò, in accademia, a casa di mio padre o con i ragazzi. Tre settimane che prova a scusarsi in tutti i modi possibili e immaginabili, mi ha mandato fiori, ha cercato di convincermi con il cibo ma niente, proprio non riesco a parlargli. Tre settimane e proprio non riesco a farmelo passare, per quanto la nostra relazione potesse essere agli inizi è pur sempre un tradimento, e io sui tradimenti non riesco mai a passarci sopra. So che si può sbagliare, so che lui probabilmente non c'entra nulla, e so che un tradimento è perdonabile. Queste cose le so, le ho sempre sapute ma sarà anche una sfaccettatura del mio carattere ma proprio non ci riesco, almeno per ora

-D'Ambrosio dove ha la testa?- mi richiama per l'ennesima volta l'insegnante di danza classica

-Mi scusi, presterò più attenzione- rispondo per l'ennesima volta, sapevo di andare fuori tempo ma cercavo comunque di non dare troppo nell'occhio poiché sono sempre stata attenta ma a quanto pare non era il mio giorno, così come non lo era ieri, la settimana scorsa o quella prima ancora

-Per oggi basta così- dice l'insegnante interrompendo la musica e così anche la lezione - potete andare, vi aspettiamo tra un'ora in auditorium- detto questo recuepriamo le nostre cose e insieme alle mie amiche ci dirigiamo nello spogliatoio. Maria e Lara facevano di tutto per tirarmi su il morale riuscendoci anche a tratti

-Che ne dici se uscite di qui ci vediamo a casa mia, pizza e un bel film- propone Lara, eravamo solite fare queste serate e accettai senza pensarci su neanche un attimo, avevo bisogno di distrarmi

-No strappalacrime, vi prego mi sono prosciugata in queste settimane-

-Non ricordarmelo che se lo vedo lo cavo gli occhi e gli spezzo tutte le ossa che ha in corpo- commenta Maria assottigliando gli occhi facendo un ghighigno immaginando probabilmente la scena.

Dopo esserci lavate e vestite usciamo dallo spogliatoio dirigendoci poi in auditorium, da un bel po' si vociferava che per il saggio finale ci sarebbe stata una specie di collaborazione tra gli studenti di musica e quelli di danza. Probabilmente avevano riunito tutti gli studenti qui appunto per parlarci di questo. Assieme alle mie amiche prendiamo posto nelle penultime file, vedo Niccolò prendere poi posto nella fila di sedie dietro di noi e subito prende a giocare con le punte dei miei capelli. La direttrice fa il suo ingresso in auditorium, parla per qualche secondo con gli insegnanti e sale poi sul piccolo palco per prendere parola sento un leggero chiacchierio alle mie spalle seguito poi da qualcuno che si alzava e potevo già immaginare quel qualcuno

-Ehilà- dice Niccolò a bassa voce non appena si siede accanto a me, cerco di evitarlo in tutti i modi ma quando vuole sa essere fastidioso, e anche molto

-Piantala! Non ho la forza e la voglia di continuare a parlare con te- dico a bassa voce cercando di continuare a sentire ciò che stesse dicendo la direttrice

-... Per tanto lavorerete in coppia da questo momento fino alla fine dell'anno, non appena uscirete da qui troverete affisso in bacheca un foglio con su scritto una lista delle coppie. Buona serata a domani ragazzi- conclude infine la direttrice, recupero le mie cose e insieme alle ragazze e ovviamente seguita da Niccolò usciamo dall'auditorium. Aspettiamo un po' prima di dare un'occhiata al foglio in bacheca, giusto il tempo che si sfollasse un po', poco dopo infatti ci avviciniamo. Con il dito percorro la lista cercando il mio cognome, se per tutto il tempo ho sperato che Niccolò non fosse il mio compagno evidentemente qualcuno li su deve proprio odiarmi

-Non ci posso crede. È uno scherzo- dico dando voce ai miei pensieri

-Contenta D'Ambrosio? Ora non puoi più evitarmi- dice Niccolò mettendo un braccio attorno alle mie spalle guardandomi poi alzando e abbassando le sopracciglia più volte.

Ero appena ritornata a casa, nonostante avessi passato una serata spensierata con le ragazze non riuscivo a non pensare al fatto che fino alla fine dell'anno avrei dovuto allenarmi e lavorare in un certo senso con Niccolò, e se questa cosa tra noi non si fosse risolta non immaginavo a come sarei potuta sopravvivere a tutto questo

-Ciao papà- dico chiudendo la porta alle mie spalle posando le chiavi dell'auto e di casa sul mobiletto all'entrata

-Ciao bambina- risponde sorridendomi, mi accomodo sul divano accanto a lui guardando la tv distrattamente - qualcosa non va?- mi chiede

-È tutto okay papà, tranquillo- forzo un sorriso guardandolo

-Oh bambina mia, sai in questo sei identica a tua madre-

-In questo cosa?- chiedo accigliandomi

-So benissimo che qualcosa non va, ma cerchi di nasconderlo e non ti riesce per niente bene. Anche tua madre faceva così- mi dice spegnendo la tv voltandosi di poco per guardarmi meglio

-Hai ragione papà- dico sospirando pesantemente - è che mi ritrovo in qiesta situazione con Niccolò, il figlio di Sandro il tuo amico-

-Ho sempre pensato che ci fosse del tenero tra voi due-

-Non è questo il punto papà- dico alzandomi dal divano camminando avanti e indietro -mi ha fatto star male, l'ho visto che baciava un'altra e sto ancora male per questo. Non riesco a passarci su- continuo sentendo gli occhi farsi lucidi di nuovo, come da tre settimane a queata parte. Come ogni volta che tiravo fuori l'argomento

-Piccola mia, ascolta il tuo vecchio- risponde facendomi cenno di sedermi accanto a lui, faccio come mi dice. Erano poche le volte che mi ritrovavo a parlare con lui dei miei sentimenti o di quello che mi succedeva. A dire il vero erano poche le volte che parlavo di quello che mi succedeva, tendevo sempre a tenere tutto per me convinta del fatto che passasse da se, sapevo di sbagliare, sapevo che non era giusto tenersi tutto dentro e con il passare del tempo non ho cambiato questa mia abitudine però ho cercato di modificare questa piccola parte del mio carattere - sai benissimo che non difendo la categoria, spesso noi maschi ci facciamo abbindolare da voi donne. Avete un modo tutto vostro per convincerci a fare delle cose, anche contro il nostro volere..sono sicuro che anche per Niccolò sia stato così e sono anche sicuro del fatto che sta cercando di farsi perdonare-

-Ci prova, eccome se ci prova- dico tirando su con il naso poiché le lacrime avevano iniziato a scendere sulle mie guance

-Dagli una seconda possibilità, datti una seconda occasione. Non rinunciare, non buttare tutto all'aria per una ragazza qualunque che sta solo provando ad ostacolare la vostra felicità-

-Ci proverò, te lo prometto. Ti voglio bene papà- dico abbracciandolo

-Ti voglio bene anch'io bambina mia-

Spazio autrice:
Ciao a tutte, come state?
Eccomi con un nuovo capitolo, devo dire che questa storia sta venendo più lunga di quanto mi aspettassi.
Ho delle domande da farvi: vi sta piacendo come si sta svolgendo la storia?
Devo cambiare o aggiungere qualcosa?
Accetto qualsiasi consiglio

Al prossimo capitolo, Anna.

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