Capitolo 2

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Giorno diverso ma solita routine. Mi sveglio, mi preparo e vado in accademia dove passo l'intera giornata con le mie amiche, tra chiacchiere e la danza. Fin da quando ero bambina la danza è stato il mio miglior modo per potermi esprimere, quando non riuscivo ad esprimere a parole ciò che sentivo ballavo. La danza per me dall'adolescenza in poi è stata come un rifugio, quando i miei genitori si sono separati non l'ho presa per niente bene, mi sono chiusa in me stessa e non facevo altro che ballare e ballare. Ho sempre cercato di dare il meglio di me, ogni passo ce la mettevo sempre tutta. Questa mattina con mia gra de sorpresa, e anche quella delle mie amiche, ero arrivata in accademia in largo anticipo, infatti adesso ci troviamo come ogni mattina sedute ai tavolini del bar

-Ieri non sapete che brutta figura che ho fatto! - dice Lara poggiando la tazzina sul piattino

-Dov'è che sarebbe la novità?- la canzono io, Lara è sempre stata il tipo di persona la quale le capitano di tutti i colori, dalle persone più esuberanti per finire alle più brutte figure che si possano fare

-Ero scesa alla fermata della metro, non appena esco all'esterno mi si avvicina un tizio e mi tocca il braccio, gli dico le peggio parole e solo dopo mi accorgo che era Luca, il mio vicino- scoppiammo a ridere, lei era così: era la ragazza più estroversa che avessi mai conosciuto, imprecava per niente. Sbagliava un passo? Imprecava. La guardi per più di un secondo? Imprecava. Era esattamente l'imprecazione fatta in persona

-Quello figo?- interviene Maria ricordandosi che Lara ha due vicini: Luca, per l'appunto quello bello. E poi c'era Giovanni, il tipo non bellissimo da togliere il fiato ma che aveva quel certo non so cosa che attrae

-Esattamente, lui- noto il suo viso farsi rosso nuovamente ridendo.

Le lezioni stavano per cominciare, assorta nei miei pensieri mi dirigo verso lo spogliatoio camminando tra la folla di ragazzi, qualcuno camminava di fretta, con fin troppa fretta aggiungerei, e io ovviamente vado a sbattere proprio contro quel qualcuno facendo cadere per sbaglio alcuni fogli sul pavimento, ne raccolgo alcuni porgendoli al ragazzo di fronte a me accorgendomi solo dopo che fosse il ragazzo che proprio ieri mi chiedeva di coprirlo poiché stava scappando dalle lezioni. Prende velocemente i fogli dalle mie mani riprendendo a camminare frettolosamente ma un foglio gli cade di nuovo. Lo raccolgo mettendolo in borsa anche perché il ragazzo non era più nella mia visuale e continuo il mio cammino verso lo spogliatoio.

Quest'oggi avevo lezione di danza moderna, assieme alla danza classica, erano i due stili che più mi piacevano e rappresentavano. Non sono mai stata una bambina vivace o un'adolescente problematica, al contrario sono sempre stata ubbidiente e non ho mai trasgredito le regole. Probabilmente era perché mia madre fin da piccola ha sempre deciso lei come dovessi comportarmi e quello che avrei dovuto fare, in un certo senso l'ho avuta vinta solo sulla danza ma per il resto era lei a decidere, stando ai fatti forse è stato anche questo uno dei motivi della separazione dei miei.

-D'Ambrosio presti attenzione per favore- mi richiama la mia insegnate, ero talmente assorta nei miei pensieri da non essermi accorta di essere andata fuori tempo - fate una piccola pausa, riprenderemo tra dieci minuti- dice l'insegnante. Lei a differenza dell'insegnante di danza classica era meno rigida, per l'appunto se eri distratta ti faceva fare una pausa e così tutta la classe, se dovevi andare in bagno ti dava il permesso per andare anche durante il ballo, è semore stata l'insegnante più malleabile e disponibile. Passarono i dieci minuti e riprendemmo la lezione che continuò fino alla pausa pranzo. Tirammo un sospriro di sollievo non appena uscimmo nel giardino sedendoci sul solito muretto iniziando poi a mangiare

-Questo saggio invernale distruggerà i miei poveri muscoli- si lamenta Maria mettendo in bocca una forchettata di insalata di pollo

-Almeno avremo un po' di tregua- dissi io mettendo in bocca un pezzetto di pollo

-E poi romperanno i coglioni per il saggio finale. Che merda- dice Lara infine facendoci ridere come al solito. Continuammo così le nostre chiacchiere, notai che aveva fatto il suo ingresso in giardino Niccolò. Lo seguii con lo sguardo fino a che non vedo che si siede su un muretto sotto un albero, iniziando a scrivere qualcosa su di un quaderno

-Torno tra un attimo- dico di punto in bianco interrompendo il discorso di Maria, prendo il foglio dalla mia borsa e mi dirigo in direzione di Niccolò per restituirglielo. Mi avvicino a passo lento

-Ehi tu!- dissi ad alta voce facendolo sobbalzare

-Che te possino- dice con tono spaventato e una mano al petto

-Come è andata la fuga ieri?- gli chiedo per informazione

-Non ho avuto nessuna chiamata da parte della direttrice o da mia madre, direi bene- dice continuando a sceivere sul quaderno, resto in silenzio osservandolo: era leggermente bassino, a occhio e croce dev'essere alto 1,70. Le braccia entrambe tatuate e anche la mano destra e anelli quasi su tutte le dita, maglietta nera e una collana argentata a forma di chiave ricadeva poco sotto i pettorali. Naso normale, labbra carose e probabilmente anche morbide, qualche lentiggine sulle guance e alcune sul naso. Portava gli occhiali da sole, delle RayBan ovali con lenti scure e montatura dorata quindi non potevo vedere il colore dei suoi occhi, i capelli erano scuri e leggernente spettinati. A dire il vero era un bel ragazzo, apparentemente normale e con un certo non so cosa che lo rendeva diverso rispetto a tutti gli altri -Quando hai finito di farmi l'ispezione a raggi x, puoi anche dirmi cosa ti occorre- esordisce non staccando gli occhi dal quaderno, chiedendomi come avesse fatto a scoprirmi

-Si, ehm..hai perso questo stamattina- gli dissi in leggero imbarazzo porgendogli il foglio, rendenomi conto solo dopo che si trattasse di uno spartito

-Ecco perché non lo trovavo- dice sorpreso prendendo il foglio - Grazie ehm...come hai detto che ti chiami?-

-Non l'ho detto infatti- piego le spalle incrociando le braccia al petto

-Ok se non vuoi dirmelo tieniti pure i tuoi segreti- fa una risatina riportando lo sguardo sul quaderno, carino e anche simpatico

-Azzurra D'Ambrosio- dico poi dopo essere stata un po' in silenzio. Mi giro un attimo verso le mie amiche che mi osservavano, nonostante fossero lontane potevo notare le loro facce divertite dalla scena e sicuramente non appena mi sarei riavvicinata, non avrebbero perso orccasione per lasciarsi sfuggire qualche commento poco ingenuo e femminile su Niccolò

-Allora grazie Azzurra D'Ambrosio- mi dice sorridendomi e mostrando delle piccole fossette al lato della bocca mandandomi quasi in ipnosi, aveva anche un bel sorriso e conoscendomi avrei passato il resto della giornata cercando di trovargli un difetto

-Di nulla Niccolò Moriconi, ricorda che mi devi due favori-

Dodici-ULTIMODove le storie prendono vita. Scoprilo ora