NICCOLÒ
Mi stacco dalle labbra di Azzurra, l'avevo fatto, l'avevo baciata. L'avevo baciata senza pensare a nessuna conseguenza, senza pensare a tutto quello che sarebbe potuto succere. Lo avevo fatto d'istinto, non avevo pensato a Federica, la mia fidanzata. Non avevo pensato ad Adriano, il mio migliore amico di una vita, non avevo pensato a niente. Era di fronte a me, con il respiro irregolare che mi guardava incredula. Intorno a noi c'era silenzio, un silenzio che diventava troppo assordante, riuscivo a sentire il battito accelletato del mio cuore che forse non aveva mai battuto così forte, riuscivo a sentire le emozioni dentro di me in forte contrasto tra loro. Guardavo Azzurra, guardavo l'espressione sul suo volto e le parole mi morivano in gola, sentivo il rumore dei miei pensieri cercando di trovare un motivo valido del mio gesto ma avevo ancora la mente troppo offuscata per riuscire a capire perché lo avessi fatto, o forse era davvero il forte desiderio che avevo di baciarla. Una suoneria riempie il silenzio venutosi a creare, vedo Azzurra prendere il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rispondere poco dopo
-Adriano, ehy!- esclama bagnandosi le labbra -no, non sono in accademia- dice ancora rispondendo alle domande fatte dal mio amico dall'altra parte del telefono -ehm.. Si, si va benissimo- si passa una mano tra i capelli, e io restavo fermo, immobile a scrutare ogni suo movimento -okay, ci vediamo alle 19:00- dice infine staccando poi la chiamata
-Appuntamento con Adriano?- chiedo incuriosito avendo ascoltato ciò che aveva detto poco prima
-Si, ha la serata libera e mi ha chiesto di uscire- il tuo tono era quasi incerto, quasi avesse vergogna a rivolgermi la parola. Mormoro un capisco prendendo poi una sigaretta dal pacchetto accendendola. Ancora non riuscivo a smettere di pensare al bacio, non mi era mai successo prima, avevo tradito la mia fidanzata e al momento non sentivo nessun senso di colpa, nonostante stessimo insieme da due anni sapevo che niente era più come prima. Per quanto ci provassimo entrambi a cercare di far funzionare la cosa, sapevo che in realtà non sarebbe cambiato nulla. Forse l'unico senso di colpa che avevo era quello di aver tradito il mio migliore amico
-Azzurra..- provai a parlare, a spiegare il perché del mio gesto
-Dovremmo andare- disse solamente prima di recuperare la sua sciarpa poggiata a terra.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso, tenevo le mani ben salde sul volante e ogni tanto mi giravo per guardare Azzurra che era girata a guardare fuori dal finestrino. Parcheggio l'auto una volta arrivati, scendemmo dall'auto e Azzurra cammina a passo spedito all'interno del palazzo
-Azzurra fermati!- dissi a voce alta facendola fermare sui suoi passi, mi avvicino a lei e le prendo la mano per farla girare a guardarmi - dobbiamo parlare- il mio tono era serio così come il mio sguardo
-Niccolò ti prego- ribadisce in un sussurro
-Parlami Azzù, cosa c'è che non va?-
-Non doveva succedere Niccolò!- esclama alzando la voce facendo girare un passante che ci guardò in modo strano
-Potevi respingermi, tirarmi uno schiaffo e dirmi le peggiori parole- dico lasciandole la mano, ci stavamo arrabbiando senza neanche un motivo ben preciso - non lo hai fatto, e ora sei incazzata con me. Ammettilo che eri la prima a volerlo-
-Hai ragione, ma spiegami come farò a guardare in faccia ad Adriano dopo questo?- mi chiede - come guarderai TU la tua ragazza dopo questo?- continua puntandomi il dito, aveva ragione. Aveva pienamente ragione, ma ero consapevole che una volta che si sarebbe saputo mi sarei preso tutte le conseguenze e mi sarei addossato tutte le colpe, rimasi in silenzio a quelle sue parole rendendomi conto solo adesso del casino che si sarebbe venuto a creare - parlerò con Adriano, non sono in grado di mentirgli- il suo tono era tornato normale
-Non sei seria- sbuffo una risata nervosa - non puoi dirglielo-
-Devo andare- risponde morendo l'interno della guancia, mi guarda per un istante e poi entra nel palazzo lasciandomi lì.
Non so esattamente da quanto tempo vagavo per le strade, dovevo schiarirmi le idee, dovevo fare chiarezza su tutte le situazioni che si erano venute a creare. Cercavo di capirmi, di capire quello che mi succedeva ogni volta che mi ritrovavo con Azzurra, sentivo una strana morsa allo stomaco, quella morsa allo stomaco che con Federica non sentivo più da tempo. Pensai che parlarne con qualcuno forse mi avrebbe aiutato e quindi camminai deciso verso casa di Alessandro sicuro di trovarlo li.
Ero seduto sul letto e giocavo distrattamente con il gatto e non ascoltavo per niente quello che stava dicendo Alessandro che parlava di questa ragazza conosciuta al bar dell'università
-Ho baciato Azzurra- dico di getto interrompendo il suo discorso
-E quindi le ho chi...aspetta che?- dice voltandosi verso di me
-Hai sentito bene, non farmelo ripetere- ribadisco continuando ad accarezzare il gatto
-Tu che cosa?- chiede incredulo da quanto ho detto poco prima - Niccolò tu sai vero a quello che potrebbe succedere?-
-Lo so Alessà, lo so bene ma me so fatto prendere dalla situazione- dico prendendo a spiegargli tutto dall'inizio alla fine, Alessandro mi ascoltava con attenzione. Lui e Adriano erano sempre gli unici a cui dicevo le cose più personali e anche quelli che forse mi fidavo di più e gli ero grato che sapessero farmi ragionare e darmi consigli - quindi ha detto che stasera ne parlerà con Adriano- dico infine
-Na bella situazione insomma- si passa una mano tra i capelli e poi poggia i gomiti sulle ginocchia incrociando le dita - da quello che so Azzurra non sa mentire, ma so anche che non rovinerebbe la tua amicizia con Adriano- non avevo pensato a questo, ma era vero: Azzurra non era il tipo da voler rovinare appositamente i rapporti tra le persone ed era anche vero che era una pessima bugiarda
-Che mi consigli di fare?- gli chiedo sospirando
-Ti direi di aspettare un po', prima di parlare con Adriano- sentivo che stava per arrivare un ma, perché in quasi tutti i discorsi che mi faceva Alessandro c'era sempre un ma -ma...prima di tutto devi trovare un modo per dirlo a Federica-
-Penserò ad un modo, grazie Alessandro- gli dico salutandolo poi dopo poco per lasciarlo studiare in santa pace.
Ero steso sul mio letto, la schermata dei messaggi con Federica era avanti ai occhi e io non trovavo il coraggio di scriverle o di dirle qualsiasi cosa, dopo qualche minuto mi addormento assorto nei miei pensieri che mi turbavano da questo pomeriggio.
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Dodici-ULTIMO
Fiksi Penggemar-Ballare è tutta la mia vita, riesco a sentirmi me stessa- gli dico osservandolo a lungo - tu perché scrivi?- -Ho sempre scritto, forse per sentirmi meno solo- mi risponde piegando le spalle - mi esprimo meglio così-