Sessione: 3.3 Nell'Ombra Del Tuo Cuore

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(Trad. Le giuro che non le farò alcun male... non ho divorato nessuno dei miei studenti, questo mese)

Chiudo gli occhi, inspirando l'aria fresca per schiarirmi la mente e cercare di pensare. Con tutte le voci che si sono sparse sul nostro conto, seguirlo nel suo ufficio potrebbe essere un grosso errore...

Alla fine, libero un grande sospiro e prendo la mia decisione. Samantha e tutte le altre possono andare a raccontare ciò che vogliono. Io so chi sono e soprattutto, so cosa non sono. È con questo spirito che afferro il telefono e invio un breve messaggio a Nicolae, per informarlo che rientrerò più tardi.

Conoscendolo, sarebbe capace di piombare al campus come un missile.

Fatto quello, devo correre per raggiungere il professore, già all'interno dell'edificio. Il suo passo è talmente veloce che fatico a seguirlo. Si direbbe abbia il diavolo alle spalle! Anche al suo fianco, devo accelerare per mantenere il passo.

Lo osservo con la coda dell'occhio, sembra teso e non credo di averlo mai visto così nervoso. Che sia a causa mia? Che l'abbia costretto?

Di fronte al suo ufficio, resto quasi meravigliata dalla rapidità con cui l'abbiamo raggiunto, e mentre estrae le chiavi dalla tasca per aprire la porta, non posso evitare di guardarmi intorno per controllare non ci sia nessuno. Non voglio che mi sorprendano di nuovo nell'ufficio di Jones, al calare della notte.

Per mia fortuna, i corridoio sono deserti. In effetti, l'unico rumore che ho sentito venendo qui, è stato quello dei nostri passi.

"Le assicuro che non rischia assolutamente nulla con me" commenta allegramente, rivolgendomi un occhiolino complice.

"Tra noi due, sono io la più pericolosa! Non dimentichi che ho già provato a stenderla, e a colpirla..." le labbra gli si incurvano in un tenero sorriso, poi spinge la porta ed entriamo nel suo antro, lui con passo sicuro, io... un po' meno.

Il pericolo non è lui, ma gli altri!

Entrando nell'intimità del suo studio, osservando tutti quegli oggetti e manufatti sparsi alla rinfusa, mi torna alla mente la nostra serata a casa sua, e il cuore accelera di colpo.

"Del tè?" chiede, con un tono roco e incredibilmente sensuale che mi distoglie dall'arredamento per concentrarmi su di lui. Per un ardente istante, i nostri sguardi si incontrano e benché la sua espressione resti indecifrabile, percepisco nel modo in cui i suoi occhi percorrono il mio viso, che sta prendendo nota di ogni mia minima reazione. Si direbbe quasi voglia sondare i miei pensieri.

Sento le guance avvampare all'idea di ciò che potrebbe scoprirci. Ma la connessione si infrange ed è lui a distogliere lo sguardo per primo, a disagio. Non ci capisco più niente!

"Si... molte grazie" si gira con la grazia di un felino, zigzagando nell'intrico della sua stanza, lasciandomi libera di contemplare la sua ampia schiena, le sue spalle muscolose e il suo... ehm... be' le parti anatomiche che non sono riuscita a vedere quella famosa notte al lago.

Basta! Sono qui per una ragione ben precisa, non per sbirciare..

Basta! Sono qui per una ragione ben precisa, non per sbirciare

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