(Trad. Ce l'abbiamo fatta!...)
Nel cielo cala un crepuscolo saturo di umidità, l'aria ristagna, immobile e soffocante man mano che ci inoltriamo nella giungla. Sento i vestiti fradici di sudore appiccicati al corpo.
Un allegro cinguettio di quetzal accompagna la nostra traversata, poi l'urlo in lontananza di una scimmia mi fa sussultare.
Avanzo in silenzio, e più passa il tempo più considero la giungla come un'entità a sé stante, un essere vivente a tutti gli effetti, e la conversazione con Sebastian, riguardo all'eventualità che il tempio possa essere una trappola a grandezza naturale, non mi ha rassicurata. Ho visto tutti gli Indiana Jones, e ho una brutta sensazione sui pericoli che ci attendono.
A parte questo, sfuggire alla morte mi ha resa euforica, e il fatto che siamo ancora tutti insieme mi da un enorme sollievo. Anche Samantha si è data una calmata, segue il gruppo in religioso silenzio, grattandosi meno e senza lamentele. Mi do una sistemata allo chignon, poi controllo che i pantaloni scendano bene sulle gambe fino alle scarpe. Mentre sono presa nella mia piccola ispezione, sento che, malgrado tutte le prove affrontate o che dobbiamo ancora affrontare, non vorrei essere da nessun'altra parte. Il fatto di sentirmi esattamente nel posto in cui dovrei essere, è rassicurante. Sapere questo però, non mi rende meno vigile. La giungla resta un territorio inospitale per chi non la rispetta e le cose, anche se sembrano andare bene, potrebbero cambiare drasticamente in un battito di ciglia.
"Estàs bien bien, Alice?" la voce di Esteban mi coglie impreparata, ero così assorta nei miei pensieri che non l'ho visto avvicinarsi. Annuisco, rivolgendogli un leggero sorriso, continuando a camminare in silenzio.
A pochi passi davanti a noi, Sebastian fa da apripista liberando il passaggio a colpi di machete. A giudicare dai suoi movimenti, più rigidi e decisamente meno fluidi rispetto a prima, si denota che la fatica sta avendo la meglio su tutti noi.
Continuo a pensare che non ci sia ragione che faccia tutto questo lavoro da solo! Ha fatto la sua parte di sforzo, e merita di respirare anche lui. Se lo aiutassi potrei avere l'occasione di mostrare che non sono fatta di vetro. Potrei mettere alla prova la mia forza e la mia resistenza.
"Sei ben silenziosa, preciosa?" Esteban mi riagguanta, riportandomi sulla terra.
"La fatica, senza dubbio" rispondo, scuotendo la testa "Cioè, non voglio lamentarmi, anche tu non ne potrai più!" aggiungo subito dopo. Lui inspira col naso, rilasciando un sospiro "Ah be'! Non mi dispiacerebbe accamparmi presto! La giornata è stata lunga" alzo lo sguardo al cielo che imbrunisce. Tra poco sarà notte, spero proprio riusciremo a raggiungere il punto di accampamento prima che il buio cali del tutto.
Come a leggere i miei pensieri, Esteban mi da un delicato colpetto di incoraggiamento alla spalla. Lui possiede una sottile gentilezza, la capacità di intuire di cosa hanno bisogno le persone che gli stanno intorno. Mi fa pensare a Nicolae.
Mi manca il maniero. La vita sarà monotona forse – per quanto vivere con dei vampiri possa esserlo! - ma è il mio rifugio. I fratelli Bartholy rappresentano la mia famiglia adesso, e mi manca parlare con loro.
Chiudo gli occhi per un lungo momento, quando li riapro, l'aria umida della giungla mi sembra un po' meno soffocante. Ringrazio Esteban con un cenno del capo, al che lui resta a fissarmi con uno sguardo grave e pensoso.
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Is It Love? Sebastian
FanfictionAlice Croft, da sempre affascinata dai misteri che si celano dietro le civiltà del passato, lascia la casa dei suoi genitori per seguire le proprie aspirazioni. La sua passione la condurrà alla cittadina di Mystery Spell e più precisamente, alla sua...