Jungkook si rigirava fra le mani le piccole pillole bianche, protette da uno strato di pellicola di plastica dura e di alluminio sul retro. Erano le tre di notte, eppure non riusciva a dormire, non aveva chiuso occhio da quando aveva ricevuto quello smielato messaggio da Hoseok.
Così, il corvino, noncurante del freddo della notte e del vento che soffiava forte, aveva indossato la sua giacca di pelle imbottita e aveva raggiunto in pochissimo tempo l'appartamento indicatogli dal medico, non sapendo neanche lui il perché avesse davvero deciso di seguire il suo istinto e prendere quelle pillole.Taehyung, poco tempo prima, aveva chiaramente espresso il suo più totale rifiuto nel voler prendere quella "merda" —come l'aveva definita lui— e da un lato, Jungkook non lo biasimava. Di certo il maggiore, essendo omega, era a piena conoscenza dei rischi legati a quei medicinali illegali, e il corvino capiva benissimo le sue ragioni. Ma dall'alta parte, forse la più razionale, non riusciva a spiegarsi il perché avesse deciso di mandare all'aria tutti gli sforzi fatti in quegli anni per scalare la piramide militare, e ottenere la sua posizione.
La recluta proprio non riusciva a capire le motivazioni del generale, non capiva cosa ci fosse sotto. Perché accollarsi un figlio se questo comporterebbe l'essere radiato dall'arma? E, nel peggiore dei casi, persino perseguito dalla legge.
Sospirò, continuando a rigirarsi fra le mani quelle piccole pillole, passando a mente tutte le possibilità: metterla di nascosto in un pezzo di cibo, scioglierla nella bottiglia di Kim. Scosse però la resta a quei pensieri, non osando neanche immaginare una possibile reazione collaterale. Non avrebbe voluto avere due morti sulla coscienza, già uno sarebbe bastato. E poi, anche se fosse, probabilmente Taehyung non l'avrebbe mai perdonato, odiandolo per il resto della sua vita —come se, in fondo, non lo facesse già.
Senza neanche volerlo —o forse il suo inconscio gli aveva giocato un brutto scherzo — Jungkook si ritrovò davanti a quella porta. Alla porta di Kim.
Guardò la sua mano, che stringeva ancora le pillole, poi la porta. Si morse un labbro, indeciso se bussare o meno. Anche se fosse, cosa avrebbe potuto fare? Il generale non aveva la minima intenzione di collaborare in ogni caso. Avrebbe provato a convincerlo? Forse avrebbe potuto provarci.Racimolato un po' di coraggio, bussò energicamente alla porta, infilando le pillole nella tasca del suo giubbotto in attesa di una risposta. Rimase qualche minuto in piedi, sulla porta, il silenzio più totale che lo avvolgeva, solo il leggero fruscio degli alberi fuori appena accennato. Bussò una seconda volta, e si disse che quella sarebbe stata l'ultima prima di andare via, vista l'ora tarda Kim avrebbe potuto benissimo essere in un sonno profondo; fece per muovere un passo all'indietro, ma una faccia assonnata e leggermente gonfia fece capolino dalla porta.
«Nhhh-chi è a quest'ora?» disse con un filo di voce impastata dal sonno, mentre con una mano si stropicciava gli occhi.Jungkook lo guardò con occhi che trasudavano tenerezza, prima di parlare «Generale Kim, ho bisogno di parlarle. So che è tardi, ma - » si interruppe quando, vedendo che l'altro stava per chiudere la porta, si allungò per incastrare un piede fra la porta e lo stipite, per evitare che ciò accadesse. «Per favore. È importante.» disse serio il corvino guardandolo dritto negli occhi.
Titubante, dall'altro lato della porta, Kim sospirò, sentendosi moralmente costretto ad aprire e a fare entrare il ragazzino.«La ringrazio... E mi deve scusare per l'ora, ma non riuscivo a chiudere occhio. Ho la testa piena di cose.» si giustificò Jungkook, chiudendo di la porta alle spalle, notando l'esclusiva espressione di Taehyung, a braccia conserte che lo guardava. «Io... Ecco... Ho portato quelle pillole.» esalò poi tutto d'un fiato, il corvino.
«Mi stai dicendo che sei venuto fin qua alle quattro di notte solo per parlarmi di quelle stronzate?!» sbottò il generale, incredulo. «Jeon giuro che se in questo preciso istante non mi sentissi di merda, ti avrei già fracassato le ossa.»
«Taehyung, ti prego. Perché vuoi gettare tutto in aria?! Non ci pensi alla tua carriera, alla tua posizione?!» ribatté a tono Jungkook «Tutti i sacrifici che avrai sicuramente fatto per arrivare fin dove sei adesso, vuoi davvero mandarli in fumo? Ti basterebbe prendere questa pillola e tutti i tuoi problemi sparirebbero dopo qualche giorno.» disse tirando fuori la piccola confezione«Prima cosa, sono un tuo superiore, quindi non permetterti mai più di rivolgerti in modo così informale a me. Seconda cosa, io quella merda Non. La. Prendo. Su questo non si discute Jeon. » scandí le sue parole in modo cadenzato, così che entrassero nel cuore e nella mente bacata di quel ragazzo, mentre il sapore amarognolo del vomito cominciava a salirgli su per la gola.
«Mi scusi. Non capiterà più. Ma la prego, pensi un po' a quello che le ho detto. Una sola pillola e sarà tutto finito.» concluse appoggiandola sul tavolo lì vicino, dirigendosi verso la porta sotto lo sguardo assente di Kim, che, una volta scattata la serratura a segnare che si fosse chiusa, portò una mano a coprirsi la bocca e strizzò gli occhi, incapace di trattenere i singhiozzi.Eppure quei gesti non riuscirono a fermare le lacrime che ormai gli ricadevano sul viso, mentre i suoi occhi si soffermarono sulle medicine lasciate da Jeon.
Quel ragazzino aveva ragione, una pillola e tutto sarebbe finito per davvero.Che succede al nostro Tae Tae? 😭
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Killer Scent | Kooktae [BTS Fanfic]
Fanfic«Cavolo, buona fortuna col generale Kim... Non vorrei essere al tuo posto! » Police!AU, Omegaverse ❗WARNING, SMUT! ✔️COMPLETA