Le due mani piene di anelli di Jimin si andarono a incrociare, circondando il bacino del suo amico, che era ancora nel bel mezzo del corridoio, piangente.
Lo aveva trovato così, appoggiato a sé stesso, con gli occhi che sembravano due fiumi in piena e i capelli arruffati, quando si era finalmente deciso ad uscire per cercarlo, visto che di tornare nel suo appartamento non aveva proprio voglia.
«TaeTae, torni dentro? Sono arrivate le pizze» mugolò il biondo, appoggiando il mento sulla spalla dell'altro, guardando il suo volto affranto. Jimin era pieno di domande, che avrebbe tanto desiderato rivolgere a Taehyung.Era curioso. Su quale fosse il suo rapporto con quel maledetto Jeon, che cosa gli avesse detto di tanto brutto tanto da farlo piangere, come fosse venuto a sapere del gelato... Ma non gli sembrava il momento adatto, quello, di andare a rivangare delle sensazioni che, forse, sarebbero risultate spiacevoli.
Così, si limitò a cingere in un tenero abbraccio il corpo ancora tremante del suo amico, con la consapevolezza crescente nel corpo che quel bastardo di un alpha andasse punito una volta per tutte.Kim era in quel corridoio buio, così fragile, vulnerabile, stretto fra le braccia dell'ultima persona che avrebbe voluto vedere in quel momento. Eppure si ritrovò a girarsi e a spingersi contro il collo di Jimin, per ricominciare a piangere come un disperato, sperando che quelle lacrime liberassero la sua mente dalla confusione che ormai regnava sovrana.
«Non ti preoccupare piccolo, ci sono io con te okay?» gli accarezzò i capelli, lasciando che le sue mani lo rincuorassero, mentre la sua mente pulsava solamente ricolma d'odio verso Jeon che aveva fatto piangere il suo omega.___________
La mattina seguente il generale e il cadetto erano già su un'altra scena del crimine di buon'ora, a quanto pareva quel Kim Seokjin aveva colpito ancora. Tutti i commissariati della zona conoscevano il suo nome, che non era registrato in nessun registro dell'anagrafe, ma non sapevano abbinargli un volto, neanche un dettaglio di qualsiasi tipo. Era il killer fantasma per eccellenza, pulito quanto un chirurgo in sala operatoria e preciso quanto un cecchino della mafia.
Taehyung non aveva proferito parola neanche per salutare i suoi sottoposti; era troppo stanco per perdersi in dei convenevoli così stupidi. Dall'altra parte invece, Jungkook lo salutò, gli augurò il buongiorno, ed aveva tenuto la bocca chiusa, limitandosi a mugolare quando il capo squadra della scientifica spiegava ed analizzava il corpo, in segno di stare capendo la sua spiegazione.
Dire che il generale non si sentisse a disagio, con la sua recluta che non gli parlava, era un puro eufemismo. Voleva parlargli, ringraziarlo per il gelato, per il pensiero dolce, per averlo pensato.
Desiderava così tanto dirgli che era stato uno stupido a pensare anche solo di poter avere un futuro felice con Jimin, eppure andava sempre a finire fra le sue braccia, il suo cuore e il suo cervello operavano secondo due strade separate.E quindi si trovava così, in bilico fra due pesi, incapace di prendere una decisione perché troppo egoista: non avrebbe voluto rovinare l'amicizia e il rapporto con Jimin, né avrebbe voluto allontanarsi dal suo destinato, che lo faceva sentire al settimo cielo.
"Sono un emerito coglione. Se continuo così non sono poi diverso da una fottuta ragazzina in crisi ormonale. Devo prendere una decisione."Jungkook, invece, sapeva bene di aver insinuato un dubbio profondo nel generale, ma era necessario. Era indispensabile chiarire la loro situazione perché a lui, Taehyung, piaceva da morire. Forse le leggi della natura erano giuste, in fondo, il proprio destinato è davvero come un magnete, pronto ad attrarti a lui con una forza indescrivibile.
Irrefrenabile era, in quel momento, per Jungkook la voglia di prendere fra le braccia Taehyung e farlo suo, baciarlo, possederlo, morderlo. Eppure non poteva.Così, la recluta si era limitato a fare il proprio lavoro quella mattina, ascoltare quello che i superiori dicevano e, ogni tanto dire la propria in merito alle circostanze dell'omicidio.
Nulla più.
Per tutta la durata della loro uscita fuori dalla caserma, Kim non aveva proferito neanche una parola, e i suoi subordinati non avevano azzardato neanche a fare alcuna domanda, impauriti dalla pessima cera del moro.Quando vennero mandati nuovamente in caserma, montati nella loro volante bianca, Jungkook guardò dritto di fronte a sé, con Taehyung al suo fianco. Il suo respiro era irregolare, mentre erano ancora fermi davanti aluogo del delitto, il motore non ancora in moto.
«Devo dirti una cosa.» la voce profonda del moro ruppe il silenzio e, a quel modo, anche il cuore di Jungkook si preparò a fare un tuffo nel vuoto.
![](https://img.wattpad.com/cover/169178850-288-k868742.jpg)
STAI LEGGENDO
Killer Scent | Kooktae [BTS Fanfic]
Fanfic«Cavolo, buona fortuna col generale Kim... Non vorrei essere al tuo posto! » Police!AU, Omegaverse ❗WARNING, SMUT! ✔️COMPLETA