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Jimin si stava dirigendo alla prossima lezione che avrebbe avuto, intrattenendosi col proprio telefono nel mentre.

Dopo aver ignorato la domanda di Namjoon, poco prima, aveva lasciato soli gli altri due e se ne era andato, dicendo di non voler fare tardi.
In realtà il motivo era un altro, però.

Dopo tutto il tempo passato a tentare di convincere se stesso che non avesse più bisogno di Yoongi, e dopo aver perso così tante ore a interrogarsi sul fatto di quel ragazzo, e se fosse Yoongi o meno, l'ultima cosa che gli serviva era che qualcuno desse corda ai suoi pensieri.

Quello non era Yoongi, e Namjoon si era sbagliato tanto quanto lui a scambiarlo per il loro vecchio amico.
Doveva mettersi l'anima in pace, perché nella vita avrebbe incontrato tante persone simili a Yoongi, sia nell'aspetto che nel carattere, ma nessuno sarebbe mai stato come lui.

Così decise di lasciar perdere quei pensieri, volendo concentrarsi solo sulla lezione che avrebbe avuto di lì a poco.
Mise il telefono in tasca, puntando poi lo sguardo alla porta dell'aula, a cui era da poco arrivato, ma si bloccò bruscamente.

Davanti alla porta della classe, con lo sguardo un po' perso e vago, c'era il ragazzo dai capelli verdi, che camminava casualmente lì davanti, senza però allontanarsi seriamente.
Inutile dire che la metà inferiore del suo viso fosse coperta dalla solita mascherina nera.

Jimin si sentì abbastanza inquieto, ma si era già detto poco prima che doveva lasciare quel ragazzo fuori dalla sua vita.

Quella era sicuramente una coincidenza.
Anzi, forse avrebbe partecipato anche lui alla lezione, quindi era lì per quel motivo.
Non ci sarebbe stato nulla di strano.

Gli fece un cenno di saluto con il capo, che il ragazzo però non ricambiò.
Entrò in classe aspettandosi di vederlo entrare subito dopo, ma nessuno varcò la porta dopo di lui.
Si corrucciò e tornò in corridoio, per controllare che cosa stesse aspettando il ragazzo ad entrare.
Ma sgranò gli occhi nel constatare che, lì fuori, non ci fosse proprio nessuno.

***

Nel tardo pomeriggio, Jimin decise di andare a trovare Jinyoung.
Ultimamente passava tanto tempo col suo compagno di stanza, quindi non si vedevano molto.

Ironico come lui, il suo compagno di stanza non lo vedesse quasi mai.

Jimin non negava di essere geloso della cosa, perciò non aveva detto al suo ragazzo che sarebbe passato.
Voleva fargli una sorpresa, cosicché l'altro non avrebbe potuto trovare qualche scusa per non passare del tempo.

E, magari, senza avvertirlo del suo arrivo, sperava di trovare con lui anche il suo compagno di stanza, per valutare se fosse 'pericoloso' o meno.
Insomma, non aveva paura che Jinyoung potesse tradirlo, si fidava ciecamente di lui, ma magari il suo compagno di stanza, oltre che simpatico, era anche bello, e quindi avrebbe voluto rimpiazzarlo.

Ma preferiva non pensarci e andarlo a trovare solo per passare del tempo con lui, che pensare ad un possibile rimpiazzo.

A quell'ora i corridoi erano praticamente deserti, ma gli andava bene così.
Non c'era troppa confusione, e la cosa gli piaceva.

Per questo rimase leggermente perplesso quando udì dei passi non appartenenti a lui, poco distanti.
Continuò comunque a camminare senza voltarsi, convinto di esserselo solamente immaginato, ma più andava avanti e più i passi sembravano avvicinarsi.

Quello era un corridoio pubblico, perciò non gli sarebbe dovuta sembrare poi così strana la presenza di qualcun altro, ma per qualche motivo aveva l'impressione che i passi appartenessero a qualcuno che lo stava seguendo.

Si chinò per legarsi una scarpa, solo per vedere con la coda dell'occhio chi ci fosse dietro di lui, e sentì il suo cuore perdere svariati battiti, quando vide il ragazzo con la mascherina.
Ancora lui.
Tre volte nella stessa giornata.

I suoi occhi continuavano a sembrare così vuoti e inespressivi, che Jimin arrivò a chiedersi se fosse reale sul serio.

Doveva ignorarlo.

Si alzò velocemente, e a passo svelto continuò a dirigersi verso la stanza del suo ragazzo.
Ma i passi dietro di lui non accennavano a cambiare strada.
Accelerò ulteriormente, volendo solo arrivare al più presto da Jinyoung.

In lontananza vide il numero della camera: 82.
L'ultimo tratto che lo separava dal porta quasi lo fece di corsa, e quando vi fu di fronte iniziò a bussare nervosamente, sperando con tutto se stesso che il suo ragazzo ci fosse.

Lanciò uno sguardo al ragazzo dai capelli verdi, per vedere se si stesse avvicinando, ma proprio quando Jinyoung aprì la porta per vedere chi fosse a bussare così furiosamente, Jimin rimase interdetto al vedere che il corridoio fosse deserto.

"Jimin? Tutto ok?" lo richiamò il maggiore.
L'argentato si voltò a guardarlo con occhi sgranati.

Non poteva esserselo immaginato.

Jinyoung gli mise una mano sulla spalla, scuotendo appena:" Ehi, ci sei?"
"C'era... C'era qualcuno" mormorò Jimin.
L'altro si sporse oltre la porta per guardare il corridoio, solo per realizzare che però fosse vuoto. "Io non vedo nessuno".

Jimin non sapeva se insistere con l'argomento, probabilmente risultando pazzo, o se lasciar stare la cosa.

Effettivamente era venuto per passare del tempo con lui, forse avrebbe dovuto lasciar perdere.

"Devo essermelo immaginato.. Dai, andiamo dentro, è da un po' che non passiamo un po' di tempo insieme" concluse, con un piccolo broncio.
Jinyoung ridacchiò e lo tirò dentro, lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia:" Scusami, sono stato impegnato ultimamente. Ma oggi sono tutto tuo".

Jimin sorrise e poi si guardò intorno, constatando che oltre a loro non ci fosse nessuno.

"Il tuo compagno di stanza non c'è?" domandò, forse un po' deluso.
Il maggiore aprì la bocca per parlare, ma venne interrotto sul nascere da una notifica del suo telefono.
Lo prese e lesse il messaggio, facendolo successivamente leggere anche a Jimin.

Suga hyung

Ho avuto un imprevisto,
torno più tardi.

spazio autrice:
pls commentate che stasera ho bisogno di compagnia :((

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