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Yoongi.
Quello davanti a lui era Yoongi.
Senza nessuna mascherina a coprirgli la parte inferiore del volto, completamente sotto al suo sguardo.

Si ricordava tutto di lui, ogni parte del suo viso.
Proprio il viso che aveva cercato di dimenticare per due lunghi anni, ma di cui forse, in realtà, non aveva mai voluto davvero perdere il ricordo.

Aveva anche smesso di piangere, tanto era sorpreso.

Yoongi lo guardava con la stessa espressione esterrefatta che probabilmente aveva anche lui, la differenza era solo data dalle lacrime, che il maggiore non aveva.
Lasciò ricadere le braccia lungo il corpo, schiudendo leggermente le labbra.
Ancora stentava a credere che fosse lui.
Il ragazzo dai capelli verdi, ma quella volta faccia a faccia con lui.

"Allora eri tu..." mormorò, allontanandosi di poco. "Sei sempre stato tu..." disse ancora, ponendo ancora più distanza tra di loro.
La consapevolezza che Yoongi fosse stato lì per così tanto tempo senza fare alcun tentativo per tentare di spiegargli perchè avesse semplicemente smesso di parlargli lo colpì improvvisamente.

Voleva andarsene, correre lontano da lui, ma quando provò a farlo sentì il proprio polso afferrato da una presa ferrea.
"Lasciami andare" gli intimò, cercando di tirare via il braccio dalla sua presa, ma senza riuscirci.
"Ti prego, aspetta" lo richiamò Yoongi.

Jimin rabbrividì.
Gli era mancata così tanto la sua voce. Ora sembrava anche più profonda di quanto non lo fosse stata due anni prima.
Ma si sforzò di rimanere normale:" Perchè dovrei? Non voglio sentire niente da te. Se avessi voluto parlarmi, avresti potuto farlo senza nasconderti dietro ad una mascherina!"

Sentì di nuovo gli occhi farsi lucidi, ma non voleva piangere ancora.

Yoongi lo tirò verso di sè, nonostante fosse evidente che l'altro fosse contrario:" Lo capisco se non vuoi ascoltarmi ora, vorrei solo sapere perchè sei venuto qui piangendo. Cercavi Jinyoung? Ti ha fatto qualcosa?"
Il più piccolo scosse la testa, ricordandosi del motivo per cui fosse lì, sentendo gli angoli della propria bocca inclinarsi verso il basso e il labbro inferiore tremare.
"Allora cos'hai?" e si avvicinò un altro po'.
Jimin voltò la testa di lato, non volendo che lo vedesse in condizioni tali:" N-non ne voglio parlare c-con te".

A Yoongi si spezzò il cuore nel sentire la sua voce così incrinata.
Probabilmente era la cosa più sbagliata da fare in quel momento, ma poco gli importava.
Attirò Jimin in un abbraccio, sentendolo irrigidirsi immediatamente.
Iniziò a passargli una mano sulla schiena, cercando di calmarlo e di farlo sentire più a suo agio.

Jimin avrebbe voluto spingerlo via e andarsene, conservando ancora un minimo di dignità, ma tutto quello che riuscì a fare fu ricominciare a piangere, stringendo il tessuto della maglia di Yoongi tra le mani e singhiozzando rumorosamente.
Si sentiva così dannatamente infantile.

"Su, andiamo dentro" mormorò il maggiore, tornando in camera ma senza lasciar andare l'argentato un solo istante.
Prese ad accarezzargli la testa, mentre Jimin sistemava meglio il viso nell'incavo del suo collo.
Odiava ammetterlo, ma abbracciare Yoongi gli era mancato.
Lui gli era mancato.

Voleva riacquisire un minimo di lucidità mentale ed allontanarsi da lui, ma non ci riusciva.
Gli tornarono alla mente tutti i momenti passati con Yoongi, a partire da quando erano più piccoli, per finire a due anni prima, all'aeroporto, quando si erano scambiati il loro ultimo bacio.
Allora non immaginava che sarebbe andata così.

Non riusciva a smettere di piangere, perchè adesso, oltre che a suo padre, pensava anche a Yoongi.
Ma non a quello che era lì con lui.
A quello che conosceva prima.
A quello che aveva detto di amarlo, che non lo avrebbe dimenticato o abbandonato, e che poi era finito per spezzargli il cuore.

Per quanto avesse provato a negarlo sia agli altri che a se stesso, quell'evento lo aveva distrutto.
E si odiava per essere proprio tra le braccia di colui che lo aveva distrutto, in quel momento, perchè nonostante tutto rimaneva l'unico in grando di farlo sentire realmente al sicuro.

"Shhh... Ora calmati, è tutto a posto, respira" gli disse Yoongi, continuando a passargli una mano sulla schiena.
Jimin si stropicciò gli occhi, per poi prendere dei profondi respiri.
Riuscì a smettere di piangere, nonostante il suo corpo fosse ancora scosso da numerosi tremiti.

Si separò da Yoongi, accorgendosi di essere in qualche modo arrivato a sedersi sul letto opposto a quello di Jinyoung, presumibilmente quello del verde.
Non si era nemmeno reso conto di essersi seduto.
Il maggiore lo guardava preoccupato:" Ora mi dici cos'hai?"
L'argentato ignorò del tutto la domanda, e chiese a sua volta:" Perchè? Perchè non sei venuto a parlarmi? Perchè hai fatto finta di non conoscermi per così tanto?"

Sentiva di nuovo un nodo alla gola, ma non voleva ricominciare a piangere. Già si sentiva abbastanza un bambino lamentoso nel bel mezzo di un capriccio, non voleva peggiorare la situazione.

L'altro sospirò:" Si tratta di un discorso lungo da affrontare, Jimin. Adesso non è il momento giusto".
Al minore quasi venne da ridere a quello che disse.
Tra tutto quello che avrebbe potuto dire, aveva scelto proprio quelle parole.
"Sul serio, Yoongi? Il momento giusto? Dopo l'ultima volta, sei davvero convinto di saper riconoscere il momento giusto per qualcosa?" incrociò le braccia al petto ed iniziò a respirare rumorosamente, al ricordo di ciò che aveva dovuto passare due anni prima.
"Mi sembra di essere arrivato in tempo però, o sbaglio?"
A quel punto Jimin non potè proprio impedire ad una risata amara di lasciare le sue labbra:" Non lo capisci? Potrai anche essere arrivato in tempo, ma ciò non toglie tutto quello che mi hai fatto passare. E sai qual è il bello? Che avresti potuto evitare tutto questo semplicemente parlandomi, perchè ero il tuo migliore amico da una vita, e avrei fatto in modo di far rimanere invariata la nostra amicizia anche se non avessi ricambiato i tuoi sentimenti. Ma no, certo, hai dovuto fare di testa tua e farmi patire per quattro cazzo di mesi! E avresti anche potuto evitare di piombare qui a scuola e di seguirmi ovunque andassi. Perchè ti assicuro che se mi avessi rivolto la parola la prima volta che ci siamo incontrati, non ti avrei di certo fatto una scenata simile!"

Durante tutto il discorso si era alzato dal letto ed aveva iniziato a urlare, non c'era più traccia della risata che gli era sfuggita all'inizio.

Yoogni lo guardava quasi spaventato.
Evidentemente non si aspettava che da quello stato così vulnerabile iniziale potesse arrivare ad urlargli contro, con il viso rosso per la rabbia e una vena pulsante sul collo.

"Senti, Jimin, ho una spiegazione per quello che ho fatto, ma adesso vorrei solo che tu ti calmassi e mi dicessi che cosa è successo".
Jimin stava per ricominciare la sua sfuriata, ma sentì vibrare il cellulare nella tasca.
Lo afferrò, leggendo il messaggio che era appena arrivato.

Eomma

Papà si è svegliato, ti
manda a dire che ti vuole
tanto bene anche lui

Tutte le lacrime che era riuscito a trattenere fino a quel momento si ripresentarono in un colpo solo, e dovette tentare di asciugarsi gli occhi con una manica.
"V-vuoi sapere che ho? M-mio padre è in o-ospedale, gli hanno sparato. Contento, adesso?" riuscì a dire tra le lacrime.
Yoongi si alzò immediatamente, facendo per abbracciare il più piccolo, che però si scansò:" Non toccarmi, non ho bisogno della tua compassione. Anzi, sai che ti dico? Non ho bisogno nemmeno che mi spieghi perchè hai fatto quello che hai fatto, non mi interessa. Buon proseguimento di serata".

Con quelle parole uscì dalla stanza, sbattendo la porta.
Non provò nemmeno a smettere di piangere nel tragitto tra la stanza di Yoongi e la sua, sperava solo che non lo vedesse nessuno.
Anche se in realtà non gli importava nemmeno quello.

In quel momento, sarebbe solo voluto sparire.


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amatemi ho pubblicato anche oggi
Jaeoon_oppa tutto per te :)💗

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