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"È già la terza volta che vedo quel ragazzo girarti intorno. Ma lo conosci?" aveva chiesto Namjoon, mentre insieme all'argentato si dirigeva in caffetteria.
Dovevano raggiungere gli altri, dato che quel giorno le loro lezioni erano finite più tardi.
E Namjoon non aveva potuto fare a meno di notare il ragazzo con la mascherina che, appoggiato al termosifone spento, li teneva d'occhio.

"No, non lo conosco, ma tu Ignoralo" rispose seccamente Jimin, sperando che il maggiore capisse che non aveva proprio voglia di aprire l'argomento.

Ma evidentemente non recepì il messaggio.

Fermò Jimin per un braccio, poi iniziando a sua volta a fissare il ragazzo dai capelli verdi, che distolse lo sguardo.
Assottigliò gli occhi in due fessure, cercando di mettere a fuoco la figura in lontananza:" Ma sai che assomiglia davvero tanto a Yoongi?"
Jimin sospirò:" Namjoon, ti prego s-"
"No, no, sul serio. Jin aveva proprio ragione. La somiglianza è impressionante!" lo interruppe.
Il minore gli afferrò il braccio, provando a condurlo via da quel corridoio, ma l'altro non si spostò di un millimetro.
"Hyung, dobbiamo andare-"
"Ehi, pensa se fosse veramente lui. Sarebbe davvero-" ma a quel punto fu il turno di Jimin di interromperlo.
"Adesso basta! Non è Yoongi, non ne parlare più, ok?!" urlò, e a passo pesante si diresse nel bagno più vicino, chiudendosi dentro una delle cabine.

Respirava rumorosamente, era così frustrato.
Non riusciva a smettere di battere il piede a terra dal nervosismo, e gli veniva voglia di strapparsi i capelli.

Odiava il fatto che quel ragazzo somigliasse a Yoongi, non voleva proprio prendere in considerazione la cosa, perché lui, a Yoongi, non avrebbe mai più voluto pensare.
Ancora non era arrivato la punto della sua vota in cui potesse ripensare a quella storia come se fosse una cosa passata, perché doveva ammettere che pensare di nuovo a tutto ciò che era successo gli provocava ancora dolore all'altezza del petto.

Si ricordava bene di tutto quello che aveva passato.
Della sensazione di sentirsi così terribilmente sbagliato, tutto a causa di una sola persona, e non voleva provare mai più una simile sensazione.

Ma tanto quello non era Yoongi, perché lui era in Europa, lontano da lì.

Con quel pensiero si calmò.

Ma il suo sguardo ricadde su una scritta sulla porta.
j+y

"Oh, ma allora mi prendi in giro!" urlò a nessuno in particolare.
"Jimin? Sei lì dentro? Senti, mi dispiace. Vieni fuori, su" sentì Namjoon chiamarlo da fuori.
Uscì dal bagno con lo sguardo puntato a terra, volendo evitare di guardare il maggiore. Sapeva quanto fosse stato infantile a reagire in quel modo.

Vedendolo, Namjoon lo abbracciò di slancio:" Scusami, so quanto questo argomento sia tabù, per te".
Jimin ricambiò l'abbraccio, contento di non essere di nuovo solo con i suoi pensieri:" No, non scusarti, ho esagerato".
Si separò dal maggiore e gli sorrise debolmente;" Ora torniamo dagli altri, Jin starà morendo di fame come sempre".
Namjoon rise, ma scosse la testa:" Non preoccuparti per lui, gli ho detto che non devono aspettarci. Vieni, andiamo in camera mia, così possiamo parlare lontani da occhi e orecchie indiscrete".

Jimin non sapeva di cosa volesse parlare il maggiore, ma lo seguì comunque, sperando di non incrociare nuovamente il suo stalker nel percorso da lì alla camera.

***

"Allora? Di che volevi parlare?" domandò Jimin, gingillandosi con un cubo di rubik posto sulla scrivania della stanza di Jin e Namjoon.

Il maggiore sedeva sul proprio letto e, a giudicare dalla sua espressione, non sapeva come introdurre l'argomento.

"Bhè... Sai, no, quando Jin ci ha detto la prima volta di aver incontrato quel tipo?"
L'argentato si bloccò sul posto, già sapendo dove sarebbe andata a finire quella conversazione.
"Mh... Vai avanti".
"Anche la prima volta che l'ho visto, quando Tae, tu ed io eravamo in caffetteria, e ho provato a dire che mi ricordasse qualcuno... Ti ricordi?"
Jimin annuì solamente, non avendo nemmeno il coraggio di voltarsi a guardarlo. Sentiva già il respiro iniziare a farsi più pesante.
"E per finire poco fa, quando ho iniziato a parlare di lui, tu sei scappato in bagno" continuò.
"Si, questo me lo ricordo abbastanza bene, dato che è successo tipo dieci minuti fa".

Namjoon si alzò e, pur senza girarsi, Jimin percepì che si fosse avvicinato a lui.
Poco dopo sentì una mano posarsi sulla sua spalla, e a quel punto si voltò a guardare il maggiore.
Aveva uno sguardo dolce, quasi compassionevole, e Jimin sperava con tutto se stesso che non volesse chiedergli proprio quello che anche lui si stava domandando da tempo.

"Jimin, per caso ti manca Yoongi?"

Ecco, invece la domanda era proprio quella che temeva.
E adesso che avrebbe dovuto fare?
Nemmeno lui si spiegava quelle reazioni che aveva sempre, né perché il sapere che quel ragazzo fosse indubbiamente simile a Yoongi gli provocasse un effetto tale.
Forse quel capitolo della sua vita era ancora aperto, e forse era proprio lui a non volerlo chiudere.

Ma ammetterlo ad alta voce era fuori discussione.

"Come? No, no, assolutamente no" forzò una risatina nervosa, sperando solo che Namjoon lasciasse perdere.
"Andiamo, Chim, non prendermi in giro. So quanto amassi Yoongi, e anche quanto tu sia stato male quando avete definitivamente smesso di parlare, anche se non lo hai ammesso a nessuno. E so per certo che siate stati l'uno il primo amore dell'altro. Una cosa del genere non può sparire nemmeno in due anni".

Rimase in silenzio per qualche istante, prima di ricominciare a parlare:" Quindi ripeto la domanda: ti manca Yoongi?"

"Si"

"No" disse, secco. Si levò la mano di Namjoon di dosso e si scostò da lui. "No, non mo manca. Sto con Jinyoung, di Yoongi non mi interessa. Ora scusa, ma ho fame. Ciao, hyung".
Uscì dalla stanza sbattendo la porta.

Yoongi gli mancava, certo, ma era dell'idea che, se non l'avesse detto, sarebbe stato meno reale.

spazio autrice:
yo guyz come ve la passate?
ok so che gli aggiornamenti sono estremamente irregolari solo che non ho mai tempo di trascrivere i capitoli, scusate
a presto~

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