Capitolo 20 "Nessuna via di fuga"

2.9K 128 148
                                    

Non credo a ciò che vedo!

Nathan.

...

Cosa ci fa lui qui?

È venuto a tirarmi fuori da questo incubo?

Gli occhi si riempiono di lacrime di gioia e paura... lacrime che scaccio immediatamente via nel momento in cui vedo comparire quell'essere ripugnante di Brown, per niente sorpreso della presenza dell'uomo all'interno della stanza.

E poi... tutto diventa più chiaro.

La figura familiare fuori dalla mia auto quando fui aggredita.

La stessa corporatura; lo stesso taglio di capelli e soprattutto gli stessi occhiali da sole che in quel momento oscuravano gli occhi e che adesso stanno appoggiati sui suoi capelli.

Nathan... è uno di loro!?!

Ma... se fosse così, perché non ha mai cercato di tendermi alcun agguato?

"E le occasioni non sono mai mancate".

Invece è sempre stato attento a tenermi sotto controllo, rispettando i miei spazi e prendendosi cura di me.

Non capisco! Davvero.

"Beh c'è da dire che non sei stata molto clemente con lui. Gli scappavi sempre."

Sì in effetti non gli ho mai reso la vita facile, però se solo avesse voluto sequestrarmi l'avrebbe potuto fare senza alcuno sforzo.

- Bene bene...

Igor esordisce continuandomi a fissare languido.

- Scusami principessa per averti lasciata da sola ma Marcus ha avuto altro da sbrigare

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

- Scusami principessa per averti lasciata da sola ma Marcus ha avuto altro da sbrigare.

Cammina verso il lavandino per lavarsi le mani e asciugarle con uno straccio che pare non veda la lavatrice da parecchio ormai.

Nathan invece sta zitto, immobile, accanto la porta come se attendesse qualcosa dall'uomo che adesso con fare indifferente, va dall'altro capo della stanza, sbottonandosi la camicia fetida per gettarla a terra, e prenderne poi un'altra dallo scaffale confusionario.

- Continuerai a non parlarmi?! Sai che avevo le mani legate.

Bofonchia Nathan gesticolando spazientito.

- Per colpa tua Liev. Ti sei fatto beccare come un coglioncello!

What?!

- Non è così, ti ripeto! Cosa avrei dovuto fare?! Quel cagnolino di Joseph quando ha scoperto il mio cambio di identità, ha iniziato a mostrarsi diffidente, mettendomi un microfono addosso e facendomi seguire. Non potevo sequestrarla in quelle condizioni!

Brown getta i jeans luridi nel famoso angolo del terrore mettendo in allarme i topi e facendoli scappare lungo tutta la stanza.

Lancio urla soffocati dal nastro e mi dimeno terrorizzata dalla vista di quelle piccole bestie in fuga per l'intera sala, mentre gli uomini non fanno altro che fissarsi in silenzio. Un silenzio che non promette nulla di buono.

Solo quando non si ode più alcun brusio, sinonimo che i ratti si sono nascosti accuratamente, Brown muove due passi verso di me, togliendomi, anzi per essere più precisi, strappandomi bruscamente il nastro adesivo che mi comprime le labbra e facendomi mugolare dal dolore.

- Saluta la tua guardia del corpo principessa.

Sollevo lo sguardo lucido verso Nathan che adesso mi fissa intensamente ma con un'espressione che non richiama alcun sentimento.
È possibile che per tutto questo tempo abbia fatto il doppio gioco, senza farmi capire nulla?!

Continuo a fissarlo, implorandolo con lo sguardo, di aiutarmi.

- Nathan... perché!?

Sussurro a mala pena, accorgendomi d'avere la gola incredibilmente arida e le labbra secche e ancora doloranti per via del nastro.

Aspetto agitata e scossa che parli ma invece di rispondere lui, sento Igor borbottare.

- Slegala e portala su. Falla bere e mangiare a dovere.

Che?!

E adesso queste premure a cosa sono dovute?!

Mi volto verso di lui per capire cosa diamine gli passa per la testa ma non mi sta osservando, al contrario pare essere concentrato nell'accendere la sua canna, adesso appoggiato di spalle al lavandino.

Nathan mi raggiunge, slegandomi i polsi e l'altra caviglia e in seguito mi da una mano a sollevarmi.
Sono tutta anchilosata e ho i muscoli così rigidi che rendono faticoso ogni singolo movimento, e tutto ciò derivato sia dalla debolezza ma anche dal fatto che fino ad ora sono stata immobilizzata su quella maledetta sedia.

- Nathan ti prego aiutami.

Sibilo mentre mi sorregge aiutandomi a salire ogni singolo gradino per raggiungere il piano superiore, ma non pare voglia darmi retta.

Entriamo in un salone molto più pulito e ordinato della stanza dove ero segregata, ma l'uomo continua a non proferire parola.

- Ti prego Nathan!

Riprovo cercando di farlo desistere, ma l'unica cosa che mi viene data, è una spinta talmente violenta da farmi sbattere i fianchi su un tavolo di marmo posto proprio al centro della sala.

- Sta zitta!

SPAZIO AUTRICE:

Salve a tutti cari lettori.

Innanzitutto vorrei ringraziarvi per la prima posizione nella sezione #futuro. Vi adoro ♥️

Comunque tornando a noi...

Chi di voi sospettava di Nathan?!

Sono curiosa di conoscere le vostre considerazioni ♥️🙈

Inoltre vi annuncio che il prossimo capitolo è quasi pronto e sarà subito vostro. ♥️

Alla prossima ⭐️⭐️🌟🌟🌟

IL LATO OSCURO DI TE [da revisionare]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora