Fallire

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Un lampo ha colpito la mia calotta cranica dopo anni di silenzio.
Ho finalmente realizzato perché spero che il mondo giunga ad una rapida quanto esplosiva conclusione.
Sono nato con un destino marchiato a fuoco sulla mia anima: fallire è ciò che mi contraddistingue, mi da linfa vitale ed è qualcosa sul quale non avrò mai il controllo.
È incontrovertibile, non giungerà mai alle mie orecchie una soluzione.
La mia stessa essenza porta con se un odore di fallimento, il mio aspetto, la mia mente, il mio corpo, le mie idee e tutto ciò che mi rimane.
Sono e sarò portato a fallire perché sono e sarò sempre uno contro ogni singola forma vivente presente sopra e sotto le terre emerse di questa stupida sfera, ma non sono, ne sarò mai grande come può essere un eroe antico o un grande intellettuale, sono solo un piccolo uomo in un mare in tempesta.
Non c'è isola, non c'è zattera, non c'è umano che possa avvicinarsi neanche volontariamente: veniamo da mondi diversi che sono in collisione.
Nulla cambierà, qualsiasi cosa accadrà dopo tutto questo.
Se non ho altra scelta se non inseguire la traccia lasciata per me, farò ciò che va fatto.
Che io muoia di fame, allora. O di amore.
O di ciò che vi fa più comodo.
Non sarà mai un problema troppo grande per potermene pentire su questo suolo: dovrebbe essere un monito per tutti voi fantocci che riempite la poca terra rimasta su quest'aiuola che non dovrebbe essere calpestata.
Dovreste comprendere che fare un passo avanti con il vostro minuscolo cervello non è scelta, è dovere.
Dovreste andare in fondo, capire cosa diavolo siete, anche se non volete esserlo.
Che siate Bill Gates o il barbone sotto Ponte Milvio.
Chissà chi, tra di voi, scoprirà di condividere il mio stesso destino.

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