"Ti amo"

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La mia vita è fatta di aforismi.
Penso che scrivere piccole frasi per esprimere un'emozione sia molto più significativo e molto più difficile di fare lunghe e tediose filippiche che si ritrovano poi a essere vuote ed effimere.
Io vivo di queste perle, adoro utilizzare parole o frasi di altri per esprimere ciò che mi è difficile comunicare con la mia mente confusa e la mia lingua ballerina.
Facendo però i conti con la mia seppur breve esperienza, c'è una frase, due semplici parole che ogni volta mi distruggono, contorcendo tutto ciò che è rimasto tra tra le costole.
È l'unica frase che vorrei urlare in questo momento a qualcuno che davvero lo meriti, qualcuno che riesca a conquistarsi il diritto di sentirselo dire.
"Ti amo"
Anche solo scriverlo mi causa un sussulto, un breve tuffo al cuore.
Mi uccide leggerlo o sentirlo dire a qualcuno, soprattutto gettato li, come se non valesse niente, come se fossero solo parole.
No, le parole non sono mai solo "parole".
O meglio, dipende dall'uso che le persone ne fanno.
Riempire il silenzio con questa frase mi addolora e mi torce l'anima, anche per un ovvio sentimento di invidia nei confronti di chi l'usa.
Sarei disposto a soffrire le pene dell'inferno, a gettarmi in mezzo alle fiamme più calorose pur di trovare qualcuno di meritevole a cui indirizzarlo.
Cos'è "amare" al giorno d'oggi?
Cosa mi viene a significare?
Perché le risposte che trovo variano in maniera così esagerata?
C'è una risposta giusta tra quelle che mi sono date?

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