Una notte a Madrid

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Mille e quattrocento chilometri e ancora sogno che, tirandomi delicatamente la manica, mi lanciassi un sorriso imbarazzato, chiedendomi chissà cosa.
Non potrei capire le tue parole, starei solo affogando nei tuoi occhi spenti, stanchi.
Ancora getto spasmodicamente la mia anima nella folla, disorientato e in cerca di una tua carezza, ma, partito da clandestino solitario, non avrei la forza di portarti con me.
Ora, una chitarra accompagna i miei piedi pesanti, vagabondi senza meta, senza scopo in cerca di una casa lontana, o forse lontanamente vicina.
Ma poi, cos'è casa senza di te?

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