Un'autobus romano in un mezzogiorno d'estate

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Ed eccomi qui, a vivere la mia fottuta vita su di un autobus.
Come tutte le mattine, del resto.
Stesso posto, stesso vuoto.
Ho smesso di mettere lo zaino sul sedile di fianco, anche se tanto già so che non ti ci metterai.
Non ti ci puoi mettere, sai, non sei qui.
Nonostante ciò, eccomi qui, su questo autobus che viaggia in direzione noia e depressione.
Andrò avanti, lo sappiamo entrambi che per un altro po' andrò avanti. eppure vorrei scendere, scendere e correre per chilometri e chilometri a perdi fiato, per cercare di raggiungerti.
Lo farò, sappiate tutti che prima o poi, io lo farò.
Non riesco più ad attendere, ad alzarmi tutte le mattine sapendo di non vederti, di non stringerti.
Sei così vicina eppure così lontana.
E poi, poi scapperemo.
Si, scapperemo da qui, da questo mondo, verso il paradiso o l'inferno, non importa, non m'interessa.
Solo andremo via da qui io e te, andremo a casa nostra, in un posto dove siamo come tutti gli altri o dove siamo da soli, come vuoi tu.
E non mi importa se sentirò il cuore esplodere, la testa fischiare o le gambe cedere, meglio morire che stare senza te.
Io sono qui, su 'sto maledetto autobus, ma sappi che alla prossima scendo.
Alla prossima scendo.

Oh, è andato tutto a puttane un'altra volta, che novità...

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