Daniele (Breve lettera di un mediano)

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Hai presente il concetto di "straniero in terra straniera"?
Ecco, mi calza deliziosamente a pennello.
Sono quello con la quattro o la cinque, raramente la sei, quello che sogna la Sedici.
Sono quello che aveva paura di farsi vedere al campetto, quello polveroso, vicino alla chiesa.
Sono quello a cui preghi il pallone non arrivi in mezzo ai piedi.
So bene che mi odi perché non finalizzo, non verticalizzo.
Mi odi perché non te la lancio, non te la lascio.
Mi odi perché il mio unico scopo è quello di tarparti le ali.
Eppure, nonostante tutto, io ti voglio bene.
Perché ogni volta che faccio del male a uno di voi, ti vedo sorridere.
Ogni volta che imprimo questi tacchetti sulla pelle del mio avversario, tu mi inciti, tu gridi, perché ti piace la cattiveria, la grinta e la passione.
Io, invece, preferisco di gran lunga la poesia.
Sai, a me piace quando il sette ti lancia verso la porta, rimango incantato, come di fronte ad un quadro di un impressionista.
Lo so che non ti interessa, che l'unica cosa che pensi è che io sia brutto, sporco e cattivo.
Ma io sono solo brutto e sporco.
Sei solo tu quello che mi rende cattivo.

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