Sono costretto a rimanere inferiore agli altri.
L'ambiente e conseguentemente la vita che ho vissuto mi hanno portato a sviluppare questo sentimento ben radicato al mio interno, una sorta di rabbia isterica che nasce nel momento in cui si arriva ad un briciolo di competizione, che, attualmente e purtroppo, aggiungerei, è alla base della nostra vita stessa.
Frutto dell'ennesimo delirio, in maniera disperata, ho aperto un libro in maniera casuale e sono arrivato a leggere che la cultura non ci rende superiori agli altri, dato che non è stato e non sarà mai il suo scopo.
E allora quale è il mio scopo?
Se nemmeno la cultura può eliminare questo mio sentimento di insoddisfazione che sfocia in continua collera, se neanche componendo versi o brani posso dimostrare la mia capacità ma posso solo rimanere in questo stato, dove sto andando?
La cultura, o ciò che può essere definita tale, come la conoscenza delle cose, delle arti, della storia e così via, è l'unico mondo in cui vivo naturalmente, dove ho una casa che non rischia di essere violentemente distrutta come in tutti gli altri ambienti che ho frequentato in questa mia breve e vuota vita.
Ma se non posso accrescere la grandezza di questa casa o, meglio, se non posso far notare agli altri la grandezza della mia casa, quale è il mio scopo?
Spegnermi?
Come farebbe un androide qualsiasi?
Come farebbe una persona qualsiasi?
Non voglio soffrire nella mia condizione ancora per molto, non voglio ritornare sempre a dovermi dire che andrà tutto bene, che riuscirò a farmi valere e, che nel caso ci riuscissi, che qualcuno lo noterà.
Voglio essere una stella o una nuvola.
O magari un quadro.
Qualcosa di poetico, qualcosa di morto.
Voglio solo arrivare alla fine della giornata senza dover impazzire.
STAI LEGGENDO
Raccolta
PoesiaSentitevi liberi di dire che fa schifo, almeno lo fate salire in classifica. Completa in maniera definitiva, almeno qui.