-Capitolo 29

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Suona la sveglia che avevo impostato la sera prima,oggi Stephan ha una trasferta a Milano.
Perché domani ci sarà la partita Milan-Roma.

Faccio fatica a svegliarlo,non vuole proprio saperne di alzarsi dal suo letto.

"Stephan! Stephan!!! Stephan!!"

Urlo scuotendolo con forza; apre leggermente gli occhi e mi guarda. Ogni volta che mi guarda mi sembra quasi di sciogliermi.

Si siede accanto a me e si strofina gli occhi sbadigliando.

"Mamma mia che stanchezza,questa trasferta so già che mi distruggerà. Tu che pensi di fare?"

Dice mettendomi un braccio dietro al collo.
Rimango muta per un paio di secondi,poi affermo:

"Magari ritorno da mia zia,però ne dubito che mi voglia. Non ti preoccupare per me,capirò cosa fare"

Mi bacia e si alza dal letto,dirigendosi in salotto per accendere la tv a tutto volume.
Io vado in bagno e mi lavo la faccia con l'acqua fredda.

Mi guardo allo specchio,mi tocco la bocca delicatamente,ripensando a cos'è successo la notte prima,a tutti i baci senza fine,osservo il mio collo e il mio petto,chiudo gli occhi e socchiudo la bocca,rivivendo tutto nella mia mente. Credo che sia stata la notte più bella di tutta la mia vita. Sembra quasi un sogno vissuto ad occhi aperti.
I suoi occhi erano puntati sui miei,le nostre mani si stringevano,non eravamo mai stati così uniti.

Dalla cucina arriva un buon odore,Steph sicuramente si sta dedicando alla colazione.
Mentre è ai fornelli,gli preparo il borsone da portare a Milano,mi mancherà tantissimo in questi giorni.

Ci sediamo a tavola per mangiare,mentre parliamo della nottata,lui è molto contento,me ne parla come se fosse stata la cosa più bella che abbia mai fatto,come se quello che avesse provato fosse più grande di qualsiasi altra cosa.

"Quindi cosa vuoi fare,vuoi che ti accompagno da tua zia? Così proviamo a chiarire,perché lasciarti qua da sola mi dispiace"

"Ho paura di andare da mia zia,chissà cosa accadrà,magari un caos come l'altro giorno,però prima o poi dovrà finire sta storia"
Dico riflettendoci sopra.

Arriviamo alla conclusione di provare ad andare da mia zia,così cerchiamo di riparare il litigio e il casino successo ieri.

Non prendo la valigia,ma solo uno zaino e preparo le cose essenziali da portarmi dietro. Il resto lo lascio nell'armadio di Stephan.

E tardi ormai,dobbiamo avviarci verso casa di mia zia e dopo lui andrà a Trigoria per poi partire.

"Ti raccomando,devi sempre stare calma e non impazzire quando ti istiga. Ormai ho già capito com'è fatta,"
Dice salendo in auto;apro il portabagagli e metto il suo borsone.

"Già so che nulla andrà bene e se succederà un casino non ci potremo neanche sentire più di tanto"

"Oltre che durante la partita e agli allenamenti,io ti chiamerò sempre,te lo prometto. Parola di un Faraone"

Sorrido e mi prende la mano,manca poco per arrivare a casa di mia zia.
Sta quasi per accostare sotto casa e mi accorgo che c'è una macchina familiare davanti a noi.
Scendo dall'auto di Stephan,davanti al portone ci sono due persone di spalle che parlano con mia zia,quelle persone sono i miei genitori.

Senza farmi vedere rientro in macchina agitata

"Stephan,Stephan ci sono i miei genitori,stanno parlando con mia zia. Cosa vorranno?"

Lui si gira di scatto e mi guarda con uno sguardo serrato,alza le sopracciglia e già capisce che questa situazione non è una delle migliori.
Così scende di colpo dalla macchina senza dirmi niente,io lo seguo prendendo il mio zaino,lui con un passo molto veloce si avvicina ai miei.
Gli corro dietro e lo prendo da un braccio

"Ciao" dice guardando tutti,ma non ricevendo nessuna risposta.

Mia zia mi guarda e poi mi domanda:

"Sei viva? Guarda chi è venuto a trovarti" fa cenno con la testa verso i miei genitori.

"Ciao mamma,ciao papà,lui è Stephan,il mio fidanzato"

I miei non si presentano,mio papà mi ordina di salire nella sua auto.

Io scuoto la testa e stringo il braccio i Stephan mentre lui resta muto,ma nei suoi occhi c'è solo rabbia.

"Sali in macchina,si torna a Torino,tu qua non puoi più stare"
Mi urla mia mamma.

Noto che Steph stringe i pugni,nel mente mio papà mi tira da un braccio,staccandomi completamente dal braccio di Stephan,per poi tirarmi uno schiaffo in faccia.

Si girano tutti di colpo,i miei occhi iniziano a lacrimare e dentro di me solo voglia di urlare e di scappare da quel dannato posto.

I miei e mia zia iniziano a parlare uno sopra l'altro,dicendomi cose orribili e insignificanti,rimproverandomi delle mie decisioni. Sento la mia testa che sta quasi per scoppiare.

"Ma come si permette a picchiare sua figlia in mezzo alla strada,non ha senso picchiarla,cosa le viene in tasca?"

Urla Stephan a mio padre,ma lui non gli da neanche la minima attenzione,io continuo a piangere,quando mio padre mi spinge verso la sua macchina.

"Lasciami andare ti prego. Papà lasciamo andare" singhiozzo

Nel mentre mia mamma apre la macchina e si siede,attendendo mio padre.
Stephan cerca di prendermi,ma non ci riesce.

"La prego.."

Le ultime parole che sento di Stephan sono quelle. Cerco di scendere dalla macchina ma mio papà parte subito.
Piango a dirotto,il mio cuore piano piano diventa sempre più fragile,lo sento bruciare,arde piano piano. Mi giro e vedo Stephan che ci segue in macchina.
Non si arrende e nonostante mio papà acceleri,lui non molla,continua a starci dietro.

Mio padre entra in autostrada,continuo a girarmi ma perdo d'occhio Stephan e sicuramente lui ha perso d'occhio anche la nostra auto.

"Papà ti prego,torna indietro. Vi prometto che tornerò a scuola..."

Nessuno dei due mi risponde,le mie lacrime mi accarezzano il viso. Mannaggia a tutto questo,ai miei genitori e a mia zia.
Ieri sembrava tutto perfetto,come se la mia vita non avesse nessun difetto,invece oggi tutto sta cambiando lentamente.
Mi sembra come se tutto stesse andando a rotoli: me e Stephan,la nostra casa,il nostro amore.

Mi viene voglia di aprire la portiera e buttarmi fuori.
Chiamo Stephan,dopo neanche due squilli che subito mi risponde:

"Amore mio,ti prego dimmi dove siete,dovrei già essere a Trigoria da dieci minuti,sto girando tutte le strade di Roma"
Dice disperato e singhiozzando.

"Stephan siamo in autostrada,non so dove. Ti amo amore mio,vai a Trigoria,non preoccuparti per me,io sto bene sono solo triste e mi sento morire dentro"
Gli rispondo piangendo

"Non voglio perderti..." 
Dice a bassa voce.

"Anche io Stephan..."

I miei si fermano in un autogrill,quando mia mamma mi strappa il telefono di mano per poi metterlo nella sua borsa dicendomi con tanta arroganza e cattiveria:

"Tu il telefono non lo vedrai più"

Si dice che la tristezza vada via con le ali del tempo,che la vita a volte ferisca più della morte e che la gioia venga dopo il dolore,io odio questi momento,perché la mia rabbia si trasforma in lacrime. Non c'è nessuno a consolarmi,sono sola sola in questo limbo di tristezza. Ho solo bisogno di lui e lui ha bisogno di me.
Grazie a lui ho amato,ho scoperto cose nuove,non voglio che tutto finisca qua. Voglio colmare questo vuoto,ma l'unico che può aiutarmi è lui.
So già dentro di me cos'accadrà,ho paura di non riuscirla a superare.
Ho paura che sia un addio,ma se fosse così,sarebbe tutto sforzato.
Se nulla si aggiusterà penso che esploderò,nulla poi avrà un senso.
Pazzia,dolore,rabbia e frustrazione...
Stephan non abbandonarmi...

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