Capitolo 28

802 96 15
                                    

《Jimin-sshiiiii!》

"Ditemi che è un incubo. Vi prego."

《JIMIN-SSHI! SIAMO IN RITARDO! MUOVITI.》

Jimin afferrò il cuscino premendoselo sulle orecchie. "Ma quanto fastidiosa può essere la voce acutissima della mia compagna di stanza alle 6.42 del mattino?"

《Arrivo, Rina. ARRIVO!》Sbottò la mora stropicciandosi gli occhi.

《Bene, tu vestiti, io faccio la doccia. Alle 8 inizia la colazione poi andremo a visitare la casa della Contessa di Mirz Lady. Park MinJi, e poi per chi vuole visiteremo la caserma del servizio militare. Che orrore...》si lagnò Rina mentre afferrava la sua biancheria e una vastissima gamma di boccette, profumi, creme, scrub e chissà cos'altro.

《Io non ci voglio andare ma mi serve partecipare per i crediti scolastici...tu cosa ne pensi della nuova collezione primavera estate di Gucci?》

《1. Cosa c'entra Gucci in questo momento.
2. Fammi capire... tu mi hai svegliato un'ora e un quarto prima della colazione perché TU dovevi farti la doccia?》 Jimin non poteva crederci. Non voleva crederci. Si passò una mano sul volto ancora insonnolito.

《Certo. Tu non ti prepari almeno un'ora e mezza prima di uscire?》 Le chiese guardandola stupita da sotto la pila di cosmetici.

《Chi io? No. Io di solito se devo uscire alle 8 mi alzo alle 7.40, faccio una doccia veloce e mi cambio. Alle 7.55 sono pronta.》

《Ah, bene. Buon per te.》E detto ciò richiuse la porta del bagno per immergersi nei suoi bagnischiuma al gelsomino e olio di argan.

Cosa cazz... che odio.

Appena Jimin chiuse gli occhi, però Rina si mise a cantare in doccia. Con una vocetta alquanto intonata ma troppo alta per i suoi gusti.

La ragazza si alzò di scatto a sedere maledicendola in tutte le lingue terrene, elfiche, aliene e inesistenti di cui era a conoscenza, che non erano poi molte.

Dopo pochi minuti, nei quali Jimin si stava prodigando a inventare insulti bislacchi e senza senso, bussarono alla porta.

《Ma quale persona sana di mente va a bussare alle porte degli altri alle 7 di mattina?》 Pensò la mora mentre si trascinava alla porta della camera.

《Mpf...si?》 Disse aprendola, totalmente incurante di come potesse apparire all'ospite inconsueto.

《Han Jimin?》Le chiese una ragazza poco più bassa di lei, dal sorriso luminoso e i capelli appena sotto le orecchie di un biondo platino che la rendeva adorabile.

《Si...》 biascicò Jimin stropicciandosi gli occhi, quella ragazzina era una delle poche che le avevano sorriso appena entrata, le era sembrata una a posto fino a quel momento.

《Ciao! Io sono Son Chaeyoung.》 Sorrise la biondina davanti a lei con voce allegra.

《Be' molto piacere...sei venuta per Rina giusto? Scusa ma è in bagno e credo che ne abbia per ancora parecchio tempo.》Jimin sbadigliò coprendosi la bocca con una mano, diede un'occhiata allo specchio di fianco alla porta e rischiò di prendersi un colpo, visto che sembrava avesse un nido di paglia al posto dei capelli, strabuzzò gli occhi e con nonchalance cercò di sistemarsi vagamente il mostro che aveva in testa.

《Oddio no. Nonnono. Io e Rina? Non scherzare bella, ti prego. Io e lei non potremmo essere più diverse di così. Io cercavo te. Ragazza nuova.》Scosse la testa facendo tintinnare gli orecchini pendenti e appoggiando l'indice sul suo naso.

《Io?》 Chiese confusa la più alta. "E cosa c'entro io ora."

《Si tu. Non mi sembri una spuzzettina viziata e se lo sei, be' complimenti hai ingannato il mio sesto senso... coooomunque. Mi chiedevo, cioè ci chiedevamo, io e le mie amiche "normali" se avessi voglia di unirti a noi per i pasti e poi...mah, non so, ti va di sgattaiolare nella caserma militare qui a fianco più tardi?》

《Per la colazione ok. Ma per la caserma? Cosa c'entra questo?》

《Oh niente. Per fare un giro, comunque più tardi ti spiego meglio...sempre se ti va eh.》

《Ah, ok. Senti non è che posso venire a fare la doccia da te? Io questa non la reggo già più e ci sto insieme da quarantotto ore se va bene...》

《Ma logico! Prendi anche la divisa, ti cambi da me e dalla mia compagna di stanza, Momo Hirai, la conosci?》 Le disse con la sua voce cristallina la bionda mentre si avviava per il corridoio.

"Momo... io l'ho già sentita questa." Pensò Jimin arraffando la divisa le calze e uno shampoo a caso e sciabattando fuori di corsa.

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

《Signorino? SIGNORINO! Sta diventando una prugna rinsecchita sa?》 Una voce richiamò Jisung dal regno dei sogni.

《Che?! Ah si...no cheee? Una prugna?》

《Certo! Non vede che la sua pelle è tutta raggrinzita?》Urlò la signora Bae mentre apriva un grande asciugamano e glielo porgeva.

《Ah uff...da quanto sono qui?》Sbuffò il castano mentre usciva dalla vasca e si avvolgeva nell'asciugamano caldo.

《Un ora e mezza... per fortuna che non si era chiuso dentro.》 rispose la donna guardandolo male. "E se fosse affogato?"

《Mi scuso per il disagio provocato dalla mia poca accortezza. Desidero rimediare al più presto, quindi se vuole passerò io il tempo con Minho e me ne prenderò io cura per i prossimi giorni.》 Borbottò Jisung mentre tentava di mettersi i pantaloni puliti che erano sullo sgabello dopo essersi asciugato per benino.

《Quindi io potrei andare in vacanza?》

《...sì? Sì. Vada pure. Ho tutto sotto controllo signora.》 Rispose Jisung alzando il pollice e sorridendole tranquillamente. Prima se la levava dai piedi meglio era.

La donna socchiuse gli occhi, poi alzò le spalle e urlando un sonoro "la ringrazio signorino" voltò le spalle e uscì di corsa dalla stanza. Finalmente avrebbe rivisto sua figlia.

Jisung l'accompagnò alla porta sospirando felice, che razza di impicciona.

《Bene, si diverta signora Bae. Minho è in buone mani...》 urlò il ragazzo agitando una mano verso la porta dalla quale la donna era trotterellata di fuori tutta felice.

《E ora. A noi due Minho.》Ghignò il più piccolo girandosi e chiudendo la porta con un piede, facendola pure sbattere al muro.

|Without The Crown| MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora