Capitolo 30

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《Ehi Minho...》 sussurrò Jisung scuotendolo piano. Aveva appena appoggiato una ciotola di brodo sul comodino. Le stagioni passate in malga dalla prozia stavano dando i suoi frutti. 《Minho-hyung, ti ho portato del brodo di pollo ti va di berne un po'?》

《Mh...》 mugolò il moro sistemandosi un po' meglio sul letto. 《Di chi era quella voce?》 Si chiese mezzo insonnolito.

Una mano gli passò sulla fronte, attraversò i capelli e si fermò sulla nuca. Un piacevole fresco si diramava da questa e il moro sospirò beatamente.

《Hyung. Tieni assaggia...》 continuò Jisung tenendo in mano un cucchiaio di brodo sul quale aveva appena finito di soffiare per farlo raffreddare.

Minho aprì la bocca, lasciando che quel liquido caldo gli scendesse per la gola, riscaldando il corpo scosso dai tremiti della febbre. Sorrise nel vedere Jisung così vicino. Ogni secondo che passava con lui si affezionava di più e, anche se lui ce l'aveva messa tutta per non affezionarsi a lui, non ce l'aveva fatta.

Appena finito il brodo, Jisung pulì la bocca rosea del maggiore con un tovagliolo e gli allungò un pezzetto di pane, che sbocconcellò a malavoglia.

Era sazio e stanco. La febbre lo stava mettendo proprio a K.O.

Vedendo che gli occhi di Minho si stavano chiudendo e la testa iniziava a penzolare sui morbidi cuscini nivei del suo letto a baldacchino, il più piccolo gli tolse di mano il panino e gli rimboccò le coperte. Poi senza nemmeno accorgersene si chinò su di lui e gli diede un bacio sulla guancia destra. Lo salutò e si diresse in salotto, aveva proprio bisogno di una bella maratona di Sherlock Holmes...

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Jimin corse fuori dal bagno della camera di Chaeyoung con la divisa mezza nella gonna mezza fuori, con un calzino sì e uno no, con i capelli ancora umidi tutti scompigliati e con le scarpe in mano. Non erano ancora le 8 ma Momo stava scalpitando per andare a fare colazione. E diamine se la capiva, la sera prima per cena non aveva mangiato pressoché nulla.

《Allora vi muovete? Io. HO. FAMEEE!》 Sbraitò la biondo cenere mentre picchiava alla porta della camera nella quale erano rinchiuse le altre due, nel -vano- tentativo di rendere Jimin almeno presentabile.

《Yah, Momo. Calmati siamo in anticipo... sono solo le 7.56.》Urlò di rimando la più bassa da dietro la porta della camera.

《Almeno lasciatemi darvi una mano. Che poi io non so manco chi ha usato il MIO bagno. Almeno presentarmela, no?》Borbottò la ragazza giapponese picchiando un'ultima volta.

《Yah, ya, yaaa. Una calmata signorina. Questa camera non è un ring da pugilato.》Sbottò Chaeyoung aprendo la porta.

《Momo, ti presento Han Jimin la celeberrima principessa di Jjianz, Jimin questa è Momo Hirai. Ha vissuto nel tuo regno quando era più piccola però probabilmente non l'hai nemmeno riconosciuta. Tra parentesi è un anno più vecchia di noi due...》

《Ehi...》provò ad articolare un' imbarazzatissima Jimin agitando la mano in segno di saluto, ma non riusci a dire nulla, perché venne praticamente assalita dalla bionda, che al contrario suo aveva riconosciuto l'amica di un tempo. Anche se Momo non portava più il caschetto moro, ma dei lunghi capelli biondi, e Jimin non girava più con i suoi amatissimi codini, erano rimaste perfettamente identiche ad un tempo, con gli occhi luminosi e le fossette sul viso.

《Jiminieee. La mia piccola Minnie... ma quanto sei cresciutaaa.》 Trillò felice Momo abbracciandola, o per meglio dire, stritolandola.

《Unnie?》 Jimin spalancò i grandi occhi nocciola iniziando a sorridere come una scema.

《Ma si tesoro! Ma che coincidenza! Come mai qui a Mirz?》Chiese Momo afferrandole il braccio mentre Chaeyoung cercava di capirci qualcosa e vontinuava a spostare lo sguardo dall'una all'altra, come in un incontro di tennis.

《Eh...lunga storia. Vedrò di raccontartela prima o po-》rispose Jimin sorridendo tranquilla, tuttavia il suo stomaco perennemente affamato la interruppe con molto garbo.

《Che dite non è meglio se discutiamo davanti ad una bella brioche e della cioccolata calda?》 Esclamò Chaeyoung abbracciandole con fatica, pur essendo sulle punte dei piedi.

《Ah Yeah》 rispose Jimin trotterellando verso la caffetteria e imitando i WINNER, canticchiando sottovoce, e Momo, ballerina prodigio, nel sentire la musica si mise a ballare per il corridoio. Chaeyoung le guardò soffocando le risa e poi corse loro dietro incurante delle regole del collegio.

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Hyunjin sospirò affranto. "Perché sua madre non lo lasciava parlare?"

《Saresti dovuto ritornare prima, Hyunjin. Non è possibile che tu ci lasci sempre quando ti devo comunicare qualcosa di importante.  E il campionato di tiro con l'arco e la gita in barca con tua sorella, e la visita a Minho...che a proposito me lo hai salutato vero?》

《Sì, madre.》

《E dimmi come sta? È cresciuto o è sempre il solito tappo? E la fidanzatina? Ha la fidanzatina o il fidanzatino? Perché a me sembra un po' come te sai? Che scandalo se si scoprisse che siete omo- omo- ah,sì! Omofobi. Nella stessa famiglia poi... Non è conveniente...》

《Madre, si dice omosessuale...e poi  io sono bisessuale. Mi piacciono sia i ragazzi che le ragaz-》

《ENTRAMBI?》

《Si. Potrei innamorarmi e sposare sia una ragazza che un masch-》

《Ah. Eh, No. Tu sposerai una ragazza. Altrimenti resterai scapolo per sempre. Mi rifiuto di darti la mia benedizione...molto male Hyunjin. Io che avevo pure trovato un insegnante privato per Lia e Yeji.》

《Madre, non mi innamoro di ogni cosa che si muove...》

《Non mi interessa. Ora dovrò licenziarlo. Povero è qui da solo un mese. Così ben educato e carino, e con quel sorriso gommoso... l'unica cosa che non apprezzo sono i capelli tinti di rosso. Seungmin sarebbe estremamente più rispettabile se avesse i capelli scuri. Come faranno le mie amiche ad apprezzarlo conciato in quella maniera? Pazienza...》

Hyunjin aprì la bocca per dire qualcosa ma da essa non uscì alcun suono. Aveva appena scoperto il nome dell'angelo sadico che si trovava in camera sua e sua madre stava minacciando di lincenziarlo.

《NO!》Urlò mentre sua madre si arricciava i capelli su un dito smaltato.

《NON POTETE FARLO!》

|Without The Crown| MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora