Capitolo 6

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《Mamma mia che mangiata. Grazie signora i suoi Pancake sono sempre deliziosi, l'unica cosa buona di questo castello!》disse Hyunjin sospirando finalmente sazio. Aveva le lunghe gambe accavallate mentre dondolava sulla sedia e lo sguardo fiero come al solito, guardò Minho che aveva appena terminato la sua colazione e si stava pulendo le labbra con un tovagliolo bianco.

Minho alzò un sopracciglio, non cogliendo l'ironia del cugino, e poi rispose sarcastico.

《Ah davvero? Quindi fammi capire tu sei venuto solo per mangiare a sbafo? Allora puoi anche tornare da dove sei venuto.》

Minho ghignò mentre Hyunjin quasi cadde dalla sedia per lo shock dovuto alle parole del cugino.

《CATTIVO.》 Si imbronciò il moro, alzandosi indignato.

Minho ridacchiò, si alzò per abbracciare il cugino, che gli sorrise di rimando. Quanto gli mancavano quei momenti con Minho, in quel periodo era stato troppo impegnato per andare a trovarlo. E di questo se ne pentiva amaramente...

Lo guardò lanciare un'occhiataccia a sua madre e non poté fare a meno di sospirare abbattuto. La madre di Minho, si era sposata con il re di Zhilink, attualmente in guerra da qualche parte a Nord della regione e padre adottivo di Minho, provocando l'ira e la tristezza del bambino. Quando venne a mancare suo padre, Minho non aveva ancora capito l'importanza dei sentimenti e questo si poteva vedere nel suo essere schivo, un po' egoista e poco socievole. Ma come biasimarlo...era ancora convinto che sua madre avesse scelto di sposare Yuta solo per i soldi. E che lo avesse messo in secondo piano, perché non abbastanza importante.

Hyunjin era veramente affezionato al cugino, anche se era più piccolo di lui di ben due anni, quando lo aveva visto entrare a palazzo trascinato dalla madre aveva provato l'impulso di proteggerlo e di essere suo amico.

Ci aveva messo quasi sei mesi per avvicinarsi al moro ma ce l'aveva fatta, essendo un gran testone non era stato troppo difficile, ed ora era il suo unico amico in quel regno freddo ed inospital-ehm...
Freddo e leggermente dimenticato dal mond- no...
Freddo e trist...
Ah, non c'era modo di farlo sembrare un posto gradevole, quel regno era simile ad una landa desolata. Tuttavia aveva qualcosa di affascinante, anzi era davvero, davvero bello.

I villaggi erano inerpicati sulle pendici di quelle montagne rocciose, piccole casette bianche e di pietra nuda isolate nel nulla, circondate dal bosco e collegate da una singola strada che portava al castello anch'esso isolato su una sorta di scogliera.

Minho mentre abbracciava il cugino con il sorriso, guardò il passaggio dalle grandi vetrate che lo circondavano. Da piccolo avrebbe odiato quel posto, ma ora non lo disprezzava, anzi, quel luogo lo rispecchiava veramente tantissimo. Freddo e solitario, ma dalla bellezza spaventosa.

Volse lo sguardo verso l'orologio di quarzo comprato dalla madre quando era ancora piccolo e felice, quasi non lo ricordava appeso al camino della modesta casa della sua infanzia, si accorse che era tardi, molto tardi.

Si liberò dalla stretta del cugino con uno strattone, lo guardò negli occhi ammiccando all'orologio. Hyunjin ebbe una reazione molto meno pacata rispetto a Minho infatti strabuzzò gli occhi scuri e strillò: 《Ah le undici. LE UNDICI? CACCHIO, CACCHIO, CACCHIO!》e corse su per le scale facendo i gradini due a due.

Minho alzò le spalle, salutò il re che era appena entrato nella sala con un inchino e se ne andò in camera a prepararsi. "Fantastico, è tornato pure lui."

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Minho si guardò allo specchio soddisfatto. Era proprio figo.

I capelli neri non troppo lunghi gli ricadevano delicati sul viso pallido. Gli occhi neri e grandi erano contornati da della matita e le labbra ricordavano un bocciolo di rosa. Le sue spalle larghe erano evidenziate dalla giacca blu notte e la sua vita era stretta nei pantaloni candidi. Come tocco finale si allacciò la cinta in pelle nera e si mise il mantello bianco affinché cadesse morbido su una spalla. Terminava con della pelliccia nera, segretamente sperava che fosse sintetica, ma perchè lo sperasse non lo sapeva nemmeno lui.

Era sempre stato abbastanza indipendente, infatti, non essendo sempre stato servito e riverito era solito non chiamare mai le cameriere, se non in situazioni particolari e degne di nota.
Una sua chiamata era un evento più unico che raro, non gli piacevano tutti quegli sguardi languidi e quegli occhi addosso che inetavilmente attirava. Adorava essere al centro dell'attenzione, o meglio, il personaggio che aveva creato per presentarsi in pubblico lo faceva, lui...
Scosse la testa. Ormai Minho e il principe Minho erano la stessa persona. Tutto quel tempo passato a fingere lo aveva cambiato.

Minho iniziò a scendere le scale con una lentezza disarmante. Non aveva proprio voglia di conoscere quei reali. Meno persone conosceva, meno rischiava di uscirne ferito.

Hyunjin lo aspettava in fondo alle scale marmoree. La sua giacca era più chiara di quella di Minho, ma gli donava ugualmente. Non portava un mantello e nemmeno la corona, tuttavia si vedeva chiaramente che fosse un nobile principe. Dallo sguardo fiero all'atteggiamento possente, tutto in lui trasudava autorevolezza.

Appena i loro sguardi si incontrarono però, quello freddo di Minho si ammorbidì e quello fiero di Hyunjin divenne caldo e gentile. Entrambi si posizionarono a destra della regina ed iniziarono ad avvicinarsi al portone. A momenti dalla grande vetrata che si affacciava sul giardino, si sarebbe vista arrivare una limousine e da lì sarebbe scesa la famiglia reale di Jjianz al completo.

Chissà perché Minho iniziò a sentirsi strano. Gli sudavano le mani e un inspiegabile nodo si era formato nel suo stomaco. Non provava quelle sensazioni da un sacco di tempo, più o meno da quando era arrivato a castello a soli sei anni.

《Tutto bene? Mi sembri strano...》chiese Hyunjin sottovoce mentre allungava l'occhio alla finestra.

《Certo...ho un po' di fastidio allo stomaco.》gli rispose di rimando il più basso.

Minho guardò il cugino sospirare sollevato e non poté fare a meno di chiedersi come facesse a capire subito come un persona si sentisse.

Una gomitata abbastanza forte lo riportò alla realtà. 《Ah, giusto... il pranzo.》 Voltò la testa verso l'entrata per vedere un ragazzo -un bel ragazzo- scendere dalla limousine bianca, seguito poi da una ragazzina, un ragazzo più grande e i due sovrani.

Minho deglutì a vuoto. Non aveva nemmeno visto entrare quella macchina enorme dai cancelli come facevano ad essere già alla porta.

Un scampanio risuonò per tutto l'atrio. Erano arrivati.

|Without The Crown| MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora