《Io, tempo fa, vivevo in un paese sperduto nel regno di Zhilink, non so se sapete dove si trovi... comunque, al momento non è importante. Mia madre era una donna bellissima, dolce, gentile, affascinante. Aveva degli occhi azzurro ghiaccio, che ogni tanto mi ricordo ancora, così grandi e luminosi, riflettevano il cielo, per così dire. Sia se era felice, sia se non lo era. Lei lavorava per il re, un certo Yuta se non mi ricordo male, che era buono con i suoi sudditi ma fissato con l'esercito, la vita militare e la guerra. Finché visse suo padre lui non rimaneva mai nel regno di Zhilink, era sempre da qualche parte o a combattere o a preparare battaglie. Immagino sia per questo che quel regno è così potente... Ma questo ora non c'entra, le sapete meglio di me le attuali posizioni militari. Comunque dov'ero rimasto?》 Il ragazzo si toccò il mento osservando un punto indefinito in alto a sinistra, probabilmente per ricordare quello che stava dicendo poco innanzi.
《Del re Yuta...》 gli andò in soccorso Jimin che era ora molto attenta. Anche se a dirla tutta non le erano molto chiare le posizioni militari della regione.
Juyeon schioccò le dita 《Ah,già. Grazie Min. Yuta io lo ho visto forse due volte prima della partenza ma mi sono rimasti impressi i suoi occhi color dell'ossidiana. Non so bene perché ma quegli occhi erano identici a quelli di mio padre, anche se questo non è fisicamente possibile... Va be', sorvoliamo. Mio padre era un uomo forte e generoso, combatteva nell'esercito di Zhilink però quando gli venne diagnosticato un problema al cuore non potè più lottare in prima linea e si rassegnò a vivere come guardia del palazzo. Qui si innamorò di mia madre, che lavorava come segretaria del re, e dopo poco tempo si sposarono ed ebbero due figli. Io e mio fratello Minho, più piccolo di me di quattro anni.》 Juyeon si fermò un attimo e prese un sorso d'acqua.
《Vorrei tanto rivederlo ma sono bloccato qui fino a data da destinarsi...》
《Finito qui? Il tuo oscuro passato è che hai un fratello?》 Chaeyoung sbottò a mezza voce convinta che il rqcconto fosse terminato.《No...da quello che ho capito sono figlio del Re e non di mio padre, Hongbin, una semplice guardia del castello.》 Juyeon alzò le spalle con sguardo triste, tutte le volte che pensava a come Yuta lo avesse obbligato a lasciare il castello per non destare sospetti a soli dieci anni gli montava una furia immane. Soprattutto se pensava a suo fratello che molto probabilmente ora non lo ricordava nemmeno più.
《Aspetta...》 Chan biascicò qualcosa ma venne subito zittito dalla mano delicata di Jimin che si piazzò sulle sue labbra screpolate.
《Minho non è tuo fratello biologico, è un fratellastro quindi? E come caspita fate ad assomigliarvi così tanto?》 La mora era sbalordita e molto, molto confusa.《E qui entra in gioco un altro fatto, che incasina ulteriormente il mio DNA.》
Cinque paia di occhi si piantarono su Juyeon che aveva lasciato scivolare verso il basso la testa. E non sembrava affatto intenzionato a parlare.
《Juju. Insomma.》 Momo gli sferrò uno sguardo letale. Si alzò con eleganza per andare a sedersi sulle gambe del proprio fidanzato, in maniera molto seducente. Senza ottenere poi molto dal ragazzoche faceva ciondolare ancora il capo.
《Ma ve lo dirò un'altra volta.》alzò velocemente la testa, tirando indietro i capelli. Sghignazzò e scoccò un bacio veloce sulle guance della bionda.
《Oooh andiamo. Non puoi fare così!》
《Yah! STRONZ- salve.》 Jacob si inchinòverso una cameriera che li stava guardando un po' male. Lo stava guardando un po' male.
《Eh, no eh. No, no. Io non lo accetto.》
《Tu parli! ADESSO !》
In quella baraonda l'unica voce che era apparsa cristallina era stata quella di Chan, che dopo parecchio tempo, era arrivato ad una conclusione illuminante.
《MA QUINDI SEI UN PRINCIPE?》
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Seungmin soffocò uno sbadiglio. Era seduto a quel tavolo da quasi tre ore,e non ne poteva più. La regina e la contessa che erano sedute di fianco a lui parlavano di seta e abiti all'ultima moda. Il re e il conte di affari e guerra, e le due bambine stavano urlando come due ossesse. Fra tutti rimpiangeva quasi Hyunjin seduto di fronte a lui, che gli sorrideva sornione.
Non sta sorridendo a te idiota.
Il rosso scosse il capo che non voleva saperne di rimanere dritto sul collo.
Quando si poteva andare a dormire?Ad un tratto una manina gli afferrò la stoffa del pantalone. Alzò di poco la testa e vide Lia che aveva la sua identica espressione.
《Cosa c'è piccola?》 Le chiese con voce sottile. Non era abituato a dormire tre ore a notte. Tutto per colpa di quel principe che sembrava uscito da una favola, e non lo lasciava dormire in pace. Perché doveva passare le notti a pensarlo? Era ingiusto.
《Oppaaa. Io ho sonno. Le parlbere mi vanno giùùù.》 La pricipessina storpiò dolcemente le parole mentre barcollava per la stanchezza.
《Tesoro. Si dice palpebre, ma non mi aspetto che te lo ricordi. Adesso chiedo alla regina se posso portarvi a dormire. Dov'è tua sorella?》le accarezzò la testa con delicatezza. La piccola spalancò la bocca strofinandosi gli occhietti con i pugni.
Il rosso alzò lo sguardo sul tavolo incrociando quello fiero di Hyunjin.
《Yeji?》sussurrò scuotendola di poco. "Oh cielo sta dormendo." Pensò affaticato. Ora avrebbe dovuto portarla in camera sua di peso. Tre piani sopra il loro. E lui non faceva palestra.
《Sua maestà, mi permetta di interrompervi un secondo. Le principessine sono molto stanche, mi permettereste di portarle nelle loro stanze. È molto tardi per la loro giovane età.》 E anche per la mia se è per questo. Il ragazzo fece un inchino molto profondo e venne subito lasciato andare dalla regina.
Il ragazzo prese in braccio Yeji, che stava dormendo beatamente sul tavolo. E scoccò un'occhiataccia a Hyunjin che lo osservava da sopra un calice di vino. Appena il rosso spostò lo sguardo il più grande si alzò. Gli andò vicino passando una mano sulla sua schiena, sfiorando i muscoli contratti dallo sforzò di non lasciare cadere per terra la bambina. 《Lascia. Faccio io.》 Gli disse con voce dolce come il miele mentre gli toglieva dalle braccia il peso della piccola.
《Occupati di Lia.》 Continuò sussurrando. Le guance del moro si scurirono per un momento. Ma era troppo stanco per ribattere in qualche maniera acida, quindi si limitò ad annuire debolemente. Si inchinò ai sovrani e uscì dal salone con Lia per mano.
Hyunjin lo seguì pochi istanti dopo preceduto da Jeongin che non vedeva l'ora di rintanarsi in camera a giocare alla Playstation.
Il più basso li abbandonò al secondo piano mentre loro dovevano ancora salire in mansarda. Lia era ormai crollata e ora stava appisolata sulle spalle del proprio insegnante, che procedeva lento e costante come una tartaruga.
Nessuno dei due spiaccicò una parola.
Ogni tanto Seungmin voleva voltarsi e guardare il moro, ma ogni qual volta gli veniva questo desiderio si costringeva a pensare ad altro.
《Seungmin-ah. Seungmin-ah.》 Hyunjin lo stava chiamando.
"Non girarti. Non girarti. Pensa alla configurazione elettronica del carbonio. Allora 1s2 2s2 2p..." ma Seungmin era cocciuto come un mulo. Quasi peggio del moro e non voleva cedere alle richieste del suo cuore.
《Fiorellino?》 Dopo la terza volta che chiamava a vuoto il più grande scoccò il suo soprannome. Ottenendo, stranamente, una reazione.
《TI HO DETTO DI NON-》
《Shhhh. Sveglierai le bambine.》venne immediatamente zittito.
《Ti ho detto di non chiamarmi così. 》 rispose continuando a borbottare.《Ti occupi tu di cambiarle e prepararle alla nanna?》gli chiese poi davanti alla porta delle camerette.
《Certo è il mio lavoro.》 Roteò gli occhi infastidito. Le braccia gli dolevano e le gambe erano leggermente tremolanti. Voleva metterle a nanna e filare a dormire.
《Bene abbi cura di te...cioè di loro.》 Hyunjin gli sorrise dopo aver poggiato Yeji sul letto. Si voltò e con un gesto delicato gli spostò i capelli amarena dal viso. Poi continuò a camminare verso la sua stanza.
《Come se non lo facessi già. Tzè》
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|Without The Crown| MinSung
FanfictionLee Minho conosciuto da tutti come il futuro re del regno di Zhilink, principe ereditario dal cuore di ghiaccio, egoista e freddo. Famoso per lo sguardo nero e glaciale, la pelle candida e la lingua biforcuta. Lui è il solo, unico, inimitabile. Un p...