Capitolo 25

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Passarono un paio d'ore abbracciati sull'erba, a parlare del più e del meno, parlarono della loro infanzia, delle passioni, dei film preferiti e degli hobby, quando, nel bel mezzo di un silenzio tombale, Jisung sussurrò Minho. 《Ti va di accompagnarmi alle cascate? Sai non le ho mai viste e mia madre mi racconta sempre di quanto siano belle quelle del tuo regno... che dici 》 Minho nel frattempo però stava pensando ad altro, per la precisione stava pensando a come quel ragazzo stesse diventando la sua più grande debolezza.

Non aveva mai provato così tanti sentimenti stando vicino ad un altro essere umano. E forse, quel lancinante mal di testa che lo attanagliava era dovuto proprio a tutte queste emozioni confuse. Si, probabilmente era per questo. Minho annuì sforzando un sorriso. Afferrò Jisung e lo guidò per un sentiero sterrato.

Il paesaggio era semplicemente mozzafiato. I ciottoli bianchi tipici del suo regno luccicavano tondi e perfetti lungo il sentiero, la luce chiara filtrava fra le foglie chiare ricoperte di rugiada e i passerotti cinguettavano soavi. Svoltarono più volte, spesso anche attraverso il bosco, l'atmosfera era tranquilla. I due non parlavano, Jisung inebetito dai suoi della natura, Minho troppo concentrato a camminare dritto.

Ad un tratto sentirono uno schiocco. Alzarono lo sguardo e videro uno scoiattolino che li osservava incuriosito.

《Uh, un piccolo Jisung. 》 Ridacchiò Minho indicando il ramo su cui stava appollaiato l'animale.

《Ma perché dite tutti che sembro uno scoiattolo. Non è vero! Dannazione. 》 Sbottò Jisung spaventandolo.

《In realtà sì. E anche tanto. 》 Gli rispose Minho appoggiandosi con nonchalance al primo albero in circolazione. Da quando in qua gli alberi si spostavano?
Strinse le palpebre. Pure le allucinazioni adesso.

Jisung sbuffò piccato e si incamminò continuando a lamentarsi di tutto quello che gli veniva in mente e Minho lo seguiva annuendo e sghignazzando.

Purtroppo mentre camminavano e Jisung si lamentava di essere paragonato ad un esserino selvatico, Minho capì che c'era qualcosa che non andava, quando starnutì per la settima volta di fila, tre delle quali perdendo l'equilibrio e rischiando di schiantarsi al suolo. Così iniziò a rallentare e a fare respiri sempre più profondi. La testa gli stava diventando più pesante e le gambe sempre più incerte. Ma doveva arrivare alle cascate glielo aveva promesso.

Pochi minuti dopo il bosco di latifoglie si aprì in una radura sulle cascate. Era uno spettacolo mozzafiato. Jisung lanciò un urletto quando un pettirosso gli sfiorò il capo per avvicinarsi al laghetto. Non avevamai visto delle cascate così imponenti e meravigliose. La roccia bianca tipica di Zhilink spuntava qua e là come se fosse neve, e i raggi di quel debole sole che stava irradiando appena la radura brillavano fra i capelli del più piccolo.

Minho lo osservò sedersi su un grande masso e iniziare a giocherellare con l'acqua e un pesce che nuotava vicino a lui. Era veramente, ma veramente, carino. Sembrava una sirena...

《Chissà come starebbe Jisung con la coda da pesce e un reggiseno di conchiglie...i capelli lunghi e-aspetta ma le sirene hanno le brachie? Oddio che schifo le branchie, le hanno i pesci...Jisung è uno scoiattolo non un pesce. A dirla tutta ho proprio voglia di pesce...spero facciano del polpo per cena. O delle aragoste. Ma sono pesci? No... non sono pesci, sono crostini. O crostacei? Non mi ricordo più...oh madre non sto capendo più nulla. La testa. La testa. La testa. 》 Pensava Minho abbandonando il capo contro l'albero.

《Jisung-ah. Jisung-ah. Non sto molto ben-oh merd 》 Minho trattenne un conato di vomito portandosi una mano alla bocca.

CHE SCHIFO!

Jisung era ammaliato dalla cascata e dai suoni che lo circondavano. Non gli sembrava nemmeno reale, ma la voce di Minho lo richiamò alla realtà. Si voltò a guardarlo interrogativo. Che aveva quell'idiota da sbraitare in quella maniera?

Appena lo mise a fuoco con il capo penzolante e le gote rosse, del sudore sulla fronte e gli occhi lucidi non potè fare a meno di pensare che fosse bellissimo.

Ma ti sei rincoglionito? Non vedi che sta male?

Jisung corse accanto a lui e, inginocchiatoglisi di fianco, provò a misurargli la temperatura con le mani, ma visto che pochi secondi prima stava giocando con l'acqua gelida delle cascate, le sue mani non erano poi questo grande aiuto. Ma non gli veniva in mente altro da fare al momento. Iniziò a scuoterlo leggermente e a chiamarlo, ma Minho era come svenuto.

Il minore stava iniziando a spazientirsi, cosa poteva fare per Minho? Si sedette di fianco a lui, fece appoggiare la testa riccioluta e un po'sudata del più grande sulla sua spalla e iniziò a giocare con i suoi capelli.

Pensando e ripensando alla sua infanzia gli venne in mente tutto ciò che sua madre -assistita dalla tata- faceva per prendersi cura dei suoi figlioletti.

Il ragazzo fece un respiro profondo, non credeva di potercela fare.

Dai non è un bacio vero e proprio, è l'unico modo che hai per sapere se si è preso un'insolazione o se è ammalato...

Nel frattempo Minho stava riprendendo conoscenza. Cosa era appena successo? E perché Jisung era così vicino? Sentiva il suo profumo di lavanda penetrargli nelle narici e, doveva ammetterlo, era buonissimo. Fece per muovere la testa verso Han ma non ci riusciva. Pesava tantissimo. E ogni minimo movimento equivaleva ad una fitta atroce e a molta confusione. Il mondo, poteva giurarlo, stava girando molto più veloce del solito e di quello che dicondo i libri di geografia e scienze.

Sopraffatto dall'emicrania si rilassò sul più piccolo beandosi del suo tocco e delle sue attenzioni. Non poteva chiedere altro.

Ad un tratto una sensazione strana lo riscosse. Sentiva caldo sulla fronte. Più di prima oserei dire. Quell'insolito calore si propagava come se partisse da un bocciolo di rosa, tanto erano morbide le labbra di Jisung a contatto con la sua fronte. Minho sorrise sornione, non stava capendo bene la situazione ma gli piaceva. Eccome se gli piaceva.

Jisung allontanò in fretta le labbra dalla fronte del moro e, imbarazzatissimo, si schiarì la voce.

《Minho...hai la..uhm febbre? Sei caldo. Anzi caldissim- 》

《Ahaha già... I'M SO HOOOOOOT TUTTUTTUTUTU. NALINA NALINA... 》 Minho come posseduto da una forza maligna scattò in piedi e iniziò a ballare con una grandissima energia. Quasi troppa per un uomo quasi moribondo. Ma come se tutto questo non bastasse, appena finito il suo spettacolino danzante, Minho preso da un conato di vomito iniziò a correre per la radura, rischiando la vita almeno tre volte, mancando un albero per pochissimo e scappando per un sentierino nascosto.

《Minho ma checcaz? Minho? MINHOOOO? YAH TORNA QUA! 》 Urlò Jisung sbigottito dalla fuga del maggiore, che tra parentesi, lontano chissà dove, stava ancora sbraitando "I'm so Hoooooooooot" per il bosco.

What the fuck's just happened?


|Without The Crown| MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora