Capitolo 33

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《Allora hyung. Mi passi il termometro?》 Jisung sorrise a stento. C'era qualcosa che gli puzzava, e poteva giurare che non erano i suoi calzini.

《Tieni...》Minho gli allungò l'oggetto, tossendo per finta. Lui odiava i bugiardi, e in quel momento non poteva fare altro se non odiarsi per non avere le palle di affrontare il minore. Sospirò aspettando una risposta. Probabilmente aveva fatto la più grande cazzata della sua vita.

Appena prese in mano il termometro Han si prese un'ustione di terzo grado e urlando, lasciò cadere l'oggetto muovendo la mano destra con l'altra come se fosse posseduta, ed iniziò ad imprecare, saltellando in giro.

《Porca...ah. Ma cos'è lava?- prese un respiro e poi piantando gli occhi castani in quelli da cerbiatto del moro parlò, senza emozioni. Gelido come il ghiaccio.- Minho sinceramente. Questa è una presa per il culo. Capisco che tu ti senta particolarmente HOT in questo momento, ma avere la febbre a 46.7 °C non è umanamente possibile. Questo tuo atteggiamento negli ultimi giorni mi ha fatto riflettere. Sei un opportunista. Non te ne frega un cazzo degli altri. Di me soprattutto.
Io ti voglio bene, ci tengo a te. Forse troppo per essere trattato così di merda. Ma te lo dico... essere preso in giro, non mi va giù.》 Jisung lo stava guardando fisso negli occhi. I suoi occhi così dolci, non erano mai stati più vuoti. Minho deglutì sentendosi inspiegabilmente male. Molto più male di quello che era stato fino al giorno precedente.

Non poteva aver rovinato tutto. Era davvero così idiota?

《Ji...ji? Jisungie~》mormorò alzandosi dal letto con gli occhi che si riempivano di lacrime. Era diventato un cagasotto. Non riusciva più nemmeno a pensare di perdere Jisung che gli veniva da piangere, e in quel momento lo stava perdendo sul serio.

《Jisungie un cazzo. Hyung. Mi sono rotto, ho fatto di tutto per te. Ho lavorato come uno schiavo, ho lasciato andare mia sorella pur di restare con te, mi sono preso cura di te per ben sette giorni. Senza aver mai ricevuto un grazie, né niente. Io vivo per vedere i sorrisi di gratitudine della gente. Ti rendi conto che io in dieci giorni che ti conosco ti ho dato tutto ciò che avevo? Ti ho dato tutto...e sai perché? Solo per farti sentire meglio, per non farti sentire solo...e magari, che ne so, farti essere meno stronzo...》Jisung non sapeva perché stesse urlando, non sapeva perché gli facesse così male. Era abituato ad essere trattato come uno zerbino, sua sorella poteva capirlo, ma non pensava che le azioni di Minho potessero ferirlo così tanto. Si girò di spalle per non far vedere le calde lacrime che scorrevano sul suo volto contratto.

《Jisung, io...io non volevo. Io non so come comportarmi...》mugolò Minho avvicinandosi al minore, dopo essersi asciugato gli occhi. Doveva almeno tentare di tenersi quel ben di Dio che era capitato nella sua vita. Racimolando tutta la forza, il coraggio e la sfacciataggine, lo afferrò per le spalle, facendolo girare e facendo così incontrare i loro sguardi.

Il suo petto si strinse in una morsa, perché le guance di Jisung erano striate di lacrime? Perché per colpa sua?
Avrebbe tanto voluto baciargliele via quelle lacrime, e allo stesso tempo avrebbe voluto essere picchiato da lui, o peggio. Essere accoltellato, probabilmente avrebbe fatto meno male. Anzi sicuramente sarebbe stato meno doloroso di sentirsi responsabile di quelle gocce salate.

《Ti prego stai zitto. Non ne posso più! Dio, perché devo essere così sfigato. Non posso innamorarmi di qualcuno di normale?》sbottò Jisung isterico, asciugandosi le guance con il dorso della mano, senza purtroppo avere nessun risultato, le lacrime contunuavano a scendere.

《Jisung. Io non ho mai voluto prenderti in giro, sei diventato l'unica cosa di cui ho bisogno, l'unica persona per la quale vale la pena vivere. Jisung, ti prego di credermi, io quello che ho fatto non lo ho fatto con l'intento di tradire la tua fiducia...io semplicemente sono un idiota, apatico, stronzo, insensibile e spaurito, che non sa come si faccia a volere del bene a qualcuno o come si faccia a dimostrarlo.》Minho lo strinse fra le sue braccia mentre Jisung tentava inutilemente di liberarsi, per essere lasciato andare. Non voleva ascoltarlo.

Sapeva che se Minho avesse continuato a parlare lui avrebbe ceduto, perdonandolo e amandolo più di prima. Perché sì, Han Jisung era fottutamente innamorato di quello stronzo di Lee Minho. Poteva sembrare irrazionale, perché lo conosceva da solo dieci giorni, ma lui non aveva mai amato nessuno così tanto.

Ripensò a quello che si era promesso appena dieci giorni fa, anche sembravano secoli fa, se non millenni; quando Jimin gli aveva fatto notare quanto stronzo Minho fosse, e un singhiozzo gli mozzò il respiro.

Cavolo se è stronzo.》
《No, Jiminie. Non è stronzo. E triste, triste e solo.》

"Ed io giuro su quello che vi pare, che lo farò cambiare, costi quel che costi."

Minho era così assorto nel parlare e nel cercare di trattenere Jisung, da non sentire la semi confessione del minore, così continuò imperterrito a parlare a macchinetta, senza sapere nemmeno cosa stesse dicendo. Per la prima volta nella sua vita, aveva spento il cervello ed acceso il cuore.

《Mio padre mi ha lasciato presto, mia madre si è risposata e per me è come se mi avesse lasciato, perché da allora non si è più preoccupata di me. Aveva il regno e il potere, a cosa le serviva uno stupido marmocchio, che le ricordava il marito defunto? A nulla. Il mio padre adottivo mi odia, perché non sono suo figlio e perché lui non ne può avere. Nonni, zii e parenti aquisiti e non, vogliono solo trarre vantaggi dalla posizione di mia madre e dal mio futuro, ma di me come persona non è mai fregato niente a nessuno. Tutti si sono approfittati di me almeno una volta nella vita, hanno sempre voluto qualcosa in cambio...E non mi hanno mai dato amore. Tu sei il primo che ha cercato di conoscermi per come sono, sei il primo che mi ha dato qualcosa per cui lottare, un po' di amore. Loro? Mai. Così io ho alzato mura e barriere, per non essere ferito. Sono debole, sai? Ho paura, tanta paura... Perché, Jisung-ah, io non so cos'è l'amore. Io non l'ho mai saputo, cioè fino ad ora. Non sapevo quanto bene potesse fare un sorriso, o quanto male possano fare le lacrime di qualcuno, non lo sapevo e mi sento una merda per non essermene accorto prima. Jisung, io ti amo. E il casino che ho avuto in testa fino ad ora era solo questo, solo l'amore che provo per te. Te che sei l'unico che ha distrutto le mie mura e le mie barriere nel giro di poche ore. Io che ci avevo messo così tanto per crearle...》 Minho lo strinse più forte al suo petto mentre si dichiarava. Confessava il suo peccato più grande, aver trovato qualcuno da amare.

Jisung si dimenava ancora, ma molto più debolmente, avvolto dal profumo del maggiore e dalle sue braccia. I pugni che gli stava dando sul petto si affievolirono fino a quando le sue mani non si strinsero alla maglietta nera del maggiore, bagnata dalle sue lacrime.

《Capisco che tu ora mi stia odiando. Ti vorrei tanto dire come fanno nei film: e ora vai. Vivi la tua vita, sii felice anche senza di me. Ma non ce la faccio, Sungie. Non ce la farò mai. E credo che se non mi perdonerai e mi lascerai, anche tu...I-io, io...》 Minho che aveva parlato per così tanto senza scomporsi stava vacillando.

《Ti amo anche io.》 Sussurrò Jisung affondando ancora di più il viso nel petto del maggiore.

《Non ti lascio, stupidoidiota. Non ce la farei. Non dopo tutto quello che mi hai detto.》 Continuò iniziando a disegnare piccoli cerchi fra i pettorali del maggiore, che stava trattenendo il respiro. Sembrava che il suo cuore esplodesse ad ogni battito, e al momento il suo petto sembrava uno spettacolo pirotecnico.

《Davvero?》Minho si allontanò di poco mentre Jisung incatenava lo sguardo al suo.

Il più basso annuì piano mentre sulle sue labbra si dipingeva l'ombra di un sorriso. Minho lo guardò e il suo cuore decise di battere ancora più in fretta di prima. Preso da un'enfasi fuori dall'ordinario gli fece alzare la testa, poggiando due dita sotto il suo mento. In un secondo le sue labbra screpolate dalla malattia erano su quelle piccole e morbide di Jisung, e danzavano. Danzavano come le note di una melodia scritta nel vento.

Importante¡!
Care personcine carine, mi piacerebbe molto se poteste andare a dare un'occhiata all'altra mia storia,|JUST LIKE FIRE|è una taejin molto soft anche se più seria del solito. Mi sono davvero impegnata nello scriverla e, anche se spesso saltavano fuori alcune stupidate ha uno stile piuttosto diverso. Capisco anche che quasi ottomila parole di oneshot siano tante, però se vi annoiate e non sapete cosa provate a leggerne almeno un pezzettino e ditemi cosa ne pensate. Magari riesco a migliorare il mio metodo di scrittura, che non mi convince ancora per niente. Grazie per le letture, i commenti e le stelline, vi voglio bene, e detto ciò non so se andare avanti con questa storia o meno. Ho pronti alcuni capitoli che però non sono strettamente legati alla Minsung, quindi...boh ditemi voi se vi andrebbe bene leggerli o meno.

|Without The Crown| MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora