Capitolo 48

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Jimin stava camminando da ore avanti e indietro per la sua camera, continuando a far girare l'anello dorato che aveva all'anulare destro. Non ce la faceva più. Erano riusciti a farle mettere un vestito delizioso di raso bianco con roselline rosse e dorate che scendevano sulle pieghe della gonna (stranamente non troppo ampia) e a raccoglierle i capelli in una splendida treccia piena di perle e fermagli...ma non erano ancora stati in grado di tenerla ferma abbastanza a lungo per completare il trucco.

Che lavoraccio essere gli addetti a rendere presentabile una principessa ribelle come Jimin.

La domestica si alzó dal letto tirando un sospiro di sollievo quando la ragazza si fermò. Era il momento per acciuffarla. Lí ferma impalata in mezzo alla stanza con i piedi scalzi e gli occhi fissi al di là del balcone, non si sarebbe mica accorta di nulla...vero?

La signora Lim fece un passo verso la principessa ma questa risvegliandosi di soprassalto, come un cerbiatto spaventato, inizió nuovamente a camminare senza meta per la stanza.

"Principessa, potrebbe sedersi? La truccatrice la sta aspettando..." Borbottò la donna ormai stufa da quel continuo peregrinare senza senso.

"Perché non posso fidanzarmi così come sono? Non gli piaccio al naturale?" Jimin si voltò a guardare quel viso piuttosto giovane e curato che non aveva mai visto prima d'ora. Era bloccata in sua compagnia da tutta la mattina perché la signora Lee era occupata con sua madre, ma non era riuscita a strapparle nemmeno un sorriso. Anzi quella donna sembrava che la odiasse.

"Non è questo..." La domestica roteò gli occhi al cielo all'ennesimo commento acido della fanciulla.

"Ma si tanto chissene frega se non sembro neppure più io. E va bene... Andate a chiamare la truccatrice e Felix. Non ce la faccio più a stare qui senza poter parlare con nessuno." Si voltò verso la domestica che la guardava in modo tutt'altro che compassionevole fulminandola.

A quelle parole la donna si alzò nuovamente dal letto e uscì dalla stanza a grandi passi imprecando a mezza voce contro quella principessina viziata.

Quando fu finalmente sola Jimin si accasció sul tappeto con le lacrime agli occhi. Doveva finire veramente così la sua storia? Sposata con qualcuno che non amava? Che vita patetica.

Lacrime calde e rotonde iniziarono a formarsi nei suoi occhi nocciola. Un po per la frustrazione, un po' per l'ansia, e molte per la tristezza. E pensare che li con lei non c'era nessuno per consolarla.  Nemmeno Jisung.

Appena fuori le mura del castello c'era però un gruppetto di persone che noi conosciamo molto bene.

"Allora ragazzi avete capito tutto?"

I giovani si guardarono complici annuendo. Tutti tranne Juyeon che appena incrociò lo sguardo di Chan, scosse la testa e alzó la mano per fare una domanda. Chan era molto felice di poter coordinare la spedizione. Non lo ascoltavano spesso ma doveva ammettere che il ruolo di leader era fatto su misura per lui.

"Si, si si...no. Bene Juyeon. Per l'ultima volta. Ricapitoliamo." Borbottò spuntando dalla lista quelli che avevano capito cosa dovevano fare. Ovvero tutti tranne Juyeon.

"Chi mi dà una mano?" A quelle parole Chaeyoung e Momo, allungarono le proprie mani guantate verso il più alto del gruppo che si guardava attorno ancora più confuso.

"Non ci credo. Alla prossima vi pesto." Borbottò Changbin sistemandosi gli occhiali da sole.

"Vado io...allora tu e Momo siete i visconti di Huffington che sono stati invitati dal principe di Zhilink in persona Felix ci farà entrare su una limousine del castello. Avete la comunicazione firmata da lui perché era troppo tardi per farvi avere l'invito. Se vi chiedono qualcosa, Momo tu racconta che hai mal di gola e purtroppo il tuo amato è di poche parole.
Io e Chae come potete intuire dal nostro abbigliamento siamo i vostri cuochi personali e dobbiamo andare a collaborare nelle cucine perché siete allergica alla... soia?" Si voltò a guardare Chan con sguardo interrogativo. Quando il più vecchio annuí, si rinfrescó la gola e continuo a parlare.

"Changbin e Chan sono le guardie del corpo e autisti. E loro hanno la parte più difficile di portare dentro le attrezzature.  Quando siamo dentro attiviamo il piano "polpetta al sugo" e creiamo un po'di casino. Tutto chiaro?"

A quella domanda Juyeon alzò nuovamente la mano ricevendosi un bel po'di sguardo scontrosi e una valanga di sbuffi. "Perché polpetta al sugo?"

"Perché durante il buffet Momo farà finta di stare male per una polpetta...mentre dopo poco noi faremo scoppiare un paio di sacchi di farina e decorazioni varie per spostare l' attenzione in fondo alla sala. Così voi potete andare a confrontarvi con il re e la regina di Zhilink, mentre Chan si occuperà di Jimin. Dobbiamo mandare tutto a rotoli." Rispose Chaeyoung tutta eccitata.

"Bella!" urlarono poi tutti e sei e si batterono il cinque. Era ora di attivare il piano "polpetta al sugo".

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Esattamente dall'altro lato delle mura invece stava entrando una limousine bianca avvolta in nastri azzurri che trasportava l'intera famiglia reale di Syung, quella di Zhilink e, be', Han Jisung.

Era strano vedere tutte quelle tonalità blu, lilla, azzurro e argento. Soprattutto per lui che era quella macchia di bordeaux e oro proprio nel mezzo della macchina. Si, stava rovinando la composizione cromatica di quel quadretto famigliare. Ma che poteva farci. Dopotutto era ancora il principe di Jjianz, doveva vestire in maniera adatta al fidanzamento ufficiale di sua sorella.
E del suo amato.

Minho si voltò a guardarlo di soppiatto nel riflesso del finestrino. Era cosí bello con il rosso addosso. Soprattutto ora che portava i capelli biondi.

Sua zia non poteva capacitarsi del fatto che Jisung avesse i capelli biondi e infatti non aveva fatto altro che fargli domande su come fosse successo. Povero scoiattolino, costretto a rispondere a quell'interrogatorio con cortesia. E pensare che lui e Hyunjin erano sull'orlo delle risa vedendolo così a disagio.

Ad un tratto la macchina si fermò e un valletto fece scendere tutti quanti con delicatezza. Ci mise un bel po'. Soprattutto per colpa delle donzelle e delle loro vesti ampie e ricamate.
Ma non facciamogliene una colpa. Quello era solo l'inizio per lui.

Jisung fece strada a quel piccolo corteo di nobili nella sua reggia e non poté fare a meno di rivivere le emozioni di quando era arrivato a Zhilink quasi tre mesi prima. Era tutto così simile. E cosí diverso. Ad accoglierlo non c'era più la famiglia vestita del colore cielo. Ora aveva la sua famiglia.

Dopo pochi passi si voltó verso Minho e si fermó di fianco a sua sorella con un sorriso in volto. Era tutto come tre mesi fa. Lui con Jimin vestiti di rosso. Minho con Hyunjin vestiti di blu.

|Without The Crown| MinSungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora