Le continue voci intorno a me che cercano di analizzare la mia situazione clinica mi fanno venire un gran mal di testa. Vorrei solo aprire gli occhi, prendere Sebastian per mano e correre, scappare il più lontano possibile. Ma non so dove sono, con chi e quando. Non ricordo bene neanche quello che è successo e questa cosa mi manda in bestia.
Perché non riesco ad aprire gli occhi? Sono sveglia non capite? Ma allora perché le miei palpebre rimangono sigillate quando provo ad aprirle? Ti senti come un leone in gabbia, non puoi fuggire anche se sei tanto forte. Ma io lo sono? Sono così forte da potermi svegliare una volta per tutte? Non lo so, ne ho passate così tante che non riesco a tenere il conto.
Quando decido di muore un dito, per cominciare piano piano a riacquistare la sensibilità dei movimenti motori, non sento nulla, è come se stessi solo pensando di farlo ma il mio corpo non recepisse il messaggio.
Il mio indice rimane fermo all'esterno e un senso di enorme impotenza continua ad opprimere il mio petto. Presa da una disperazione tale da poter sembrare una pazza appena uscita da un manicomio, comincio a piangere e, per fortuna o sfortuna, questo dipende dai punti di vista, sento delle gocce scendere lente sulle mie guance.
Sento un sussulto accanto a me e tutte le voci che prima parlavano delle mie condizioni salutari smettono di proferire parola sorprese dal mio segnale. Vorrei solo urlare dicendo che sono viva, che sto sentendo tutto quello che dicono e vorrei tanto chiedere dov'è Sebastian. Se lo hanno catturato io non so come potrei prenderla e al solo pensarci le mie lacrime continuano impetuose a sgorgare via dai miei occhi.
I singhiozzi che sento però non sono i miei, una mano, grande, liscia, potente, trattiene la mia in una stretta di conforto e so già di chi sono queste mani. Le venature in risalto che sento al tocco non fanno altro che confermare che si tratta di Sebastian.
Sta bene! È vivo e vegeto e sta bene! È qui con me, ma allora perché io non mi sveglio? Lui deve andarsene, non può stare qui con me! Lo cattureranno! Deve andare via! Il mio battito cardiaco comincia ad accelerare pericolosamente e sento le voci, che prima tacevano, agitarsi e mandare via Sebastian dalla stanza.
- Che cosa le sta succedendo?!!- Il suono della sua voce rende impossibile l'impresa di calmare il mio cuore. Vorrei che scappasse ma vorrei anche che restasse qui con me, che non lo mandino via.
Sebastian! Sebastian!
Provo a chiamarlo ma è impossibile, la mia bocca rimane sigillata in una linea sottile, come i miei occhi. Quando sento l'impulso di alzarmi e correre da lui i miei muscoli si contraggono e vengo pervasa da scariche elettriche dolorose.
- Deve uscire immediatamente! La sua condizione sta peggiorando, chiamate il mio collega, non basta solo un medico! - La voce, che sembra proprio quella di un medico, non fa altro che farmi peggiorare queste continue scariche che continuano a lanciarmi da una parte del letto all'atra.
Cosa mi sta succedendo??
Sebastian!
Ma non risponde perché non può sentirmi.
Ti prego ascoltami ti amo, devi scappare!
Ma continua a non potermi sentire. Cazzo!
- Julie ti amo, resterò qui con te! Devi essere forte!- Urla mentre viene scortato via dalla stanza.
Le scariche continuano impetuose ma sono sicura che finiranno, perché c'è qui con me la persona che amo. Mi tiene forza anche da lontano, lo so. Ma il mio cuore non lo sento più. Che sta succedendo?
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-Never Say Never- " Mai dire Mai" (In Revisione)
RomanceJulie Anderson è una ragazza che per fuggire dal suo passato si trasferirà a New York, dove frequenterà l'accademia di Danza più prestigiosa. Tutto sembra filare liscio ma una sera si imbatterà in Sebastian Walker, bad boy amato da tutto il genere f...