Capitolo 3

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NON HAI BISOGNO DEI TUOI GENITORI! NE DI AMICI NE DI NIENTE! NON TI MERITI NIENTE! SEI SOLO UNA PUTTANA! EDUCATA ALL'INIZIO E POI MALEDUCATA ALLA FINE!

FAI IL TUO LAVORO E PULISCI! QUESTO DEVI FARE!

DEVI SONO PULIRE SGUALDRINA!

UN COLPO ALLA SCHIENA MI FA CONTORCERE DAL DOLORE.

TI PREGO LASCIAMI! LASCIAMI!

CONTINUA ANCORA E ANCORA.

AIUTATEMI!! LASCIAMI! NON TI HO FATTO NIENTE! LASCIAMI!BASTA! BASTA!

UN ALTRO COLPO.

Mi sveglio di soprassalto. Passo una mano fra i capelli scombinati e cerco di calmare il mio respiro fin troppo irregolare.

L'ho fatto ancora non posso crederci. Quest'incubo mi perseguita. Non fa altro che ricordare ciò che deve essere dimenticato.

Guardo l'ora  e ho anticipato di poco la mia sveglia. Aggiungerei per fortuna visto che non avrei mai potuto addormentarmi di nuovo.

Mi alzo dal letto e vado in bagno. Mi spoglio completamente e guardo la mia schiena, ricoperta da cicatrici ed ancora dagli ematomi. Socchiudo gli occhi come per raccogliere i pezzi della mia anima. Difficile metterli insieme o quasi impossibile.

Non è passato molto tempo dall'accaduto. Anche per questo sono scappata qui a New York. Porto ancora dei segni di quella sera, la più brutta della mia vita.

Do le spalle allo specchio ed entro in doccia. Voglio dimenticare tutto e lasciarlo alle spalle anche se i segni indelebili sulla mia pelle non faranno altro che farmi ricordare.

Mi lavo strofinando bene la mia pelle, come per cancellare le sue tracce, le sue sporche mani. Mi sento un po' meglio. Sospiro.

Chiudo il getto d'acqua bollente e mi avvolgo in un telo bianco. Pettino i capelli e li asciugo accuratamente. Faccio la piastra per averli più ordinati e vado in cabina armadio. Indosso un pantaloncino nero di jeans a vita alta ed una maglietta a maniche corte bianca corta con delle palme disegnate ai lati per lungo. Indosso le mie Convers nere basse e mi trucco come al solito.

Prendo l' eastpak grigio e metto le mie punte, per danza classica e le mezze punte per danza moderna. Metto dentro anche il tutù , un pantaloncino di tuta verde militare ed una canotta dello stesso colore.

Vado in cucina,  prendo una bottiglietta d'acqua dal frigo e metto pure questa nello zaino.

Vado verso l'ingresso. Dimentico qualcosa? Faccio mente locale ma ho tutto. Chiudo la porta a chiave e scendo le scale per fare più veloce. O forse perché stai dormendo in piedi e vuoi svegliarti ? Okay anche per questo, beccata.

Saluto il guardiano e mi dirigo verso il parcheggio. Apro la macchina e salgo al posto del guidatore, sto per chiudere lo sportello ma un qualcosa lo blocca.

    - Buongiorno bambolina!- Sbuffo. Quant'è convinto?Non è proprio giornata.

- Non chiamarmi bambolina!- Sbuffo alzando gli occhi al celo. Mi guarda divertito. Lo vedo quello sguardo, è pronto a sfottermi. L'ho visto anche a quella dannata festa nel suo appartamento.

- Allora bambolina vai a scuola?- Ma è cretino o cosa? Anche lui deve andare a scuola, ma che domande mi fa?

    - Si?- Domando ironica. Ridacchia. Sospiro per calmarmi. Non si conclude niente con lui se mi innervosisco, anzi è peggio.

- Beh allora ci si vede, ti renderò il college un inferno!- Sorride beffardo. Non faccio tempo a rispondergli male che una voce mi interrompe.

     - Hey! Sebastian ti stavamo cercando! Vieni con noi o con la tua auto?- Un ragazzo alto e muscoloso si avvicina a noi. Dovrà essere uno dei suoi " migliori amici coinquilini ".

-Never Say Never-  " Mai dire Mai" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora