Capitolo 34

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- Piccola siamo arrivati.- Annuisco risvegliandomi dal passato.

Scendo dalla macchina seguita da Sebastian ed entriamo nella stazione di polizia. Un poliziotto, sulla cinquantina, si sporge da dietro una scrivania per vedere chi fosse entrato.

- Buonasera, avrei bisogno di un'informazione importante.- La mia voce trema un po', per quanto continui a ripetermi che sto bene non è affatto così. Sebastian accorgendosi del mio malessere, poggia una mano dietro la mia schiena e la strofina trasmettendomi un po' più di forza. Lo ringrazio mentalmente per essere sempre così premuroso con me.

- Avvicinatevi.- Colta di sorpresa sobbalzo e mi volto verso lui, Sebastian è tranquillo e accorgendosi che invece io non lo sono proprio, si avvicina al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa.

- Sta tranquilla, scopriamo di chi è la macchina e poi andiamo a casa.- Sospiro sentendomi un po' meglio dopo le sue parole confortanti, sa che vorrei essere a casa mia in questo momento più di ogni altra cosa al mondo.

Ci avviciniamo verso la scrivania dell'agente e ci sediamo sulle due sedie poste davanti. è così freddo questo posto, e sono più che sicura che non sia a causa dell'inverno.

- Allora... di cosa avete bisogno ragazzi?- Chiede l'agente un po' annoiato. Sospiro per prepararmi a parlare ma mi precede Sebastian.

- Mi hanno ruba l'auto e so la targa ovviamente, credo che il ladro se la sia intestata.- Incespica un po' sulle parole.

Stringo le labbra e faccio di tutto per non voltarmi verso di lui e tirargli uno schiaffetto sul braccio. Sa che non si può mentire alla polizia?? È per caso impazzito??

- Allora vediamo un po' giovanotto, dammi i numeri della targa e do un'occhiata.- Sebastian si rilassa sul sedile morbido della sedia e tira fuori dalla tasca il fogliettino che ho scritto io stessa sta mattina. Sospiro  anch'io, sollevata dal fatto che ci abbia creduto.

 - Ecco, l'ho scritta qui.- Porge il bigliettino al poliziotto che lo afferra e comincia a digitare tasti sul suo computer. L'agente scruta lo schermo piatto e poi sospira. Io e Sebastian ci sporgiamo un po' verso la scrivania dell'agente, tesi dalla possibile risposta.

- È intestata a Michael Wilson, ci credo che ve l'ha rubata, ha molti precedenti e lo stiamo cercando da mesi.- Rimango pietrificata a pensare, "lui" non avrebbe mai intestato a nome suo la sua auto, doveva intestarla a qualche suo scagnozzo, Michael; insieme all'altro idiota erano i due bracci destri di "lui".

Astuto, davvero astuto.

Ricordo quando mi portarono in quella dannata stanza per torturarmi, per estrapolarmi parole di bocca, per farmi dire dov'era la chiavetta, il caro Michael era sempre presente al suo fianco.

Bastardo.

- Grazie mille, mi sa che compreremo un'altra auto.- Dico alzandomi.

Sebastian e il poliziotto mi guardano come se fossi entrata solo in quel momento.

- Non volete sporgere nessuna denuncia?- Chiede scioccato l'uomo in divisa blu. Scuoto la testa e faccio segno di alzarsi a Sebastian.

- Mio padre ha tanti soldi, non ci vorrà nulla a comprarne una nuova e poi... beh questo tizio ha già molte condanne nella fedina penale quindi non farà nessun cambiamento la nostra denuncia. Spero prendiate in fretta questo bastardo figlio di... beh... grazie e arrivederci.- Dico tirando fuori man mano Sebastian verso l'uscita.

- Oh... arrivederci.- Risponde il poliziotto, scioccato dalle mie parole e dalle mie azioni , prima che noi uscissimo dalla stazione di polizia. Come dargli torto, sembro una pazza appena scappata dal manicomio.

-Never Say Never-  " Mai dire Mai" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora