Capitolo 31

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Pov's Sebastian


Julie dorme ormai da più di due ore mentre io guido come un matto per arrivare a casa il più veloce possibile.

Prima avevo degli alleati dalla mia parte contro... quello che si definiva mio padre. Credo sia ora di mettere in atto il piano di riserva insieme a coloro che mi hanno sempre aiutato in questa missione suicida.

 - Papà! Non andartene!- Mi volto verso Julie che si continua ad agitarsi nel sonno. Accosto la macchina e poggio una mano sulla sua spalla. È fredda come il ghiaccio e le gambe bianche tremano. C'è qualcosa che non va.Merda!

- Piccola? Piccola ti prego svegliati!- Esclamo davvero preoccupato. I suoi occhi blu si spalancano ma sembrano non vedermi veramente, il suo sguardo è così perso che sento dei brividi salire fino alla nuca. Non sta per niente bene, non dovevo portarla via dall'ospedale. Dannato me!

- Sebastian? Cosa è successo?- Mi chiede dopo alcuni minuti ferma a fissarmi. Sembra appena ritornata alla realtà e adesso ho davvero paura che ci sia qualcosa che non vada.

- Hai avuto un incubo, stai bene?- Chiedo impotente, come posso aiutarla?? Doveva rimanere in ospedale cazzo!

Scuote la testa mettendo le mani a coppa coprendosi il viso. L'abbraccio sentendomi davvero in colpa ma dentro di me sento qualcos'atro. Se sta male lei sento di star male anch'io. Il mio cuore si stringe in una morsa quando singhiozza sul mio petto. I miei occhi diventano lucidi mentre la stringo a me.

 È solo colpa di mio padre. È colpa sua! Ma è anche colpa mia...non dovevo portarla via da lì dannazione!

- Io sto bene, vorrei solo tornare a casa.- Dice quando si allontana leggermente da me. Asciugo le lacrime dal suo viso con i pollici. Il suo labbro sporgente trema mentre scosta i boccoli pece dalla mia fronte. Le sorrido e vedo comparire una fossetta sulla guancia destra.

- Manca poco per arrivare a casa, ti prometto che starò attento ma farò il più veloce possibile.- Annuisce poggiando la fronte sulla mia.

Sospiro lasciando la tentazione prendere il sopravvento.

Le mie labbra toccano le sue pressando tutta l'angoscia che stiamo provando da settimane. Quando le nostro lingue si toccano, una scarica elettrica attraversa la mia spina dorsale e sfiorando le sue braccia, sento la pelle d'oca prendere possesso della sua pelle morbida e profumata. Il bacio si fa sempre più violento mentre lei si mette a cavalcioni sopra di me, suonando per sbaglio il clacson. Scoppiamo a ridere uno sulle labbra dell'altra. Mentre l'eccitazione sale e la sua pelle diventa bollente a contatto con la mia, capisco che forse sarebbe meglio fermarsi, non so per quanto potrei resistere. Quando i nostri bacini si scontrano uno, due, tre volte mi allontano di poco. Mi guarda un po' delusa e nascondo un sorrisetto.

- Cos'è questo sorrisetto sfacciato?- Mi chiede un po' divertita dandomi uno schiaffetto sul braccio.

- Quale sorrisetto?- Chiedo allargando le labbra in un sorriso spacca guance. Non cambieranno mai le cose tra noi, battibeccheremo per sempre, lo so.

- Questo.- Mi tappa la bocca con la sua. Rimango per un attimo spiazzato ma, euforico, ricambio stringendo le mani sui suoi fianchi stretti.

- Non so se riesco a resistere se continuiamo così...- Sussurro sulle sue labbra soffici.

- Shh..- Mi zittisce e, sorpreso, comincia a scendere le mani verso il bottone dei miei jeans.

- Ehi-ehi...- Dico prendendo le sue mani fra le mie.- Sei sicura? Non credi che- Sospira e senza rivolgermi neanche uno sguardo si riposiziona nel suo sedile. Mi volto verso di lei confuso. Incrocia le braccia al petto e ,arrossita, volta lo sguardo verso il finestrino.

-Never Say Never-  " Mai dire Mai" (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora