I giorni passano veloci e, senza neanche rendermene conto, è il primo giorno di scuola.
Non sento Layla e Riley dal giorno in cui mi hanno detto di non chiamarle più, e mentre cammino verso scuola penso a tutti gli anni in cui iniziavamo questo giorno insieme.
Andavamo a turno, ogni anno, a casa di una delle tre a dormire e andavamo a piedi a scuola, per iniziare il primo giorno più unite che mai.
Ma come posso pensare, in questo momento, che loro siano delle amiche vere se alla prima difficoltà mi hanno abbandonato?Due giorni fa sono andata a comprare tutto il necessario per il nuovo anno scolastico e ieri ho fatto la strada casa-scuola e scuola-casa per circa dieci volte, in modo da non perdermi oggi.
Ci manca solo che arrivi in ritardo, così mia nonna mi sgozzerà direttamente.
Intravedo da lontano la mia nuova scuola e per strada si iniziano a vedere gli studenti che raggiungono il mio stesso edificio.
Per non pensare all'ansia del primo giorno, cerco di distrarmi guardando i miei coetanei e cercando di capire a che anno stanno.
Un ragazzo che cammina davanti a me può essere o di primo o di secondo, il gruppetto dall'altro lato del marciapiede hanno l'aria dell'ultimo anno.
Mio nonno è venuto in questa scuola, molti anni fa, e mi ha spiegato più o meno dov'è la segreteria. Entrata dentro la scuola a sinistra del corridoio, dopo le prime aule ci dovrebbe essere l'ufficio del preside e poi la segreteria.
Devo prendere le chiavi dell'armadietto e l'orario da lì.
La trovo senza nessuna difficoltà.
La porta è chiusa e sento qualcuno parlare all'interno. Stringo con forza la bretella dello zaino, prima di decidermi a bussare.Vorrei qualcuno che conosco qui. Penserei a Layla e Riley, ma dopo gli ultimi giorni non credo che mi sentirei a mio agio con loro. Dei miei genitori non se ne parla proprio.
Il pensiero corre subito ad Easton e mi ricordo che non gli ho più scritto da quando ci siamo visti. Mi appunto mentalmente di farlo oggi pomeriggio.
La segretaria mi dice che posso entrare, così apro la porta.
C'è una ragazza seduta goffamente sulla sedia, ha più o meno la mia età e poi c'è la signora che mi ha detto di entrare.«Tu devi essere Willow Jones.» Dice quest'ultima, guardando un biglietto annotato dove probabilmente c'è scritto il mio nome.
«Sì.» Poi mi rendo conto di averlo sussurrato. Mi schiarisco la voce. «Sì, sono io.»
«Non può farlo qualcun altro?» La ragazza seduta di fronte la segretaria si rivolge a lei con una voce annoiata, per qualcosa che non so.
Ma, dal momento che stiamo entrambe qui, deduco che stia parlando del giro della scuola.
«No.» Risponde duramente la segretaria. «E se scopro che alla fine il giro alla signorina Jones lo fa tuo fratello, finirà male.»
La ragazza sbuffa e si alza. «Andiamo.» Si rivolge a me con uno sbuffo.
La segretaria, però, la trattiene. O meglio, trattiene me. «Non le ho ancora dato l'orario, Victoria.»
«Scusi.» Borbotta, ma si nota che lo dice solo perché deve e non perché lo pensa sul serio.
Mi dispiace causarle così tanti problemi, ma da un lato potrebbe anche sforzarsi, davanti a me, di non essere così scocciata.
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Phoenix
RomancePer Willow settembre è un mese pieno di cambiamenti. Non solo inizia il suo ultimo anno di liceo, ma si deve anche trasferire a casa dei suoi nonni dall'altra parte degli Stati Uniti con la sua sorellina. Inutile dire che non è per nulla contenta de...