Capitolo 8

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Quando la campanella suona, alle due del pomeriggio, trattengo un sospiro di sollievo.

Eccetto per il professore di matematica tutti mi hanno fatto fare una piccola presentazione, davanti a tutti, e credo di non essere mai stata così imbarazzata in vita mia.

Mentre vado in mensa controllo il cellulare, nella speranza che mi abbia scritto qualcuno. Magari Cole, o Riley, o i miei genitori.

Ma i messaggi sono vuoti, nessuno mi ha cercato.

Stavolta non trattengo uno sbuffo e lascio cadere il telefono nella cartella. Non guarderò più lo schermo vuoto del telefono.

Ho deciso che passerò tutto il tempo a conoscere meglio Victoria, scoprire chi è suo fratello e devo cercare nel loro gruppo di amici -se sono simpatici, ovviamente-. Finché dovrò restare qui, ho intenzione di vivere al meglio.

Andassero a quel paese le mie finte amiche, Cole o i miei genitori. Non ho neanche più niente che mi faccia tornare a Boston, adesso.
E qui la scuola è molto più bella, anche se le persone un po' meno.

«Willow!» Prima di entrare nella mensa, trovo Victoria che si sta sbracciando per farsi notare da me.
Sta parlando con una ragazza che mi guarda inarcando un sopracciglio, ma poi sorride.

«Hey.» Le saluto una volta più vicina.

«Io sono Cora.» Mi porge la mano la ragazza. «Vic mi ha parlato di te, sei nuova?»

Annuisco e ricambio la stretta. «Willow. E comunque sì, vengo da Boston.»

Fa una faccia sorpresa, e so perché: non molte persone da Boston si trasferiscono dall'altro lato del paese. Il massimo è New York o Chicago, quando si vuole andare lontano.

«Andiamo.» Victoria prende me per un braccio e Cora per l'altro. «Devo essere già al tavolo quando arriverà Austin Clark.»

«Chi è?» Inarco un sopracciglio.

Cora alza gli occhi al cielo. «È uno dei migliori amici di suo fratello e Vic ne ha una cotta da... da quanto? Tre anni? Forse quattro.»

Cerco di trattenere le risate quando Victoria aggiunge: «Aka il ragazzo più figo di tutto l'istituto.»

«Voglio vederlo.» Dico, curiosa. Non so che tipo di ragazzi piacciono a Victoria, sempre che abbia dei tipi. Io, ad esempio, non li ho.
L'unico fatto è che devono almeno avere una delle mie passioni, quindi o leggere o disegnare.

«È mio.» Ringhia Vic, ma ridendo, così alzo le mani in segno di difesa.

Cora ride insieme a noi due.

La mensa è piena brulica di gente. È difficile individuare posti liberi, perché ci sono così tante persone che trovarne due vicini sarebbe un miracolo.
«Ma come faremo a-»

Cora mi sorride. «C'è il mio ragazzo che ci sta tenendo il tavolo. Vic, vedi tuo fratello o Austin?»

«No.» Victoria si asciuga una finta lacrima. «Mio marito non è ancora qui.»

Continuo a ridere fino a quando arriviamo alla fila per prendere il cibo.
All'inizio penso che ci metteremo un'ora, ma poi mi rendo conto che le persone si affrettano e la fila si muove e alla fine ci mettiamo meno di quindici minuti.

Io prendo solo un panino al tonno, il resto non mi sembra molto invitante. Sul cibo, la mia vecchia scuola era migliore.

«Sembri schifata.» Dice Victoria, facendo segno con la testa al mio piatto.

Scuoto il capo e sforzo un sorriso. «No, è che... il cibo è così tutti i giorni?»

Cora ed il suo ragazzo, che scopro si chiama Wyatt, ridono. «No.» Risponde lui. «Oggi la cuoca ha cucinato particolarmente male, tranquilla.»

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