Capitolo 9

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La strada per ritornare a "casa" non mi è mai sembrata così lenta e noiosa.

In testa ho ancora la lezione di storia, una delle materie più noiose che ci sia.
Non ho più visto Easton o Cora o Victoria fuori scuola, quindi credo che li vedrò domani.

Appena ci penso, però, mi vorrei dare uno schiaffo da sola. Non ho chiesto dove si vedono in genere o a che ora vengono fuori scuola e ci sono molte persone. Sarà quasi impossibile trovarli.

Poi mi ricordo della promessa che ho fatto ad Easton, di contattarlo più tardi. È sul serio gentile e carino e simpatico e mi concentro su di lui per tutto il tragitto scuola-casa dei nonni.

La borsa dove ho la maggior parte dei miei libri inizia a pesare e arrivo davanti la porta di casa "mia" con la schiena leggermente curva.

Aggrotto la fronte quando sento delle risate provenire dal salotto.
Apro la porta velocemente e la chiudo il più silenziosamente possibile.

Non voglio sentire l'interrogatorio sul primo giorno di scuola e non voglio vedere i miei nonni più del dovuto.

«Willow!» Mi blocco sulle scale quando realizzo di chi è la voce.

Lei dovrebbe essere a Boston. Che cosa ci fa qui? Mi ha mandato via da casa e, dopo neanche cinque giorni, si fa trovare a Portland?

Scendo da quei pochi scalini su cui sono salita e mi affaccio in salotto.

«Mamma?» La mia voce esce più fredda del solito. «Cosa ci fai qui?»

«Una piccola visita.» Mia madre sorride. Vivian è seduta in braccio a lei, e non la biasimo: lei non si rende conto che stiamo qui per colpa di questa donna.

«Tuo padre ha molto da lavorare ed è rimasto a Boston.» Mi spiega la nonna sorridendo. «Tua madre, invece, rimarrà qui per un paio di giorni. Vuole vedere se ti stai ambientando bene.»

Mamma sta per aprire la bocca e dire qualcosa, quando mi giro e me ne vado senza dire una parola.

Non posso crederci. Mi ha mandato via per poi farsi trovare qui. Ho perso il ragazzo che mi piace e le mie migliori amiche per colpa sua e per quale motivo, poi? Che se ne frega di come sto quando dovrebbe ritrovare il suo equilibrio con papà?

Non piango, stranamente. Ho solo voglia di urlare e rompere qualcosa.

Ma non posso distruggere casa dei nonni o qualche gioco di Vivian. Loro non c'entrano niente e non mi sembra giusto.

Butto con poca delicatezza la cartella vicino la porta e poi chiudo quest'ultima, volendo stare da sola.
Non ce la faccio neanche a stare con Vivian e, in genere, quando sono triste o ho un problema amo stare con lei. Con la sua ingenuità e la sua allegria riesce sempre a farmi dimenticare tutto.

Io, invece, se lei ha un problema non riesco a fare niente. Quando piange non riesco mai a fermarla, non importa quanto mi sforzi.

Alla fine cerco il mio telefono nella cartella aka borsa e quando lo trovo mi stendo sul letto. Metto la musica a tutto volume e apro Instagram mentre cerco di osservare le altre persone e di dimenticarmi dei miei problemi.

Dalla mia playlist parte Sucker dei Jonas Brothers e seguo il ritmo con la testa.
In quel preciso istante il telefono vibra e mi accorgo che c'è una notifica proprio su Instagram.

Easton Collins ha chiesto di seguirti.

Cerco di trattenere un sorriso mentre accetto e ricambio.
In mente mi ritorna la promessa che gli ho fatto, ovvero di scrivergli.

Alla fine mi ritrovo a scrivere più di dieci messaggi da inviarli per poi cancellarli, perché mi sembrano tutti orribili.

Non capisco perché sono così nervosa, però è una situazione piacevole.
Per quasi un minuto non penso a mia madre e Boston e Cole e le mie amiche.

Gli invio un "ciao" e appena premo il tasto per inviarglielo vorrei darmi un pugno da sola.
Non gli scritto che sono io.

Gli mando un secondo messaggio con scritto che sono Willow.

Due secondi dopo mi arriva la sua risposta.

Hai mantenuto la promessa :,)

Un altro sorriso da trattenere. Easton è un ragazzo d'oro e credo di non aver mai conosciuto uno come lui.
Ama l'arte ed i libri, proprio come me. È dolce e gentile e... improvvisamente so perché ero nervosa.

Lo conosco da poco, ma probabilmente mi sto interessando piano piano a lui.

Io le promesse le mantengo.
Gli invio di rimando e aspetto la sua risposta.

Digita qualcosa per un paio di secondi, poi smette improvvisamente, passano alcuni minuti, e dopo arriva una risposta.

Meglio per me, allora. Come stai, Willow?

Quella domanda mi manda in pappa il cervello. Dovrei dirgli la verità, o dovrei mentire?
Infondo gli ho già detto perché sono qui, ma l'ho fatto perché pensavo che non l'avrei più visto.

Alla fine decido di non mentirgli ma di non fargli neanche pesare i miei problemi.

Più o meno, sono stanca ma per il resto bene. Tu?

Stanca non è per la scuola, è più per tutta questa situazione. Voglio dire, solo a pensare alla mia situazione famigliare mi viene un mal di testa che neanche due aspirine possono far passare.

Sto per uccidere mia sorella, ma per il resto bene

Ridacchio al messaggio di Easton.
Ho conosciuto Victoria solo stamattina, ma sembra un bel personaggio. È simpatica e libera ed è molto aperta. È sicuramente una brava ragazza, come suo fratello.

Alla fine, invece di fare i compiti e recuperare il programma, passo tutto il pomeriggio a parlare con Easton.

Più che conoscerlo meglio scherziamo tantissimo e a fine serata mi ritrovo con le guance che mi fanno male perché ho sorriso troppo.

Quasi mi dispiace quando Vivian entra per dirmi che è pronto a tavola e devo salutare Easton. Sarei rimasta volentieri a parlare con lui ed ho anche paura che, se dopo ci riscriviamo, non avremo più questo legame.

Legame? Mi riprende la mia mente. L'hai visto si e no due volte; terra chiama Willow. Riprenditi!

Scuoto la testa per scacciare i miei pensieri assurdi e spengo il telefono.
Faccio un respiro profondo mentre scendo le scale, per ricordarmi di non rispondere male e fare la brava.

Magari se mia madre vede che mi sto comportando bene mi riporterà con lei.

Cole ne sarà felicissimo, anche se per qualche strano motivo non mi risponde da giorni.

Mi voglio dare un pugno da sola, per la seconda volta in un pomeriggio. L'altro giorno avrei potuto chiedere a Layla di lui, prima che mi dicesse di non sentirci più. E prima che io le chiedessi in faccia.

Quando sono arrabbiata sono più idiota del solito.

«Come è andata a scuola?» Mio nonno mi guarda con un sopracciglio inarcato e ci metto qualche secondo per capire che sta parlando con me.

Bevo un bicchiere d'acqua e poi rispondo, con un'indifferenza che non mi appartiene. «Tutto okay. È una buona scuola e ho fatto alcune amicizie.»

Mio nonno sorride, sembra quasi più facile di mia madre quando pronuncio quelle parole.
«Bene Willy, sono felicissimo per te.»

Già, penso dentro di me. Proprio "bene".

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-sil 💗

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