La settimana passa più in fretta di quanto mi immaginassi. Mercoledì mia madre mi manda il biglietto per ritornare a Boston, dal sabato mattina alla domenica a pranzo. A quanto pare dormirò a casa per una notte.
Senza che me ne renda conto sono già su un aereo diretta a Boston. Ho così tante cose da fare: andrò da Riley e mi farò spiegare bene cosa è successo, farò un giro per la città, prenderò finalmente il mio cavalletto per dipingere e potrò parlare tranquillamente con i miei per sapere come stanno andando le cose.
Si prega tutti i gentili passeggeri di allacciare le cinture per prepararsi all'atterraggio. Annuncia l'hostess dal microfono e la sua voce rimbomba per tutto l'aereo.
Il cuore mi batte forte nel petto. So che le cose con Riley, molto probabilmente, andranno male. Ma so anche che sarà rassicurante sapere la verità, senza che mia madre mi dice che vede lei e Cole baciarsi.
Il bambino dietro di me dà un calcio al sediolino e chiudo gli occhi per non girarmi e dirgli qualcosa di brutto. Se penso che al suo posto ci sia Vivian ci riesco.
Ma il nervosismo ha la meglio su di me e quando dà un altro calcio mi giro a guardarlo male, guadagnandomi un'occhiataccia dalla madre. Ma almeno il bambino finisce di farmi passare l'inferno.
«E così ci siamo sposati.» Dice la mia vicina di sedile. È da quando si è seduta che mi sta raccontando la sua vita, ed io sono troppo immersa nei miei pensieri per dirle che non me ne frega niente della sua storia. Voglio dire, avrà sessant'anni, e non è così vecchia da essere presa per quelle novantenni che fanno tenerezza. In più, oggi non è proprio giornata.
«Bello.» Sussurro distrattamente, guardando fuori il finestrino. Tra qualche secondo dovremmo toccare terra.
E mentre lo penso, l'aereo tocca terra con un tonfo, che mi fa sbilanciare leggermene in avanti. I freni emettono un rumore acuto e tra l'aereo si inalzano sospiri di sollievo.
Levo l'uso aereo, nonostante l'hostess dice di non farlo ancora, e vedo i messaggi. Intanto la mia vicina mi racconta di come è stato difficile il parto della prima figlia.
«Non avere mai figli.» Dice poi.
Ma sono tutti matti in questo aereo? Penso dentro di me. Come se, a diciotto anni, uno avesse la faccia di chi vuole un figlio.
Tra i messaggi ce ne è uno di mio padre, che mi dice che mi aspetta all'uscita dell'aeroporto. Gli scrivo che sono atterrata.
E poi ce ne è uno di Easton, cosa che mi lascia di stucco. A parte i primi giorni di scuola, non ci siamo mai scritti più di tanto. Sorrido come una scema.
«Come si chiama?» La mia vicina sporge la testa per vedere i miei messaggi e spengo con un movimento veloce il cellulare.
«Cosa?» Sbatto un paio di volte le palpebre. Chiacchierona e anche impicciona?
«Il ragazzo per cui sorridevi.» Mi dà una piccola gomitata nel fianco. «È così bello l'amore di oggi. Ti ho mai detto che mio marito ed io non ci siamo sentiti per tre anni? L'ho rincontrato anni dopo a-» Smetto di ascoltare, perché già mi ha raccontato questa parte due ore fa.
Ma almeno non mi chiederà più di Easton.
Rispondo a quest'ultimo. Mi ha chiesto se ci sono stasera, perché lui e gli altri volevano fare un picnic. Gli dico di no e spiego che sono tornata a Boston per un giorno.Da Easton :
E se spostiamo a domani pomeriggio sbarra sera ci sei?
Sorrido e dico di sì. Sta sul serio spostando un picnic per me? Sono così contenta che, senza neanche rendermene conto, gli mando un cuore rosso.
Arrossisco un po', pensando alla figura di merda che ho appena fatto.
Intanto la signora, dato che hanno aperto le porte dell'aereo, mi saluta e se ne va.
La saluto anche io, spegnendo il telefono e prendendo la mia valigia.Ho solo il bagaglio a mano, quindi mi affretto per arrivare più velocemente da mio padre. Non lo vedo da quasi un mese e, nonostante non concordi le sue decisioni, mi è mancato tantissimo.
«Papà!» Grido appena lo vedo. Lo raggiungo con una corsa, facendo sbattere sulla schiena lo zaino che ho e trascinandomi la valigia.
Lo abbraccio appena gli sono vicina. So che sono bipolare, perché prima non lo chiamavo quasi mai, e se lo facevo gli rispondevo sempre male. E adesso lo sto abbracciando come se avessimo il rapporto padre-figlia più bello del mondo.
Ma è mio padre, è la mia famiglia, e forse quando sarò grande, adulta e innamorata, capirò perché l'ha fatto.
«Ciao, Willy.» Il cuore perde di un battito. Non mi chiama così da davvero tanto tempo.
Alzo lo sguardo per guardarlo e lo vedo sorridere. Almeno questa cosa è servita a qualcosa: non lo vedevo sorridere da davvero tanti mesi. Forse un po' perché non era mai a casa e un po' perché non era felice.
Mi sorge un dubbio però. Allora è felice senza me e Vivian? La quasi fine del matrimonio tra i miei siamo sul serio io e mia sorella?
«Come stai?» Gli chiedo quando lui prende la mia valigia e ci avviamo verso la sua macchina. Appena usciamo faccio un respiro profondo e trattengo un sorriso.
È bello essere a casa. Non c'è niente di meglio.
Non riesco a non pensare che andrà tutto apposto. Chiarirò con Riley, rivedrò Cole e i miei staranno bene. Andrà bene.Entro in auto e il familiare odore del deodorante per macchine alla vaniglia mi travolge. Guardo i messaggi e mi accorgo che Eaton mi ha mandato un altro messaggio.
Entro su i messaggi con il cuore che batte a mille e sorrido come una scema, per la milionesima volta, quando mi rendo conto che ha mandato anche lui un cuore rosso.
Forse sto mentendo a me stessa.
Non mi piace sul serio Cole. Non dovrei pensare ad Easton per tutto il tragitto verso casa e neanche quando abbraccio mia madre o entro in camera mia.Eppure succede questo. Penso a lui tutto il tempo e non trattengo neanche i sorrisi.
I miei pensano che sia perché sono tornata a casa, ma in realtà sono per lui.Se avete gradito questo capitolo, vi chiedo gentilmente di lasciare un voto.
Grazie ancora a chi ha votato. Lo apprezzo veramente molto e mi fa davvero piacere.
-sil 💗
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Phoenix
RomancePer Willow settembre è un mese pieno di cambiamenti. Non solo inizia il suo ultimo anno di liceo, ma si deve anche trasferire a casa dei suoi nonni dall'altra parte degli Stati Uniti con la sua sorellina. Inutile dire che non è per nulla contenta de...