Capitolo 29

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All'uscita da scuola il mio cuore va come una mitragliatrice. Victoria mi ha salutato dieci minuti fa, dicendo che sarebbe andato tutto bene, e Cora mi ha fatto un'occhiolino.

E adesso sono qui, ad aspettare Easton alla sua macchina perché mi ha mandato un messaggio che il professore, da quel che ho capito, voleva finire di parlare della prossima verifica e che quindi avrebbe fatto tardi.

Mi mordo il labbro mentre penso a quello che potrebbe capitare oggi. Lui ha detto che è innamorato di me. Io mi sono lasciata sfuggire che ricambio. Ed ho paura che nessuno dei due farà un passo, adesso.

Sono così immersa nei miei pensieri che non vedo Easton arrivare e, quando mi lascia un bacio sulla guancia, quasi salto in aria dallo spavento.

«Ma sei matto?» Dico, portandomi una mano sul petto. Da dove sbuca?

Easton scoppia a ridere e si porta una mano tra i capelli. «Scusa, non volevo spaventarti.»

L'occhio stamattina è viola, ma almeno non è gonfio come ieri. Ed il labbro sembra stare un po' meglio, purtroppo non si può dire lo stesso dello zigomo, che è pieno di lividi.

Mi trattengo dallo sfiorargli il viso e, dopo avergli detto che non fa nulla, saliamo in macchina.

Non ho idea, tanto per cambiare, di dove stiamo andando. Durante il tragitto chiedo a Easton indizi, ma l'unica cosa che dice è: «vedrai tra poco».

Così passo tutto il tempo a farmi viaggi mentali e a cercare di orientarmi. Anche se mi sono trasferita a Portland da più di un mese, ancora non riesco ad orientarmi bene. Non esco quasi mai, faccio sempre lo stesso tragitto casa-scuola e scuola-casa.

Easton parcheggia dopo circa quindici minuti di macchina. La strada è vicino la spiaggia e riconosco il posto. Mi si accende una lampadina. «Qui è dove... abbiamo fatto la nostra passeggiata, dopo che la signora della libreria ci ha praticamente cacciati.»

Easton annuisce. «Proprio così. So che non è il massimo ma pensavo che sarebbe stato carino ritornare in quella libreria.»

«Non è il massimo?» Mi giro a guardarlo. «Easton, è dove ci siamo conosciuti. È una cosa romanticissima.»

«Romanticissima, eh?» Non mi ero neanche accorta di averlo detto, così appena lui me lo fa notare, arrossisco un po'.

Easton mi sorride dolcemente. «Vieni, andiamo. Ieri sei stata così dolce che come minimo oggi ti devo un libro.»

Mi slaccio la cintura e scendiamo dalla macchina. «Non devi prendermi un libro.» Mormoro, lanciandogli un'occhiataccia minacciosa e divertita al tempo stesso.

Lui non dice niente, ma mi prende per mano e insieme entriamo nella libreria, aka biblioteca, come disse quella volta la signora che ci sgridò.

«Secondo te ci riconoscerà e quasi caccerà di nuovo?» Chiedo a Easton, riferendomi ovviamente alla signora.

«È molto probabile, anche perché mi conosce da quando sono piccolo e non mi sopporta.» Risponde. Mi ricordo la prima volta che ci incontrammo, me lo disse già. La bibliotecaria ha la sgridata facile, a quanto pare.

Senza dire niente, entrambi andiamo nella parte dove ci siamo presentati la prima volta. Essendo lunedì non c'è nessuno, né nella parte dove si comprano i libri, né nella parte della biblioteca. Ci siamo io, Easton e... non c'è traccia della signora dalla sgridata facile.

Easton mi tiene ancora la mano, mentre io leggo ogni titolo di un libro per distrarmi. Sto per andare a fuoco e sapere che prova qualcosa per me, che è così dolce con me, non aiuta molto.

Quando mi giro verso di lui, perché sono curiosa di vedere che libro sta osservando, lo vedo guardarsi in giro.

Poi i suoi occhi si puntano su di me. «Sai... credo di non aver mai baciato una ragazza in una libreria.»

Cerco di avere una voce normale e non tremante dall'emozione. Inarco un sopracciglio. «È anche una biblioteca, non dimenticarlo.» Easton ridacchia e, dopo poco, il divertimento sparisce da parte di entrambi.

Ho un momento di coraggio, che uso per fare un passo avanti, verso di lui, e guardarlo negli occhi. «Neanche io ho mai baciato qualcuno in libreria. Vogliamo cambiare questa cosa?»

Easton si abbassa un po', dato che è più alto di me di abbastanza, e quando parla le nostre labbra si sfiorano. «Direi proprio di sì.»

Chiudo gli occhi quando sento la pressione delle sue labbra sulle mie. Easton mette una mano dietro la mia nuca, tra la testa e il collo, per stringermi più a lui, mentre io poggio la mano libera sul suo petto.

Il cuore mi batte forte nel petto e sorrido quando sento anche il suo. Dopo un po' apro gli occhi, solo per godermi la scena dei nostri nasi appiccicati e di Easton così vicino a me.

Non ho idea di quanto tempo dura il nostro bacio. So solo che quando ci stacchiamo e ci guardiamo negli occhi riprendiamo a baciarci, come se non volessimo smettere.

Sono baci dolci, lenti, che esprimono tutti i nostri sentimenti. Perché mi sembra chiaro, adesso, che sono innamorata di lui. Mi piace da morire e me ne sto innamorando.  

Lo stringo più a me, o forse è lui che stringe me più a sé, quando sentiamo qualcuno schiarirsi la voce.

Ci separiamo con il fiatone, io sono anche rossa in viso, e quando ci giriamo verso il qualcuno mi accorgo che è proprio la signora dalla sgridata facile.
«Non sono ammesse smancerie. Siamo in una biblioteca e libreria.» Poi scuote la testa, con i riccioli che ondeggiano sulle spalle. «Dio, aiuta ti questa generazione di ragazzi indisciplinati.»

Gira i tacchi e se ne va, la non dopo averci lanciato un'occhiataccia.

Io e Easton ci guardiamo e poi scoppiano a ridere come due bambini che hanno visto la cosa più divertente al mondo.

«Prima o poi metterà il divieto di ingresso per noi due.» Riesce a dire Easton tra le risate e io annuisco, con le lacrime agli occhi.

Chi altro poteva essere beccato a baciarsi con il ragazzo che le piace in una biblioteca-libreria, se non io?
Almeno ne è valsa la pena.

«Andiamo, fenice, prima che ci insegua con un forcone.» Easton, appena calmato, mi riprende la mano e mi lascia un bacio sulla fronte.

Usciamo dalla libreria mano nella mano, come prima, solo ancora più sorridenti e felici.

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-sil 💗

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