Capitolo 28

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Il mattino successivo mi sveglio stranamente di buon umore.
Ho una bella sensazione, che cerco di mantenere tutta la mattina, nonostante sia lunedì e devo andare a scuola.

«Buongiornissimo, Willow.» Mentre varco l'ingresso di scuola, un braccio mi circonda le spalle.

Sorrido. «Buongiornissimo anche a te, Victoria.»

L'ingresso brulica di gente, ma io e la mia amica riusciamo a camminare abbracciate lo stesso. Tra l'altro le prime tre ore abbiamo gli stessi corsi.

Vic si schiarisce la voce. «Come stai dopo la dichiarazione d'amore di mio fratello?»

Quasi mi strozzo con la saliva. «Te l'ha detto?»

Victoria alza gli occhi al cielo e mi spinge verso destra, leggermente, con il fianco. «Siamo gemelli, Willow. Ovvio che me l'ha detto. Devo dire che fatico a vedere Easton romantico.»

«Io no.» Cerco di non far alterare la voce a causa dell'emozione, ma con scarsi risultati. Sento ancora le farfalle allo stomaco quando ripenso alla sua dichiarazione.

«Beh, mi sembra ovvio.» Victoria lascia le mie spalle e si porta una mano tra i capelli. «Però è mio fratello, Willow, e ho bisogno di sapere se provi qualcosa per lui. Giuro che non glielo dirò, ma non voglio vederlo illudersi così.»

Io lo sapevo che dovevo rispondere. Idiota, idiota, idiota. «Mi piace, Vic. Ma quando ha detto che era innamorato di me... ero così presa alla sprovvista che non sono riuscita a rispondere. Voglio dire, avete parlato per ore della ragazza che gli piace, ma non pensavo fossi io.»

«È ovvio che sei tu!» Victoria mi prende per le spalle, ridacchiando. «Ogni volta che entri nella stanza dove c'è Easton lui si blocca, non importa cosa stia facendo, e ti mangia con gli occhi.»

Non trattengo un sorriso a trentadue denti. In realtà non ci provo nemmeno, a trattenerlo. «Sul serio?»

«Di che parlate?» Parli del diavolo e spuntano le corna, si dice. Sono d'accordo, infatti Easton compare alle nostre spalle e si mette in mezzo mentre camminiamo, tra me e Victoria.

Vic apre la bocca per rispondere, ma la precedo. «Del riscaldamento globale.»

«Tema interessante.» Sussurra sarcastico lui. Victoria trattiene le risate.

Poi si schiarisce la voce e decide di distruggere del tutto quella poca dignità che mi è rimasta. «Hey fratellone, comunque io dopo esco con Austin e mamma torna tardi a casa. Perché non ti fai un giro con Willow, per perdere un po' di tempo?»

Io divento un peperone, mentre Easton si gira verso di me con un sorriso gentile. «Se Willow vuole.»

Annuisco, sentendo che la voce non viene. Ho un blocco alla gola e il cuore mi batte forte, così tanto che ho paura mi stia per venire un infarto.

«Bene. Allora io inizio a andare in classe. Willow, fai con comodo.» Fa anche un'occhiolino, a cui io rispondo con un'occhiataccia.

Easton ridacchia e si mette le mani in tasca, mentre si appoggia ad un armadietto a caso del corridoio. Io gli rimango ferma davanti, come un baccalà. «Uhm... come va?» Riesco a sussurrare dopo un po'.

Il suo sorriso adesso sembra triste. «Va meglio, grazie. Tu come stai?»

«Oltre al fatto che sono in procinto di avere un infarto, sto bene.»
Uno dei miei problemi quando sono nervosa è questo: non connetto il cervello alla bocca e lascio che ogni mio pensiero raggiunga anche gli altri.

Lui inarca un sopracciglio. «E perché stai per avere un infarto?»

La campanella suona, annunciando ufficialmente che questo lunedì è incominciato. Dovrei andare in classe, anche perché il professore sta entrando nell'aula.

I miei occhi seguono gli studenti che stanno entrando nella mia classe. «Ehm... perché mi piaci anche tu.» Avvampo. Pensare, Willow. Dovevi solo fare una cosa! «Volevo dire che devo andare!»

Mi giro con gli occhi spalancati e il rossore sulle guance verso Easton, che sta sorridendo come un matto.

Baciami.
Okay, forse dovrei calmarmi un attimo.

«A dopo, Easton.» Deglutisco a fatica e faccio alcuni passi indietro, per guardarlo ancora un po'.

«A dopo, fenice.» Poi si allontana dall'armadietto e va nella direzione opposta alla mia, verso l'aula dove ha lezione.

Entro come una furia in classe a causa dell'imbarazzo. Ho per sbaglio detto che mi piace. Intendevo sul serio devo andare, però stavo pensando che mi stava per venire un infarto perché ho una cotta per lui, quindi la mia boccaccia ha detto quello.

Mi siedo vicino a Victoria, lanciando con un tonfo la cartella sul banco. «Uccidimi.»

«Che hai fatto?» Vic mi guarda con un sopracciglio inarcato e un sorriso malizioso.
E grazie a lei -o per colpa sua, devo ancora decidere- dovrò passare tutto il pomeriggio con Easton. Non che mi dispiaccia, per carità, ma come farò a guardarlo negli occhi adesso?

La mia buona sensazione di stamattina si è sbagliata alla grande.

«Ho detto a Easton che mi piace.» Sussurro, sbattendo ripetutamente la testa contro la cartella. A quanto pare sarà il mio nuovo hobby. Ieri ho passato mezz'ora della mia vita a sbattere la testa contro il muro. «Ma non volevo. Cioè, volevo ma non così. Mi è scappato e io non-»

«Willow, calmati.» Victoria leva la cartella nella speranza di farmi smettere di dare testate, ma io continuo, dandole al banco. «Non è successo nulla di imbarazzante. Tanto sai già che prova qualcosa per te. Quindi perché stai così?»

La verità è che Easton me l'ha detto in modo tenero, dolce e maledettamente romantico. E non si meritava di vedere una me frenetica che gli dice che sta per morire di infarto e poi corre via, dopo aver ammesso che prova qualcosa per lui. Si meritava qualcosa di altrettanto romantico e dolce. Magari un disegno di noi che ci prendiamo per mano. O una lettera.

«La nuova alunna ha qualche problema?» Il professore di matematica fa cenno con la testa verso di me e chiede a Victoria, dato che io lo ignoro e continuo a sbattere la testa sul banco.

«No, professore.» Vic mi prende per un braccio e lo stringe forte. Mugolo qualcosa per il dolore e poi la finisco.

Il professore mi sta ancora guardando, così scrollo le spalle. «Se è un problema essere un caso umano imbarazzante allora sí, ho un problema. E anche grave.»

Vic trattiene le risate, così come mezza classe, mentre io sospiro e mi chiedo cosa ho fatto di male per venire così nella mia vita.

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-sil 💗

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