Rabbrividisco ma poi decido di camminare quanto più veloce possibile per tornare a casa e chiudermi dentro quelle 4 mura dove mi sento protetta.
<<Hey calmina bambolina!>> rompe il silenzio Damien prendendomi per il braccio. Inizio a sudare cercando di liberarmi dalla presa di lui sul mio braccio ma non ci riesco e così lui mi sbatte contro il muro di una casetta, senza fare troppo rumore, altrimenti potrebbero chiamare la polizia.
<<Damien basta!>> urlo ma lui mi tappa subito la bocca con la mano <<Shhhh! Così mi farai scoprire.>> dice lui e dopo toglie la mano dalla mia bocca. <<Che vuoi?>> strano, ma riesco a dirlo senza balbettare, forze tutto ciò che mi sta succedendo questa estate, parlare delle mie paure, dover affrontare Jorge, in fondo in fondo mi fa bene. <<Uh la ragazza tira fuori gli artigli!>> rispondo lui facendo il segno di una zampata con la mano destra per poi carezzarmi partendo dalla spalla fino a terminare all’altezza del mio sedere. <<D-Damien ti prego..>> come non detto, ora sì che sono nervosa. La mia vista è offuscata per via delle lacrime che stanno per uscire. Sudo freddo, tremo, mi mordo il labbro inferiore, sto per avere un attacco di panico, me lo sento. Da quando succedono tutte queste cose con Damien gli attacchi di panico si impadroniscono spesso di me e spesso ho paura di non saperli gestire.
<<Sta tranquilla.. ormai sei abituata a starmi vicino, no?>> chiede lui con un sorriso prepotente sul volto. La sua mano sale, tornando all’altezza della spalla per poi salire sempre più fino ad arrivare al mio volto per spostarmi una ciocca di capelli dietro il mio orecchio e, dopo ciò, prima che me n renda conto, mi tira uno schiaffo in prima regola in faccia. <<Dio..!>> dico quasi sussurrando mettendomi una mano sulla guancia dolorante. <<Che c’è? Fa male? E non immagini quanto questo faccia male!>> e detto ciò mi tira un calcio con il ginocchio nello stomaco facendomi piegare in due per poi vomitare. <<Damien.. ti prego!>> dico tossendo ancora e massaggiandomi lo stomaco. <<Cosa?! Ti prego cosa?!>> urla lui per poi tirarmi un pugno in bocca. Cavolo, se fa male. Per finire mi tira un calcio sul piede ingessato, oh mio Dio! Vado verso casa, guardandomi allo specchio penso a questa vita, non era questa la vita che volevo, non era questo ciò che volevo per me, sarei voluta essere come tutte le adolescenti, magari sì, piangere e riempire un diario segreto di nomi dei miei amori e de i miei ex così da poter bagnare quelle pagine, ma non di sangue, no, non di sangue. Perché? Non ha senso questa vita se vivere è così orribile. Molte delle mie coetanee piangono perché il ragazzo che amano non le ricambia, vi giuro che vorrei piangere anche io per questo. In precedenza anche io ero così ma ora piango perché forse mi amava così tanto che ha sofferto e soffre e si sfoga, ma onestamente non credo che questo sia e nemmeno era amore. Prendo la lametta fra le mie mani, vorrei farlo, ma stavolta non un taglietto, ma una ferita, grande e profonda, una che mi faccia smettere di soffrire. Stringo la lametta fra le mie mani cercando di trattenermi e come la lametta stringo anche i miei denti cercando di fermare le lacrime uscite per via di un passato orribile. Mi fermo, non posso. L’unica cosa che ho fatto è giusto l’inizio di un piccolo taglio, se non mi fermo ora, non lo farò mai. Metto giusto un cerottino, quelli che metti sulle bolle perché alla fine questo taglio è così grande. Poso la lametta di papà dopo averla pulita e mi sciacquo la faccia cercando di non pensare di essere una persona di merda. Come posso voler togliermi la vita? Provo disgusto per me stessa. Comunque il labbro è rosso e gonfio, grazie Damien -.-
Mi addormento con mille pensieri nella mente e il giorno dopo resto a casa. Jorge? Non lo voglio vedere, non dopo quello che ha detto, anche se in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo ha ragione. Mi siedo sul letto poggiando la schiena contro la spalliera e portando le gambe vicino al petto, stringendole a me con le braccia coperte da un ennesimo felpone nero. Lascio che le lacrime scorrano sul mio viso pensando ancora una volta a quanto vorrei avere un’altra vita. <<Tini..>> sento il mio nome sussurrato dalla voce preoccupata e dolce di mia madre <<Sì?>> domando tenendo sempre il capo basso. <<Che succede?>> mi chiede lei mettendo una mano sul mio ginocchio <<Sei sempre chiusa qui>> continua indicando con la mano sinistra la mia camera. <<Niente mà.>> rispondo. Mia madre mi è sempre molto vicina ma non posso dirle tutto, com’è fatta lei mi porterebbe da uno psicologo o cose del genere e una cosa è certa, io non sono PAZZA. <<Sai che puoi dirmi tutto vero?>> mi dice ed io annuisco <<Bene.. quando ti sentirai pronta sappi che io sarò qui!>> al termine della sua frase io apro le braccia per offrirle un caloroso abbraccio e lei ricambia immediatamente. Mia madre? La donna migliore del mondo.
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Un' estate da Urlo❤
FanfictionEcco la mia prima storia Jortini, parla dell'estate trascorsa da un gruppo di Adolescenti che ovviamente si innamorano, si divertono ecc... Amori estivi,pianti e delusioni, Un' estate da Urlo❤