Capitolo 25."Mi dispiace di averti portato qui"

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Mi addormento solo per via della stanchezza, avrei voluto rimanere sveglia ad aspettare che mi dicessero che Jorge stava bene, ma nessuno era venuto.

Quando mi risveglio accanto a me c’è Candelaria <<Hey!>> mi saluta lei <<Ciao Cande, sai Jorge come sta?>> <<Sì.. Tini, lui ora è in coma>> abbassa lo sguardo la rossa. Certo c’è una probabilità che si svegli, ma anche una che non lo faccia.

Deglutisco <<Bene, no?>> cerco di forzare un sorriso <<Tini sta tranquilla, andrà bene..>> mi carezza la gamba ed io mi alzo di poco dal letto <<Voglio vederlo.>> dico cercando di mettermi in piedi <<Tini non puoi!>> cerca di fermarmi Cande. <<Allora chiama un medico e digli che voglio vederlo>> detto questo, Candelaria si alza dalla sedia e corre fuori chiedendo aiuto ad un medico. Questo ci raggiunge con una sedia a rotelle <<Martina, se vuoi, puoi andare, ma non hai le forze per camminare.>> annuisco e mi faccio prendere in braccio dal medico, che mi poggia sulla sedia <<Faccio io, grazie per l’aiuto>> lo ringrazia Candelaria e mi porta nella stanza di Jorge, la 203.

Apre di poco la porta, sconcertata anche lei alla vista di Jorge. Ha qualche bena qua e là e dorme, ma non ha un viso calmo e angelico come al solito, tiene gli occhi chiusi ma come se l’avessero costretto a farlo. Non riuscendo a vederlo così comincio a piangere silenziosamente, ma la mia migliore amica se ne accorge comunque <<Vuoi.. vuoi che andiamo via?>> chiede abbassandosi di poco <<No..>> rispondo decisa, mi asciugo le lacrime e lei mi porta proprio accanto a Jorge, poggio il capo sul suo letto e gli prendo la mano. C’è un silenzio tombale, si sente solo il ‘bip’ di quello stupido apparecchio che non fa altro che mettere ansia. <<Cande, puoi..?>> <<Certo>> risponde lei, mi lascia un leggero bacio sulla guancia, volge uno sguardo a Jorge e se ne va chiudendo la porta alle sue spalle. Nonostante io stia soffrendo molto anche lei non l’ha presa bene, insomma, Jorge e lei si conoscono da molto e si vogliono bene, posso comprenderla. Alzo di poco lo sguardo tenendo comunque la mano di Jorge <<Hey amore mio.. ciao>> tiro su col naso cercando di non piangere, poi continuo <<So che probabilmente non puoi sentirmi, o chissà magari, ci riesci, come ci sono riuscita io. Ma diciamocelo, non è facile per nessuno..>> Sorrido debolmente cercando di essere forte <<Jorge ti prego, sii forte anche tu. So che puoi affrontare molte cose e..>> inizio a piangere <<.. mi dispiace, è colpa mia, tu mi hai dato tanto ed io ti ho portato alla morte e non..>> mi asciugo le lacrime con la manica del pigiama che mi ha fatto indossare mia madre <<..Non andartene Jorge, non andare via anche tu, come vanno via tutti, non farlo. Ti prego.>> mi alzo per quanto posso dalla sedia a rotelle e mi stendo accanto a Jorge <<Spero non ti dispiaccia>> lo abbraccio tenendo la mia testa sul suo petto <<Amore mio.. mi dispiace solo di non essere abbastanza, e di averti reso così.. debole!>> prendo la sua mano e la faccio intrecciare con la mia. <<Jorge, ho bisogno di te, non te ne puoi andare via. Okay? Tu sei l’unico raggio di sole in questa oscurità e non posso sopportare la tua assenza, resta con me.. dimmi che mi ami, dimmi anche che mi odi se vuoi, urlamelo in faccia, ma ti prego.. svegliati>> detto questo, mi accoccolo di più a lui cercando di non farlo male e mi addormento così, sperando di svegliarmi, come da un brutto incubo.

Sento la porta bussare, controllo l’ora sull’orologio appeso al muro, sono le 14:12 ho dormito per quattro ore accanto a Jorge. Alzo di poco lo sguardo e vedo quella che presumo sia la famiglia di Jorge, così scendo dal letto e mi rimetto sulla sedia a rotelle. Mi avvio verso la porta ed apro <<Salve>> dico sorridendo, cercando di fare forza ad una signora che somiglia notevolmente a Jorge. <<Ciao. Tu sei, Martina?>> annuisco e lei continua a piangere, poi mi carezza la guancia <<Aveva ragione, sei molto bella>> <<Grazie..>> abbasso lo sguardo <<Scusate, entrate>> dico spostandomi, la signora sorride e poi entra gettandosi verso il figlio, quando lei entra riesco a vedere anche il padre e il fratello, la sorella non c’è, è piccola, presumo che non l’abbiano fatta entrare.

Un' estate da Urlo❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora