Capitolo 11. "La verità"

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Durante il film io e Jorge non facciamo altro che baciarci e dirci paroline dolci una dopo l’altra.

<<Tini!>> sento bisbigliare il mio nome da Lodo perciò mi allontano velocemente da Jorge per evitare di farci scoprire. <<Che c’è?>> domando abbassa voce alla mia amica. <<Hai dei fazzoletti?>> mi domanda. La guardo incuriosita ma poi, alzando lo sguardo verso lo schermo del cinema, noto che è la scena strappalacrime di Colpa delle Stelle. Così prendo i fazzolettini dalla borsa e li do alla mia amica. Avrete capito che io sono molto sensibile ma il fatto che io non abbia proprio prestato attenzione al film, ha fatto sì che io non piangessi quando Hazel piange per Augustus.

Al termine del film tutti applaudono. Onestamente non so nemmeno per cosa io stia battendo le mani. Non appena usciamo dal cinema decidiamo di tornare al villaggio. Sono tipo le 3 del mattino ma siamo ancora tutti insieme, qui, a divertirci. Non sapendo cosa fare ci mettiamo in una zona abbastanza isolata del villaggio per non infastidire nessuno e mettiamo la musica. Iniziamo a cantare tutti in coro, la canzone che stiamo ascoltando parla appunto di un’estate trascorsa tra amici, non ricordo bene il titolo ma è bellissima. Passiamo un’oretta così, finchè ognuno di noi decide di tornare nella propria casetta.

<<Tini andiamo anche noi?>> mi domanda mio fratello dato che siamo rimasti solo noi e Jorge. <<Sì un secondo e ti raggiungo!>> rispondo. Francisco se ne va ed io resto sola con Jorge. Noto che Jorge sta sorridendo ed io non posso fare a meno di ricambiare il sorriso. <<Ti ho già detto che ti amo?>> domando ovviamente sarcastica. <<Hmm.. ti risponderei che me lo hai detto centinaia di volte ma preferisco baciarti e basta>> <<Allora fallo..>> rispondo mordendomi l’intero labbro inferiore. Così fa. Poggia le sue perfette labbra sulle mie e fa unire le nostre lingue come per farle danzare perfettamente insieme. Istintivamente avvolgo me mie braccia intorno al suo collo e scompiglio un po’ i suoi capelli con me mie mani e avvicinandolo, se è possibile, ancora di più a me. Lui, seduto sulla panchina fa sedere anche me, ma a cavalcioni su di lui così poggio le ginocchia appunto sulla panchina. Siamo petto contro petto e la vicinanza a lui mi fa ribollire il sangue nelle vene. Lui carezza dolcemente la mia schiena con la sua mano, un piccolo gesto che mi fa sentire in paradiso. Quando ci stacchiamo stiamo sorridendo. Come può essere possibile che io sia stata così fortunata? Com’è possibile che proprio un disastro come me abbia trovato il vero amore? Onestamente nemmeno io lo so.

Lui sposta una mia ciocca di capelli dietro il mio orecchio e dopo inizia a parlare: <<Mi mancano già>> <<Cosa?>> rispondo non capendo <<Le tue labbra>> sorrido per la sua affermazione e dopo mi avvicino a lui per poter permettere un altro contatto tra le nostre labbra. Mentre ci baciamo lui mordicchia scherzosamente il mio labbro inferiore. Io per il dolore mi stacco frettolosamente dalle sue labbra. <<Ahia!>> esclamo “massaggiandomi” il labbro con la mano <<Lascia faccio io>> risponde togliendo la mia mano dalle mie labbra per poi baciarmi. È mai possibile che ogni suo bacio sia sempre più favoloso?

<<Jorge devo andare sennò Fran si preoccuperà>> esclamo alzandomi da sopra di lui <<Okay Piccola, Ti Amo!>> risponde e poi mi da un bacio a stampo per salutarmi. <<Anche io..>> sussurro e poi mi dirigo verso casa. Durante il tragitto vedo una figura in lontananza, la sagoma nera è quella di Damien, ma cosa ci fa da queste parti? Affretto il passo per evitare di avere un incontro ravvicinato con lui. <<Dove scappi bambolina?>> come non detto, mi afferra per un braccio e mi tira verso sé. <<Cosa vuoi?>> mi dimeno cercando di liberarmi dalla sua presa. <<Uhh che caratterino? Cosa c’è stare con occhi verdi ti rende acida?>> <<C-Cosa?>> domando sperando di aver sentito male <<Hai capito bene.. Nena tu sei solo mia>> <<Non chiamarmi Nena, non lo sopporto e non mettere Jorge in mezzo, sei tu che mi hai reso così!>> esclamo puntandogli un dito contro. <<Senti tu il dito non me lo punti contro hai capito?!>> si sta arrabbiando. Dato che questo coglione è irascibile, prende il mio dito e lo stringe provocandomi un dolore lancinante. <<Damien!>> urlo il suo nome con voce tremante per il dolore e soprattutto per la paura. Senza nemmeno accorgermene sento che un pungo arriva dritto sulla mia faccia. Inizio a sputare sangue e noto che anche il mio labbro sta sanguinando. Damien, con un sorriso soddisfatto, si allontana diventando ben presto solo una macchia scura. Con il labbro dolorante vado verso casa cercando di non attirare l’attenzione.

Un' estate da Urlo❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora