Capitolo 26. "Paure"

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Mi stacco velocemente dalle labbra di Jorge e vedo che sta aprendo lentamente gli occhi mugolando qualcosa. <<Aspetta Amore mio, non ti muovere, ora chiamo un medico>> mi alzo dal letto e scatto verso quello che dovrebbe essere un pulsante per chiamare i medici.

Arriva lo stesso medico che tiene ME come paziente e Jorge a quel punto ha già gli occhi aperti. <<Ma..cosa?>> chiede appunto lui guardandosi intorno <<Amore no, dai, non muoverti>> lui annuisce e si ferma ancora confuso. Il medico mi chiede di uscire ed inizia a fare vari controlli in mia assenza.

Dopo una ventina di minuti il dottore mi fa rientrare.

<<Hey>> entro nella camera e chiudo la porta alle mie spalle.

<<Hey!>> ricambia lui il saluto <<E così..abbiamo avuto un incidente>> sorride debolmente abbassando lo sguardo. <<Da come mi hanno detto..>> mi avvicino a lui e mi siedo <<Come stai?>> mi chiede alzando lo schienale del letto per poter stare più alto. <<Bene, sì insomma non mi è andata benissimo, ma sto meglio di te, questo sì.>> sono intimorita nel parlare con lui, mi sento così in colpa, io ce l’ho portato qui. <<E… tu?>> domando abbassano lo sguardo e giocando con le dita delle mie mani.

<<Non male, qualche dolore alla testa eccetera, ma diciamo che va bene>> fa un mezzo sorriso che io ricambio, tenendo sempre lo sguardo basso <<Hey..!>> mi alza lo sguardo <<Va tutto bene. Okay?>> sorrido ancora <<Jorge, mi dispiace è colpa mia..>> dico guardandolo dritto negli occhi.

<<Piccola, ti ho sentito quando mi parlavi, non è colpa di nessuno, anzi è mia, io guidavo, io non sono stato attento>> mi rassicura ma io scuoto il capo <<No Jorge, la colpa è mia, se non avessi bevuto tu non avresti dovuto portarmi a casa e.. magari se fossimo tornati più tardi, non ci sarebbe stata nessuna macchina, nessun albero>> rispondo. Lui mi fa cenno di sedermi sul letto accanto a lui <<Vieni qui>> mi alzo dalla sedia e mi metto accanto  a lui9, che mi abbraccia <<Sta tranquilla, io sto bene, ora va tutto bene. I miei, li avete chiamati?>> annuisco <<Okay.>> sussurra lui. Mi accoccolo di più a lui <<Ti amo>> dico sulla sua maglietta <<Anche io piccola, anche io..>> dice carezzandomi i capelli.

Passiamo qualche minuto così <<Jorge..>> <<Mh?>> <<Sei.. arrabbiato con me?>> Lui si alza di poco facendomi voltare verso di lui <<Piccola, non potrei ma avercela con te, infondo, non ne avrei nemmeno motivo>> sorrido e lui mi sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Si avvicina a me e mi bacia. Io lo bacio piano, in modo casta, non lo tocco non sapendo bene cosa gli faccia male e cosa no, così mi limito a far intrecciare le nostre lingue e a muovere le mie labbra sulle sue.

Mentre ci baciamo lui prende la mia mano destra e se la mette sulla guancia mantenendola, poi prende la sinistra e me la fa poggiare esattamente sul suo petto, mantenendo anche questa.

<<Martina..sta..tranquilla>> ansima tra un bacio e l’altro. Così cerco di rilassarmi, perché ha ragione, sono tesa, ho paura di farlo male, o di aver commesso un errore fatale per noi due.

Dopo un’oretta che siamo abbracciati arrivano i genitori di Jorge.

<<Tesoro!>> urla la madre andando incontro al figlio, che poi abbraccia <<Mamma!>> risponde lui tra i capelli della donna. <<Papà!>> saluta anche lui e restano abbracciati. Mi alzo dal letto e saluto Jorge, che non so nemmeno se mi abbia visto e torno nella mia camera, mi metto nel letto. Sto con i miei genitori e con Francisco, parlando un po’ e poi ci raggiungono anche i parenti. Dopo l’orario di visita se ne vanno tutti eccetto mia madre. Entra poi Jorge con una sedia a rotelle per via dei dolori e così mia madre esce dalla stanza.

Un' estate da Urlo❤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora