La mattina, Plagg e Adrien erano soliti fare colazione nell'ampia sala da pranzo della villa; malgrado il modello non apprezzasse la freddezza che pervadeva quella stanza, arredata solo con un lungo tavolo rettangolare in vetro, circondato da una ventina di sedie, era ben felice di condividere quel momento insieme al suo amico. Non l'aveva mai ammesso, ma si divertiva molto a vederlo ingozzarsi delle più disparate pietanze e fare commenti, degni di un giudice culinario, sul sapore di esse.
Dal canto suo, Plagg non perdeva occasione per passare ad Adrien sottobanco dei croissant da consumare di nascosto dal padre o da Nathalie, per via della sua dieta ferrea da top model.
Quella mattina, entrambi rimasero alquanto scioccati nel vedere Gabriel Agreste, seduto a capotavola, consumare con serenità la sua colazione: fin da quando erano arrivati a Parigi, Gabriel non aveva mai fatto loro dono della sua compagnia durante i pasti, dunque, quello era un avvenimento eclatante.
«Buongiorno, Adrien.» salutò con voce impostata. «Plagg...»
Dopo aver scambiato una rapida occhiata interrogativa con l'amico e con la cameriera lì presente, Adrien prese posto ad un paio di sedie di distanza dal padre. Plagg fece lo stesso, accomodandosi di fronte al modello.
«Buongiorno, padre.» rispose Adrien in tono pacato.
«Ehi, Gabriel!» urlò Plagg, senza curarsi di mantenere il tono della voce basso. «Come mai oggi ci rendi degni della tua presenza?»
«Ho deciso di passare un po' di tempo con mio figlio, ora che ho sistemato diverse necessità dell'azienda. Come procedono le tue attività Adrien?» chiese, con il solito tono da corte marziale, mentre sorseggiava del caffè fumante dalla sua tazza.
Adrien non fu per nulla intimidito dal confronto con il padre. «Tutto bene. Inizialmente credevo che avrei trovato difficoltà ad adattarmi al nuovo paese, alle nuove abitudini; ma, con l'aiuto di Plagg, sono riuscito ad ambientarmi rapidamente.»
«E i suoi voti lo dimostrano.» si intromise Plagg. «È il migliore della classe...»
«E per quanto riguarda le tue amicizie?» Gabriel sollevò lo sguardo. «Sono stato informato che frequenti spesso l'hotel Bourgeois.»
Adrien e Plagg aggrottarono le sopracciglia, stupiti ma soprattutto curiosi di sapere dove Gabriel volesse andare a parare.
«Una mia compagna di classe abita lì...» disse Adrien.
Gabriel lo interruppe. «Chloè Bourgeois, la figlia del sindaco.» Guardò di sottecchi il figlio, il quale lo osservava con la solita espressione apatica, ma i suoi occhi esprimevano il suo stupore.
«Non guardarmi come se fossi un alieno, Adrien. In quanto personaggio di fama internazionale, è mio preciso dovere informarmi delle conoscenze di mio figlio, anche lui personalità di spicco nel campo della moda.»
Adrien sospirò: si era illuso che per una volta Gabriel potesse svolgere il ruolo di padre, interessandosi della sua vita lontano dai flash delle fotocamere, ma era stato solo un miraggio.
Il gesto del ragazzo non fu colto da Gabriel, troppo impegnato a discutere riguardo la compagnia della biondina, che lui conosceva bene avendo frequenti rapporti lavorativi con la madre; Plagg, invece, notò subito il turbamento dell'amico, comprendendone anche i motivi. Determinato ad aiutarlo, intervenne: «Comunque sappi che Adrien ha guadagnato numerose simpatie e stretto diverse amicizie a scuola e a scherma. E, fortunatamente, nessuno di loro fa più riferimento al fatto che sia un vip.»Gabriel, stizzito per essere stato interrotto, osservò Plagg, cercando di far capire che quell'intromissione non era stata gradita.
Plagg scrollò le spalle, segno che qualsiasi gesto dello stilista non lo turbava affatto.
Grato all'amico per il suo tempestivo contributo, Adrien si rivolse al padre: «Chloè è una ragazzina capricciosa e viziata. Sebbene sia convinto che ci sia del buono in lei, la sua compagnia non mi è benvoluta. Vado a trovarla solo per non essere scortese con lei e con il padre.» Terminò la colazione e si alzò. «Ora, se vuoi scusarmi, vado. Non vorrei fare tardi a scuola.» Si allontanò dalla stanza, scuotendo più volte il capo al pensiero di quanto il padre fosse egoista e calcolatore.
Gabriel osservò il figlio entrare nell'automobile dalla finestra della sala, poi si voltò rivolgendosi a Plagg. «Plagg...» il suo tono si fece più grave. «A New York, Adrien ha sempre ottenuto eccellenti risultati nelle attività fisiche, vero?»
«Direi di sì...» rispose perplesso Plagg. «Ha vinto due tornei di scherma e ha ottenuto anche la cintura nera di taekwondo. Il tutto riuscendo a mantenere una media voti alta a scuola e a presenziare a tutti i servizi fotografici. Devi essere molto orgoglioso di lui.»
Gabriel rimase in silenzio, pensieroso.
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Per Amore e per Vendetta
FanfictionUna vendetta non può mai definirsi giustizia, neanche se nasce dal desiderio di onorare la memoria di un amore perduto prematuramente. Un concetto molto comune, vero, antico come antiche sono le leggende che trascinano i personaggi di questa storia...