Nadja Chamack ottenne una lunga intervista, per telefono, con Ladybug, durante il suo talk show serale. L'eroina raccontò del periodo in cui era fuori dai giochi, perché rimasta ferita durante l'attacco all'hotel Bourgeois. Assicurò ai cittadini che lei, insieme ad altri suoi collaboratori, di cui tacque l'identità, stavano indagando riguardo Papillon ed erano preparati ad un eventuale secondo attacco. Volle evitare domande riguardo Chat Noir e sui suoi sospetti sulla sua identità e quella di Papillon, limitandosi ad invitare i cittadini ad avere fiducia di lei.
Tramite alcune testimonianze della polizia, era stato accertato che Chat Noir fosse un alleato di Ladybug e non di Papillon, come, invece, sospettavano in molti.
A telecamere spente, Nadja la invitò a prendere parte all'inaugurazione della nuova ala del Louvre, presieduta dal direttore Norvich Nursef, come ospite d'onore. L'insistenza della giornalista costrinse la ragazza ad accettare, seppur con riluttanza.
Chiusa la chiamata con la supereroina, Nadja compose un numero di telefono. «Tutto procede come stabilito. Lei ci sarà.»
«Posiziona le telecamere in modo che tutti possano godere dello spettacolo.» replicò una voce maschile.
«Sarai accontentato.»
Non ci fu risposta. L'uomo chiuse la chiamata, mentre Nadja entrò nel suo camerino, chiudendo a chiave la porta. Fissò la sua immagine riflessa nello specchio: calde e copiose lacrime iniziarono a rigarle il volto. Era consapevole di ciò che stava per accadere e sapeva che lei aveva un ruolo cruciale. Lo faceva solo per sua figlia, Manon. E pregò che, un giorno, lei sarebbe riuscita a perdonarla per aver collaborato nell'uccisione di Ladybug.
Marinette guardava insistentemente l'orologio: ancora un'ora all'inizio della cerimonia.
«Ma perché ho accettato?» sbuffò coricandosi sul divanetto della sua camera.
Tikki si adagiò accanto a lei. «Viste tutte le emozioni degli ultimi giorni, questa può essere un'occasione per distrarti un po'.»
«Ho una brutta sensazione, Tikki.»
«È perché non ti piace quell'uomo, il direttore del museo?»
«Probabile.» si portò una mano al mento, pensierosa. «È strano. Appare lui, ci manda in una sala tutt'altro che affollata, come, invece, ci aveva assicurato, e poco dopo Adrien viene rapito.»
«Sono sicura che sarai attenta come sempre.» considerò Tikki.
Marinette continuò a riflettere su quell'uomo. Erano passati diversi mesi da quel giorno, eppure nessuno degli inquirenti era riuscito a dare una motivazione valida al rapimento di Adrien: i rapitori si erano chiusi a riccio ed era stato escluso un tentativo di estorsione.
Il suo istinto le suggeriva di non fidarsi di Nursef perché era convinta che, in un modo o nell'altro, fosse coinvolto.
«Dopo la cerimonia voglio scambiare due parole con lui, Tikki.»
Quel giorno Plagg fu l'ultimo a raggiungere il covo, a causa di un importante riunione di lavoro.
Adrien e Angelina si trovavano già lì: la ragazza saltava da una pagina web all'altra, senza avere un preciso obiettivo. Lui, invece, era alle prese con un'intensa sessione di allenamento sulla sbarra posta a mezz'aria.
«Neanche di domenica mi lasciano in pace.» esordì Plagg. Infilò, poi, una mano nel taschino della giacca e ne estrasse una busta. «C'è posta per te, Adrien.»
Il ragazzo interruppe il suo allenamento e, dopo aver asciugato il torace imperlato di sudore, afferrò la busta. Era rossa, sigillata con un timbro di ceralacca bianco raffigurante un dragone. Intuì immediatamente il mittente.
"Adrien,
Questi mesi trascorsi insieme a te sono stati i migliori della mia vita. Con te ho provato emozioni che non avevo nemmeno idea che esistessero.
Ma non posso sopportare di vederti abbandonare così alla sofferenza, al dolore. Meriti di meglio.
Ho deciso di tornare in Giappone perché è struggente per me vederti correre dietro ad un amore impossibile. Ed io non sono disposta a fare altrettanto con te.
Spero che un giorno ci rincontreremo e spero che, per allora, tu abbia preso la giusta decisione.
Ti auguro ogni bene.Katami"
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Per Amore e per Vendetta
FanfictionUna vendetta non può mai definirsi giustizia, neanche se nasce dal desiderio di onorare la memoria di un amore perduto prematuramente. Un concetto molto comune, vero, antico come antiche sono le leggende che trascinano i personaggi di questa storia...