Capitolo 14

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Come prevedibile, Nadja Chamack dedicò numerosi servizi del suo programma televisivo agli avvenimenti della sfilata.
Era la prima volta che Chat Noir faceva la sua apparizione di giorno e durante un evento pubblico; aveva scatenato il panico tra i presenti e seminato il caos per le strade di Parigi in un rocambolesco inseguimento in cui era coinvolta anche Ladybug.
Se prima era considerato un folle munito di arco e frecce che amava spaventare i ricchi e facoltosi uomini d'affari francesi, adesso era diventato un vero e proprio pericolo pubblico ed era in cima alle priorità della polizia parigina. Per di più, aveva colpito Audrey Bourgeois, dunque il sindaco aumentò la pressione sull'incaricato delle indagini, il commissario Raincomprix, assumendo atteggiamenti severi ed imperiosi.
Oltretutto, il fatto che Gabriel Agreste fosse presente all'evento, attirò molta più attenzione; lo stilista era stato anche lui preso di mira dall'arciere e ciò scatenò l'opinione pubblica, chiedendosi se lui e madame Bourgeois non avessero degli oscuri segreti legati ad atti criminosi, come i precedenti bersagli.
In risposta a queste insistenti insinuazioni, Audrey esortò il marito ad organizzare un party all'hotel Bourgeois la sera della Vigilia di Natale, invitando le più abbienti e famose personalità a livello nazionale.
Sorprendentemente, Gabriel confermò la sua partecipazione alla festa, evitando, però, di insistere col figlio su una sua partecipazione.
Lo stilista era solitamente restio a mostrare la sua gratitudine: un tratto del carattere che aveva da sempre, spesso oggetto di rimprovero da parte di Emilie. Per tal motivo, il suo ringraziamento al figlio per averlo salvato da quella freccia fu una riduzione della rigidità riguardo le sue uscite con gli amici, Plagg compreso; Adrien approfittò, dunque, di quell'insolita concessione per recarsi spesso al nuovo covo e sottoporsi a dure sedute di allenamento, sotto la supervisione di Plagg, che, invece, studiava nuovi gadget per migliorare l'equipaggiamento di Chat Noir.
Nel frattempo, il modello pensò ad un modo per far guadagnare a Marinette una seconda occasione per fare sfoggio delle sue abilità di stilista amatoriale: presentarle il padre era fuori discussione, non solo perché c'era il rischio che la trattasse con sgarbo ed arroganza recandole offesa, ma anche per evitare che facesse domande personali come aveva fatto in passato quando l'argomento era Chloè.
A punzecchiarlo sulle questioni sentimentali ci pensava già Plagg, e bastava.
Un'idea fattibile sarebbe potuta essere invitarla al successivo servizio fotografico ed introdurla agli esperti del settore, ma il problema era il medesimo: ottenere il permesso di Gabriel.

Per l'ultimo giorno di scuola pre-vacanze natalizie, Marinette aveva preparato un piccolo dolce per ognuno dei suoi compagni di classe: conoscendoli da tanti anni, era a conoscenza dei loro gusti preferiti e, dunque, non le risultò difficile accontentare i loro palati.
L'unico di cui ignorava i gusti in ambito dolciario era proprio Adrien, per il quale ritenne che un classico dolce al cioccolato fosse sufficiente affinché il suo pensiero fosse gradito; oltre a questo, per diversi pomeriggi, si impegnò in un certosino lavoro di cucito, sfruttando la sua innata abilità, confezionando un regalo più personale da consegnare al bel biondo.
Con l'aiuto della madre, Sabine, Marinette chiuse ogni singolo dolce in un piccolo pacchettino, dotato di un fiocco personalizzato, etichettato con il nome del destinatario.
Salutato il padre, uscì dalla pasticceria incrociando Alya davanti all'ingresso dell'istituto scolastico; senza perder tempo, aprì la scatola contenente i regali ed estrasse un piccolo pacchettino con un fiocchetto arancione sul quale era scritto il nome della ragazza castana.
«Bignè con crema all'arancia, il tuo preferito.» le porse il pacchettino.
Con enorme entusiasmo, Alya raccolse il regalo e lo scartò avidamente, assaporando con gusto quel dolce dal sapore sublime. «Tu mi vizi, amica mia.»
Le due amiche raggiunsero la classe, convinte di non trovarvi nessuno dato che era ancora presto; sorprendentemente, Chloè e Sabrina erano già arrivate.
La biondina, seduta a gambe accavallate sul suo banco, guardò le due entrare in aula, esibendosi in un ghigno trionfale nel momento in cui incrociò lo sguardo di Marinette.
Con totale nonchalance, la corvina si avvicinò al banco della figlia del sindaco ed estrasse altri due pacchettini. «Questi sono per voi: macaron con crema al cioccolato fondente per Chloè e pasta choux con confettura al lampone per Sabrina.»
Chloè guardò il regalo di Marinette ostentando indifferenza, costringendo la ragazza a poggiarlo sul banco accanto a lei; Sabrina, invece, accettò con piacere il pensiero della compagna, grata per aver ricevuto, per una volta, un po' di attenzione.
Tornando al suo posto, Marinette guardò Alya intenta ad aprire una busta rossa, notando che la stessa era poggiata su ciascun banco della classe, fatta eccezione per il suo.
Incuriosita, rivolse all'amica uno sguardo interrogativo.
«È un invito ad una festa nell'attico dell'hotel Bourgeois. Alla Vigilia di Natale.» disse Alya, mentre la classe, man mano, si affollava.
Marinette si apprestò a consegnare i doni ai suoi compagni, tutti entusiasti per la meticolosità con la quale la ragazza era riuscita a soddisfare i loro gusti.
Alya, nel frattempo, osservò che lo stesso invito era stato rivolto a tutti gli altri componenti della classe.
«Un gesto piuttosto insolito, conoscendo Chloè.» constatò sottovoce, una volta che Marinette si era accomodata accanto a lei. «In 5 anni che la conosco, non ricordo un invito del genere.»
«Invece è tutto nella norma.» rispose Marinette.
Alya inarcò il sopracciglio destro.
Marinette sorrise rassegnata. «Sono l'unica a non aver ricevuto l'invito.»
Alya, accortasi solo in quel momento dell'assenza della busta sul banco dell'amica, sgranò gli occhi e si alzò furiosa, intenzionata ad inveire tutto ciò che le sarebbe venuto in mente contro la biondina.
Di riflesso, anche Marinette si alzò nel tentativo di bloccare l'amica. In quell'istante, giunsero in aula anche Nino e Adrien.
«Che succede, Alya?» chiese Nino, notando l'espressione indemoniata della sua ragazza.
Anche Adrien si mostrò interessato alla questione e, indicando con il capo il banco di Chloè, domandò: «Che ha combinato stavolta?»
Alya indicò, con impeto, la busta, ancora chiusa, poggiata sul banco del biondo. «L'hanno ricevuto tutti, tranne Marinette.»
Mentre Nino riuscì a stento a placare la furia della fidanzata, assistito dai forzuti Ivan e Kim, Adrien aprì con tranquillità la busta, leggendone il contenuto. Alzò lo sguardo, in direzione di Chloè la quale, con la solita aria civettuola, ammiccò teatralmente; Adrien scosse la testa, piuttosto seccato dall'atteggiamento della biondina.

Alla fine delle lezioni, il gruppetto di amiche fu informato dello "scherzetto" di Chloè, ma Marinette le rassicurò, affermando che per lei non c'era nessun problema e che ormai era abituata a subire le prepotenze della biondina.
All'uscita da scuola, Marinette ed Alya furono affiancate da Nino e Adrien.
«Se non vai tu, non andremo nemmeno io e Nino.» affermò la castana, ancora non del tutto tranquillizzata.
«Credimi, Alya. Non è necessario. Divertitevi anche per me.»
Adrien rimase in rigoroso silenzio, intenzionato a non intervenire nella discussione.
Ad aspettarlo, proprio davanti all'ingresso scolastico, c'era Plagg, appoggiato alla sua bellissima automobile sportiva.
L'uomo, con un sorriso smagliante, salutò i quattro ragazzi i quali ricambiarono allegramente, ad eccezione di Adrien.
«Monsieur Dominus, ho un regalo per lei in pasticceria.» disse Marinette.
Gli occhi di Plagg si illuminarono. «Chiamami pure Plagg. Quel "monsieur" mi fa sentire vecchio.»
Adrien alzò gli occhi al cielo, reprimendo un sorriso, mentre gli altri ragazzi scoppiarono a ridere.
Marinette invitò tutti a seguirla in pasticceria, in modo da poter consegnare il regalo a Plagg; il gruppo si diresse verso il negozio di proprietà dei Dupain-Cheng, ma una voce squillante, fin troppo familiare, li bloccò: «Adrien!»
I quattro ragazzi emisero un esasperato sospiro, intanto che Plagg già pregustava un pranzo coi fiocchi quel giorno: approfittando dell'inaspettato invito, avrebbe sicuramente fatto scorta di dolciumi.
Camminando a passo svelto, Chloè raggiunse il modello, cingendogli il collo con le braccia, tra i mormorii di stizza di Marinette.
«Oh, Adrien caro. Ho bisogno di parlarti della festa.» esordì Chloè, interessata alla risposta dell'unica persona di cui le importava la presenza al party della Vigilia.
Adrien fu tentato di scrollarsela subito di dosso, ma optò per un comportamento più garbato e consono alla sua persona. «Va pure, Plagg. Aspetterò qui alla macchina.»
I ragazzi, seguiti da Plagg, entrarono nella pasticceria, avvertendo il brusco cambio di temperatura.
Con l'immensa affabilità che li distingueva, i coniugi Dupain-Cheng accolsero il gruppetto: Tom riconobbe subito l'uomo che accompagnava i giovani. «Plagg, che piacere!»
«Buongiorno Tom. Sabine.» Plagg abbozzò un inchino a mo' di saluto.
«Immagino che Marinette ti abbia invitato per il regalo. Vado subito a prenderlo.» Sabine scomparve nel retro del negozio.
Plagg annuì, notando lo sguardo interrogativo di Marinette, sorpresa da tutta quella confidenza. «Non dirlo a nessuno, ma vengo spesso qui a comprare dolci. Tuo padre è un mago.»
Il commento di Plagg fece imbarazzare Tom e ridacchiare i ragazzi che, finalmente, sembrarono rilassarsi dopo una giornata trascorsa in compagnia delle subdole macchinazioni di Chloè.
«Di quale festa parlava la vostra amica?» chiese Plagg.
«Per la Vigilia ha invitato tutti noi della classe nel suo superattico, all'hotel Bourgeois.» spiegò Nino.
«Peccato che abbia del tutto ignorato Marinette.» si intromise Alya, ancora indignata.
Plagg inclinò la testa di lato, guardando Marinette con aria perplessa; poi, allungò lo sguardo al di là della strada, dove il suo amico parlottava con la figlia del sindaco. «Capisco. Beh, credo che resterà molto delusa dal conoscere la risposta di Adrien.»
Accorgendosi di non essere stato del tutto chiaro, proseguì: «Da quando sua madre è scomparsa, Adrien non festeggia più il Natale. Lo considera un giorno come tanti altri. Il padre avrebbe voluto che andasse con lui a quel party di Audrey Bourgeois, ma Adrien si è rifiutato categoricamente. E non credo che Chloè ottenga più successo. Non lo ammetterà mai, ma credo che sia uno dei giorni in cui soffre di più la mancanza di Emilie.»
Sabine, nel frattempo rientrata nel locale con una confezione rossa tra le mani, prese parola: «Perché tu e Adrien non venite qui da noi alla Vigilia?»
«È un'ottima idea!» esclamarono all'unisono Tom e Alya, la quale non perse occasione per colpire il gomito di Marinette.
«Non saprei.» Plagg portò una mano sotto al mento. «Potrei provare a convincerlo.»
Sabine consegnò all'uomo il regalo. «Avremmo grande piacere ad avervi come ospiti per Natale.» indicò il pacco. «È un'idea di Marinette: una rivisitazione della cheese-cake che compri di solito.»
«Lo dicevo io che sei un angelo.» disse Plagg, rivolto alla ragazza che arrossì imbarazzata. «Proverò a convincere Mr. Ghiacciolo e, se dovesse rifiutare, lo trascinerò con la forza qui.»
Salutò tutti, augurando buon Natale ad Alya e Nino, ed uscì dal locale, raggiungendo, sull'altro lato della strada Adrien, ancora alle prese con una complicata discussione.
«Non insistere, Chloè. Non sono interessato a partecipare al tuo party.»
«Ma... Adrien! Non puoi mancare; sei l'ospite d'onore.» Chloè batté i piedi per terra.
Adrien vide l'amico giungere al suo fianco e tirò un sospiro di sollievo: aveva l'occasione per troncare lì quella conversazione. «Mi spiace, Chloè.»
Le accarezzò il braccio, cercando di essere quanto più gentile possibile.
Con un cenno degli occhi, esortò Plagg ad entrare nell'automobile, non prima di aver regalato a Chloè un ultimo sorriso di circostanza; in un attimo la duetto di Plagg sfrecciò via a tutta velocità, mentre Chloè gettò uno sguardo accusatorio verso la pasticceria Dupain-Cheng, certa che, dietro il rifiuto di Adrien, ci fosse Marinette.
Adrien, quasi più stanco di un calciatore al termine di una partita, si rilassò sul sedile in pelle dell'automobile. «Grazie per avermi salvato. Quella ragazza è peggio di una piovra quando ci si mette.»
«Non invitare Marinette a quel party è davvero un gesto di una bassezza sconvolgente. Non me l'aspettavo da una Bourgeois.»
«Ho evitato di rinfacciarglielo; era già troppo delusa dal mio rifiuto. Allora, questo regalo?»
«Una creazione culinaria dell'angelo dagli occhi azzurri.» Plagg sogghignò. «A proposito, il 24 andiamo a cena da loro; non ammetto repliche.»
Adrien scosse la testa. «Plagg, sai bene che io...»
«Non festeggi il Natale.» completò Plagg. «Ma questo è un invito ad una normale cena, fatto da persone cui tengo molto, quindi non azzardarti a rifiutare!» il tono della sua voce si fece imperioso. «Avevi detto che dovevi riscattare in qualche modo lo sgarro fatto a Marinette, giusto? Quale occasione migliore se non trascorrere un po' di tempo con lei, standole vicino dopo quello che ha subito?»
Adrien prese un profondo respiro, rimanendo in silenzio per qualche minuto: riflettendoci su, l'amico non aveva tutti i torti e, comunque, la compagnia di Marinette era un toccasana per lui.
«D'accordo.» esclamò. «Accompagnami nella miglior gioielleria di Parigi.»

Adrien prese l'elegante scatolina della gioielleria, di forma cubica e color verde mare dal cassetto della sua scrivania e la infilò nella tasca dei suoi pantaloni.
Si diresse verso lo specchio per darsi un'ultima sistemata ed occhiata: come sempre, era impeccabile.
Plagg aveva voluto ed ottenuto che, per quella sera, indossassero entrambi un abito, giacca e pantaloni nero, disegnato da Gabriel, con un dolcevita dello stesso colore e all'occhiello della giacca un garofano rosso. Come tradizione, per Natale, era necessario avere qualcosa di rosso.
Lo stesso Plagg bussò alla porta per esortarlo a far presto ed essere puntuale alla cena di Natale, offerta dai Dupain-Cheng.
Anche l'uomo stava proprio bene con quel completo; tra le mani aveva una magnifica confezione natalizia di vischio fresco da regalare ai loro gentili ospiti.
Appena arrivati alla casa della famiglia prediletta da Plagg, furono accolti da Tom e Sabine nel modo più caloroso ed affettuoso che si potesse desiderare.
Plagg era estasiato, quasi in trance, dal profumo stuzzicante di cui era inebriata tutta la sala da pranzo, addobbata con un grande e luminoso albero e tanti festoni sparsi per la stanza, una dolce musica natalizia di sottofondo ed una lunga tavola apparecchiata con cura ed eleganza.
Adrien provò una sensazione nuova o, perlomeno, che non ricordava di aver mai provato così forte: si sentì a casa, in famiglia, a suo agio, felice che fosse Natale.
Marinette, intanto, era dinnanzi allo specchio tremante per l'emozione ed incerta sul suo look. Aveva iniziato a provare abiti dalla mattina dopo colazione; Tikki era sfinita, non ne poteva più di cercare di tranquillizzarla e di dirle che anche con uno straccio rosso sarebbe stata bellissima comunque.
Anche Alya le aveva detto lo stesso per tutto il giorno a telefono.
In quel momento, indossava delle ballerine rosse ai piedi, un leggins nero e un caldo maglione di lana rosso, fatto a maglia da lei stessa ed osservava sconsolata gli abiti uno sopra all'altro sul letto, quelli sulla sedia e quelli ancora nell'armadio.
Non si era neanche truccata e, all'improvviso, udì la madre che la chiamava perché erano arrivati gli ospiti; Marinette era nel panico.
Sabine entrò nella camera della ragazza e, con tono di rimprovero, disse: «Marinette! Sbrigati a scendere in sala. Non far aspettare i nostri ospiti.»
Marinette non ebbe neanche il tempo di ribattere, che la madre la trascinò giù per le scale.
Tikki, che si era nascosta per non farsi scoprire, tirò un sospiro di sollievo e sorrise compiaciuta.
Sull'ultimo gradino delle scale, vi era Adrien: sollevò il capo quando sentì scendere le due donne e sorrise alla ragazza, che aveva il volto avvampato per la vergogna e l'emozione.
La madre la precedette nello scendere le scale e si fiondò in cucina per gli ultimi ritocchi.
Marinette si fermò a guardare Adrien incantata, ipnotizzata dalla sua bellezza, così mise un piede in fallo e scivolò fra le braccia del ragazzo, rapido ad afferrarla. «Ti sei fatta male?»
Marinette scosse la testa, sorridendo imbarazzata. «Colpa di questi tacchi, non ci cammino bene. Non li porto mai quindi non ci sono abituata.»
Divertito, Adrien le guardò i piedi e le scarpe che indossava e si voltò verso la giovane stupito.
Marinette sgranò gli occhi quando vide ai suoi piedi le ballerine e farfugliò qualcosa di incomprensibile, che né Adrien né lei stessa capirono.
«Sei bellissima.» disse Adrien con sincerità. «Hai molta grazia e charme. La tua semplicità esalta queste caratteristiche. L'hai ampiamente dimostrato anche alla sfilata dell'altro giorno e lo confermi stasera. Ti assicuro che staresti bene anche con un sacco di juta.»
L'imbarazzo di Marinette svanì nel momento in cui lui le prese la mano e la strinse teneramente nella sua e si avviarono nella sala da pranzo, dove, di lì a poco, dopo che la ragazza ebbe salutato Plagg, si sedettero a cenare.
La mezzanotte arrivò in un lampo tra risate, discorsi leggeri ma interessanti, i racconti di Plagg sui suoi interessi, sugli anni vissuti a New York, la passione di Adrien per la scherma, sul suo lavoro come modello, non mancando anche accenni al padre.
Tom, spinto da Plagg, narrò l'inizio e l'evolversi della storia d'amore con la moglie ed entrambi si divertirono a raccontare piccoli aneddoti di quando Marinette era neonata e di quanto avesse riempito la loro vita di gioia.
Dal canto suo, la ragazza confessò tutto il suo entusiasmo nel pensare al suo futuro da stilista di moda, ricevendo anche tantissimi apprezzamenti da Plagg per il vestito creato per la sfilata ed indossato da Adrien.
Giunse il momento dello scambio dei doni, seduti su dei cuscini intorno all'albero di Natale, com'era tradizione di casa Dupain-Cheng.
I genitori di Marinette avevano donato a Plagg una copia di un diario di ricette del padre di Tom e l'uomo apprezzò oltremodo questo dono. La corvina, invece, gli aveva creato a maglia dei buffi guanti di lana che Plagg adorò immediatamente.
Per Adrien, i coniugi Dupain-Cheng avevano pensato ad un bell'orologio giovanile; Marinette, invece, gli aveva confezionato un'adorabile sciarpa in seta, dello stesso colore dei suoi occhi, verde smeraldo.
Il giovane Agreste apprezzò il dono, confessando che anche la madre ne possedeva una identica e che, dopo la sua morte, avrebbe voluto tenerla come suo ricordo, ma suo padre aveva fatto sparire tutte le sue cose.
Nonostante ci fosse un gradevole tepore nella stanza, Adrien indossò subito la sciarpa di Marinette e le porse il suo regalo: la ragazza quando vide cosa conteneva la scatolina, portole da Adrien, restò in apnea e senza parole.
Era un medaglione in stile antico ma molto elegante e prezioso, tempestato di acquemarine. Adrien l'aiutò ad indossarlo e le fece vedere come si apriva. «Puoi metterci una foto, un piccolo tesoro, quello che desideri. È come un piccolo scrigno dei segreti del tuo cuore. Mia madre ne indossava sempre uno simile; all'interno portava una mia foto e una ciocca dei miei capelli.» si fermò per un istante e i suoi occhi si velarono di tristezza. «Quando la trovarono senza vita su quel marciapiede, non aveva più il medaglione: i segni che aveva sul collo facevano intuire che le era stato violentemente strappato.»
Delle lacrime attraversarono gli occhi di Adrien; per qualche istante fu lontano con i pensieri, ma Marinette, commossa dal racconto, gli accarezzò una mano e gli si avvicinò al viso, baciandolo sulla guancia.
Adrien fu come risvegliato da un sogno e le sorrise.
Nel frattempo, i genitori della ragazza scartarono i loro regali: Adrien aveva donato loro un abbonamento all'Operà di cui erano appassionati mentre Plagg aveva regalato loro un drone di sua progettazione da utilizzare come antifurto nel negozio.
Marinette, ancora seduta accanto ad Adrien sotto l'albero, aveva un ultimo regalo da scartare, quello di Plagg: era un delizioso cofanetto rosso a pois neri dove avrebbe potuto riporre i suoi accessori, fermacapelli e gioielli vari. All'interno vi era anche una piccola coccinella come portafortuna.
«Ho pensato di prenderti questa fantasia perché è grazie ad una coccinella che è iniziata la nostra amicizia, soprattutto fra te e Adrien.» disse Plagg, vedendo la ragazza osservare il suo dono. «Anche se l'inizio è stato un po' turbolento.»
Marinette sorrise imbarazzata mentre Adrien scambiò uno sguardo complice al quale Plagg strizzò l'occhio divertito.
«Adrien si è fatto tardi, dovremmo rientrare.» affermò Plagg con un tono dispiaciuto. Fece per lasciare soli i ragazzi, poi tornò con fare malizioso. «Io vado a prendere i soprabiti ed avvertire Sabine e Tom; voi aspettatemi all'ingresso sull'uscio della porta.»
Marinette e Adrien annuirono col capo, perplessi, ma seguirono il suggerimento di Plagg.
«Grazie Marinette per la bella serata.» disse Adrien. «Per la prima volta, dopo tanto tempo, ho avuto piacere di festeggiare il Natale.»
I primi ad arrivare accanto all'ingresso furono i coniugi Dupain-Cheng, i quali salutarono affettuosamente Adrien, dicendosi onorati che il ragazzo avesse accettato il loro invito. In tutta risposta, il giovane Agreste ribadì anche a loro quanto fosse stato felice di quella serata.
Quando Plagg arrivò con i soprabiti, urlò trionfante ai ragazzi: «Ma siete sotto il vischio che ho portato per augurio e che ho fatto sistemare a Tom appena arrivati! Dovete baciarvi, è tradizione!»
I due giovani avvamparono in volto dopo averlo alzato e visto il vischio che pendeva sulle loro teste.
Si incrociarono con lo sguardo per un istante, poi guardarono i tre di fronte a loro, che sorridevano compiaciuti aspettando che si baciassero.
«Non siate timidi!» li incoraggiò ancora una volta Plagg, con sguardo e sorriso malizioso. «Porta incredibilmente bene baciarsi la notte di Natale sotto il vischio fresco. Avanti, non fatevi pregare!»
Adrien si portò una mano dietro alla nuca, imbarazzato, abbozzando un sorriso e guardò di sottecchi Marinette, il cui bel volto era di mille colori e il resto del corpo pietrificato. Avrebbe voluto fuggire per la vergogna, ma, allo stesso tempo, restare lì e vivere quel momento all'infinito.
Alla fine, Adrien le si avvicinò, chiuse gli occhi e la baciò anche se per un brevissimo istante. Così, istintivamente, fece Marinette, che fu risvegliata ed aprì gli occhi, dopo quel breve momento, solo dagli applausi di Plagg, il quale costrinse i signori Dupain-Cheng ad imitarlo.
Fiero e soddisfatto, Plagg porse il soprabito ad Adrien, prima di salutarsi tutti allegramente, augurandosi ancora un buon Natale.
Marinette e Adrien, non si guardarono più e si salutarono, molto imbarazzati ma anche emozionati dal bacio, solo con una fugace stretta di mano.
Nell'automobile che li riconduceva a villa Agreste, Plagg e Adrien non si scambiarono una parola; il giovane era scombussolato, confuso, prigioniero felice di un vortice di sensazioni piacevoli e forti e dall'immagine che gli si riproponeva sempre dinnanzi di lui e Marinette insieme e sul finale romantico di quella serata.
I suoi pensieri furono interrotti da Plagg che, con apprensione, attirò la sua attenzione: «Cosa succede?»
Di fronte all'hotel Bourgeois, una schiera di volanti della polizia recintavano il perimetro della struttura, mentre gli agenti cercavano di tener lontani i curiosi, dichiarando uno stato di massima allerta.

Marinette, appena andati via gli ospiti, baciò i suoi genitori, augurando loro la buonanotte, e risalì nella sua camera, sentendosi volare su una nuvola.
«Tikki, ti devo raccontare tutto!» esordì con aria sognante.
La piccola coccinella, però, fu sorda alle parole dell'amica, completamente assorta nel seguire al computer un servizio in diretta di Nadja Chamack.
«Un tizio mascherato ha preso in ostaggio gli ospiti dell'hotel Bourgeois, aiutato da falsi membri dello staff dell'albergo, rivelatosi lavorare per lui.» raccontava la reporter. «In esclusiva abbiamo un filmato che è stato trasmesso dall'interno della struttura.»
Le immagini mostravano Gabriel Agreste in una stanza, i ragazzi della scuola Françoise Dupont in un'altra, vari ospiti importanti del party natalizio nel salone ristorante, tutti legati e rinchiusi. Infine, i tre membri della famiglia Bourgeois, legati l'uno all'altro con una corda: Audrey accarezzava il capo di Chloè in lacrime, mentre André reggeva in mano un foglio, leggendone, con voce strozzata dalla paura, il contenuto: «Cittadini di Parigi. Il mio nome è Papillon. Ladybug, ti invito a recarti qui all'hotel Bourgeois, cosicché tu possa trarre in salvo questi ostaggi. Moriranno 2 persone per ogni mezz'ora di ritardo.»



Angolo Autore:
Credo che in tanti vorrebbero un Plagg nella loro vita.
Ora che i nostri due protagonisti si sono avvicinati così tanto, come si evolveranno le cose tra loro? Nemmeno le macchinazioni di Chloè sono riuscite ad allontanarli.
E come gestirà Marinette la situazione all'hotel Bourgeois? La questione sembra molto seria.
Quanti quesiti. Ne sapremo di più nel prossimo capitolo, una sorta di seconda parte di questo.
Come sempre, vi ringrazio per essere arrivati fin qui, soprattutto dopo questo capitolo così lungo, e vi do appuntamento a venerdì prossimo.
A presto.
Nike90Wyatt

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